Cristina: "Altro che di tappo!".
Oggi Massimo potrebbe fare altrettanto.
Novità, suggerimenti, aneddoti.
Tutti hanno scritto. Molti hanno comprato per solidarietà al 'perseguitato' politico. Il vino dei fratelli D'Alema non sa di tappo. Chi sa di tappo è D'Alema. Cristina: "Altro che di tappo!". E' da troppo tempo che il suo 'sughero' galleggia. E con quei baffetti impertinenti mi ricorda il commissario di gente per bene, e anche quel mio parrucchiere di Via Legnano, così 'mal in arnese' da tergiversare a farmi la barba. Doveva scaldare l'acqua su un fornellino a gas. Io ci andavo per non fare la fila, però ora ha chiuso il negozio.
Oggi Massimo potrebbe fare altrettanto. Ieri mattina sono andato alle ceramiche San Giorgio di Albisola per questa nuova 'avventura' artistica.
Scrivere di Giovanni Poggi dopo solo due incontri è un azzardo, ma anche aspettare può creare confusione in chi scrive e in chi legge. Poggi è imponente, con due baffoni, un naso virile e l'occhio che ti 'agguanta'. Quando parla è una 'miniera'... ed è difficile mettere in ordine le emozioni che già premono nella mia penna. Sono indeciso. Di lì sono passati artisti come Jorn, Lam, Fabbri, Sassu... Questa emozione rimane mentre incido. Quando entra il colore, il mio blu oltremare, la mano ritrova la sua sicurezza. E Silvana mi è vicina con le parole di una figlia. Norio Kitamura è stato uno dei giapponesi più importanti mandati in Europa, e questo perché aveva il rigore di pensiero dei giapponesi, ma anche una cultura classica e delle passioni europee, occidentali. Norio Kitamura alzava il telefono, scavalcava Toyota Motor Europe e ordinava le auto direttamente dal Giappone, ignorando le gerarchie sempre presenti nel modo di pensare giapponese. La mia amicizia, preciso amicizia, con Norio Kitamura è stata veramente importante. Mi onoro di questo rapporto che non era assolutamente di semplice conoscenza, ma che è stato motivo di incontro in diverse occasioni e soprattutto scambio di lettere, non solo per motivi di lavoro. L'importanza dei giapponesi si riconosce dai biglietti da visita. E lui ha pensato bene di mandarmi tutti questi, in una lettera successiva per il mio compleanno, insieme ad una serie di francobolli inediti che poteva avere solo lui quando era Presidente delle poste giapponesi. La lettera è molto importante non tanto per i giudizi sulla mia pittura, ma quanto perché già 4 anni prima prevedeva le difficoltà di Toyota... “prometto che nel futuro più vicino Toyota fornirà l'arma con al quale potete fidarvi”. Due sole osservazioni: i giapponesi importanti non si dimenticano mai di parlare in termini di guerra. L'auto ibrida era già pronta per attaccare il mondo dell'automotive. L'altra espressione che mi ricordo è questa: "Signor Spotorno, lei deve portare a termine una missione ogni 10 anni". Se poi la volete sapere tutta, Norio Kitamura era un gaudente di classe. Ha scelto Roma perché ne amava la cultura e la storia. E nello stesso tempo è stato Presidente non solo in Italia, ma anche Toyota Motor Spagna e Grecia... Ha scelto una segretaria molto bella, frequentava musei e andava spesso ai concerti di Salisburgo.
