Può essere... Tamara si è trovata ad accogliere il direttore del Centre Pompidou de Paris, Msr. Bernard Blistèn, accompagnato dal segretario della Fondazione Ferrero Sig. Edo Milanesio, dalla direttrice artistica Signora Elena Torchio e dal curatore della mostra 'Dal nulla al sogno', Prof. Marco Vallora. Si accompagnavano anche il poeta e francesista Valerio Magrelli, il fisico Giovanni Amelino Camelia, il giornalista Piero Bianucci.
Ieri hanno visitato la mia mostra circa 500 persone. Tutte le visite sono importanti, ma una mi ha fatto molto piacere, quasi un onore. Senza annunciarsi, è arrivata alla Chiesa di San Domenico una 'delegazione artistica' di grande importanza. La tutor, signora Tamara Aiello, quando li ha visti arrivare mi ha confessato: "Mi sono tremate le gambe!".
Può essere... Tamara si è trovata ad accogliere il direttore del Centre Pompidou de Paris, Msr. Bernard Blistèn, accompagnato dal segretario della Fondazione Ferrero Sig. Edo Milanesio, dalla direttrice artistica Signora Elena Torchio e dal curatore della mostra 'Dal nulla al sogno', Prof. Marco Vallora. Si accompagnavano anche il poeta e francesista Valerio Magrelli, il fisico Giovanni Amelino Camelia, il giornalista Piero Bianucci. Non accenna a sfumare il grande successo della mia mostra personale "Al di là dell'apparire", prolungata fino al 7 Marzo 2019. Oltre tremila persone hanno visitato la Chiesa di San Domenico ad Alba per osservare da vicino i miei dipinti. Nel ringraziare tutti per la calorosa partecipazione, desidero aggiornarvi sui prossimi appuntamenti che - grazie alla collaborazione di Giammarco Puntelli - vedranno alcune mie opere rappresentarmi all'interno di eventi artistici di rilievo Internazionale.
Io non ce l'ho con la famiglia Benetton. Ci sono altri che fanno come loro. Anche peggio? Non lo so. So che quelli di Treviso fanno del loro meglio. E la mia causa contro di loro è sempre aperta.
Hanno un loro stile. Sempre nascosti dietro funzionari con i capelli bianchi e pronti a dimettersi. Sempre silenti, salvo l'altro giorno quando Alessandro Benetton da un articolo sul Corriere avrebbe detto: "Abbiamo festeggiato a Cortina con la famiglia (mentre si allineavano i morti a ponte Morandi)... abbiamo sbagliato!". Così con poche parole ha 'sistemato' la sua coscienza, ma anche l'intelligenza degli italiani. E il Corriere ha dato spazio a questo pentimento senza un commento. "Ci sono voluti 6 mesi... per fare un esame di coscienza". La mostra ha successo. Anche nella domenica appena trascorsa gli ingressi sono stati 470, con un totale, in 16 giorni, di 2074 visitatori. Elena mi riferisce dell'importanza del trasferimento di persone dalla Fondazione Ferrero.
E' un periodo che dipingo bene, anche se ho in testa il problema di mia moglie e anche del dopo. Sia per lei, sia per me. Però tra sabato e domenica sono tornato nel mio studio e con il pennello in mano tutto mi è sembrato diverso. Con estremo piacere condivido coi miei lettori il breve sunto della movimentata giornata di ieri. Enrica ed Agata sono le donne della mia vita e si sono divise parti distinte di me. La madre, protagonista dell'arte e della fantasia. Agata, dell'amore dei sensi e dei figli. Ci sono dei momenti nella vita di un ragazzo adolescente, in cui ci si innamora della mamma. Accade verso i 13-14 anni. Sono i giorni delle curiosità nascoste, quando i sensi si risvegliano inquieti. E così anche io mi sono innamorato di lei quando si è offerta di fare una mia scultura. Quest'opera non ha un gran valore artistico, ma umano. E' poetico pensare a mia madre che, nel rispetto del suo pudore, riprende il figlio e gli concede un sesso quasi invisibile. Il pesce nella mano destra si vede benissimo, quello di Guglielmo è proprio un 'pissotto'. Il fascino di questa statua è nella sua 'nascita'. Io facevo il modello, in mutande bianche