Ieri notte ero stanco di scrivere. Ho acceso la televisione e sono caduto nella gabbia delle Iene. Sempre geniali e sempre capaci di stupire gli spettatori. Crozza, dopo alcune puntate, annoia. Ieri sera una vera giornalista, con gli occhiali a trattenere i capelli, ha intervistato quasi tutto l'arco parlamentare: da Rocco Buttiglione a Razzi. La signora è partita secondo lo schema 'start & go'. Prima domanda: "Come vede l'abolizione della legge Merlin e che le prostitute paghino l'Iva?". Seconda domanda: "Lei sa che per la statistica un italiano su due si accompagna a prostitute?". Terza domanda: "Lei è mai andato con una prostituta?". Quarta: "Neppure da giovane?". Quinta: "Neanche un pensierino?". Tutti, in modo diverso, immacolati. Tutti fedeli alle mogli, alle fidanzate o al principio "Non è questa la sede". Insomma, alla fine di 30 interviste, il viso della signora è stato inquadrato, come fanno le Iene, in progressivo primo piano, con lei che ha gridato: "Allora le puttane in Italia non esistono!". Solo uno ha detto che da ragazzo qualche pensierino l'aveva fatto, ma si era trattenuto. E questo coraggioso, e lo è stato, ha confessato che qualche volta si era 'arrangiato da solo'. La conclusione naturale, è che siamo nelle mani di persone senza il coraggio delle proprie azioni. Qui trovate il video delle Iene
Questa è la domanda che mi ha fatto Raffaele Arecco in una mattina di sole. L'ha fatta seriamente e mi fissava con quegli occhi che non 'lasciavano mai la presa'. Non a caso, nella foto, si intuisce l'ansia di andare al di là del cielo. Isabella al suo fianco ha la pazienza di chi ha sposato non solo l'uomo, ma l'artista. Mi ricordo che quella volta non ho risposto alla sua domanda. Ci ho pensato e ho capito come il gatto fosse sintesi dei suoi desideri... ma non riuscivo a capire perché si era sposato e perché continuava a lamentarsi di non avere un tetto di sua proprietà sopra la testa. Era un gatto al 50%. Io ho avuto la fortuna di esserne amico per molti anni, da quando ero ragazzo. Nel 2010 è stata pubblicata questa mia intervista. Ho scritto una presentazione di Raffaele Arecco, pubblicata nel libro del Prof. Gian Luigi Bruzzone 'Personaggi di Celle'. Quest'opera ha accompagnato tutta la mia vita. Mi è stato donato da mia madre come regalo di nozze. Quindi è naturale che Arecco si sia impegnato in una misura così grande e in una qualità che non ho mai ritrovato in un suo quadro figurativo. Ci ha seguiti per 50 anni di matrimonio, sempre là, sempre su quella parete, ha ascoltato momenti di gioia, di tristezza, di brindisi e di grandi liti. Con questo dipinto alle spalle ho scritto migliaia di parole. Sento che mi guarda dall'alto e mi ricorda le mie origini.
Tre anni fa ho avuto la 'sfortuna' di averlo come giardiniere in trasferta a Celle. Mi ha messo nel giardino clementini, aranci e kiwi che ancora oggi non danno segni di vita. Ma ho avuto la fortuna, a caro prezzo, di imparare tante cose. Compresi i riti mistici che si seguono in Calabria per la cottura del pane. Nonostante le sfortune del rapporto cliente giardiniere, Egidio è stato così cortese da tradurre la mia poesia in dialetto calabrese. Dedicata a un 'omaccio' dispersivo che con una mano pota le rose e con l'altra prenota un biglietto per un concerto di musica classica. Non ha i soldi per sistemare il suo vecchio furgone... e il suo sogno è aprire una pasticceria vicino ad una chiesa. Poesie.Traduzione in dialetto Calabrese (Diamantese-Apriglianese) della poesia: "Diamante,giganti e clementini"
Questo è un Incubo del '91. Di notte sognavo esecutori testamentari e parenti. ...ma la Natura continua a fiorire.
Il campo di pomodori nell'orto della Crovara, rimane nella 'storia della mia famiglia'. Il nonno Domenico veniva a coltivare questo terreno. E quando i bambini gli facevano il dispetto di far belare le pecore, lui lanciava manate di terra compressa dalla siccità. Io, come nipote, forse anche più stupido, lanciavo oltre l'Aurelia i pomodori molto maturi, di notte, contro le case di sotto. C'era poi la leggenda non certa che mia madre Enrica passasse la mattina presto nel canneto davanti ai pomodori a ritirare il plaid che io usavo per i miei incontri notturni. La scusa del pomodoro è stata per me una costante. L'ho usata a Celle e molto più l'ho usata a Londra, quando abitavo in Gloster Road. Avevo affittato per sette sterline la casa di un cinese che non sapeva neanche chi fossi. Gli lasciavo i soldi sul letto ogni settimana. Usavo il gas per cucinare e l'acqua calda solo mettendo le monete. Tempi eroici, anno 1964. Per tornare ai pomodori, ho invitato molte ragazze di tutte le nazionalità con la scusa di fare gli spaghetti all'italiana. Sesso in salsa. Con olio, pomodoro e aglio, senza formaggio. Il Parmigiano l'ho comprato una volta sola nel più famoso negozio di Londra Fortnum & Mason, gli unici che lo avevano... perché fuori prezzo. L'Avvocato Agnelli non fiata. la Juve vince lo stesso lo scudetto. L'anno dopo il Milan passeggia e Gre-No-Li con l'allenatore Czeizler vincono il campionato. Senza dimenticare che con Fabio Cappello il Milan ha vinto 5 scudetti di fila. La Juventus, per molti anni ha vinto, ma all'estero era sconosciuta. Episodio alla dogana di Chiasso: al guidatore del pullman della Juve, il controllore chiede: "Chi siete?", l'accompagnatore dice: "la Juventus". Il controllore si sorprende: "Ma perché parla in latino?". Era la 'provinciale' d'Europa. Mi piace ricordare che la prima Champion l'ha vinta il Milan nel tempio di Wembley contro il Benfica, nel '63. E la Juve, sempre degli Agnelli, ha dovuto aspettare 14 anni. Io so che da oggi gli Juventini mi odieranno, ma non me ne frega niente. Da bambino mangiavo pane e Gazzetta. Ero tifoso sempre dei più deboli. 5 Febbraio 1950: Guglielmo Spotorno (nel cerchio) a 12 anni in tribuna d'Onore al fianco del padre Franco, di Fausto Coppi, Vittorio Pozzo (due volte CT Campione del Mondo), ed ai Campioni del volante Ascari, Farina, Serafini e Villoresi. Dopo tante umiliazioni del suo milan si gode finalmente al Comunale di Torino la più celebre ripassata data alla grande 'Signora' del calcio Italiano. Infatti il Milan, a quei tempi, era la squadra popolare che non vinceva mai. I tifosi erano tranvieri, negozianti e gente semplice. Ho 'buttato giù amaro' perché il Milan ha sempre condizionato la mia vita... come dice mio nipote Guglielmo. Tra figli, nipoti e parenti, siamo in più di 20 e, non so per quale motivo, anche quelli di 4 anni tifano rosso-nero. Forse per quella maledetta coerenza di essere nati e di vivere a Milano. La Juve, a Torino, ha meno tifosi del Toro. Ed è la più popolare in provincia. E' un destino. L'opinionista Sconcerti allora aveva solo 2 anni, quindi parla spesso di calcio che non ha mai visto, ma che ha letto forse sulla Treccani. Anche peggio fa Daniele Adani, modesto giocatore e ormai sempre presente. Viene pagato per spiegare calcio dalla spiaggia di Rio, il tempio del palleggio. Non capisco come Sky scelga questi opinionisti. Si procede anche qui al risparmio, come il Milan di Galliani? Possibile che non ci sia un altro Massimo Marianella? Comunque il più divertente, simpatico, quello che crede meno in quello che dice, rimane sempre Caressa: "Tutti a prendere il tè o... tutti sotto la doccia". Quello sì che è un vero comico. Studia statistiche e aneddoti il giorno prima e in telecronaca, siccome non ricorda bene, dice sempre: "Mi pare che... correggimi se sbaglio". L'unico con cui ne ho potuto parlare è stato il mio Direttore e amico Gianni Brera. Oggi ne parlerei con Sacchi, Simeone, Van Gaal, Venger. Prima ne ho parlato con Rocco e Liedholm, ma i miei idoli erano Schiaffino, Zagallo, Di Stefano e Cruiff: quelli sarebbero stati degli opinionisti. Pelé e Maradona non potavano insegnare a nessuno perché erano degli 'alieni'. Continuerò a parlarvi di vero calcio giocato, visto, udito e scritto dal vivo. Non saprò date precise o formazioni a memoria come la bionda Bolognani, ma con me sentirete l'odore dell'olio canforato, le bestemmie, il vapore delle docce. E quelle panche di legno dove ti siedi e guardi le scarpe o il soffitto, senti il rumore dei tacchetti nel corridoio quando entri in campo e nessuno sa bene che faccia fare, e allora saluta e strige mani, o guarda lontano sopra le teste di chi gli sta davanti. Mi scrive il caro amico Sasha Benedetti: E' una mia foto personale, a cui sono particolarmente affezionato. E' stata scattata da un caro amico geologo che condivide questa inspiegabile passione per le onde. 28 Ottobre 2012: mareggiata pompata da una circolazione depressionaria piuttosto involuta ed aggressiva, tempo brutto, mare urlante, vento, e tanta sfida, con le onde. Scatti buoni quel giorno furono una vera conquista. Questo mare, immortalato da Sasha, è il mare in cui entravo solo io. Partendo dalla spiaggia libera, per non creare problemi ai bagnini. Anche questa foto, in tempi molto precedenti, è stata scattata da Alessandro Benedetti, Sasha. A Celle, già da ragazzo, era conosciuto come 'il fotografo delle mareggiate'. Quando si alzava il libeccio, i bagnini dei Lido gli telefonavano. Lui, anche di notte, partiva da Milano con la macchina fotografica, per 'fermare' le onde più belle.
Per maggiori info e tante incredibili foto: www.sashawaves.com |
Guglielmo SpotornoChiamato Gugi, è più cellese che milanese. Archivi
October 2021
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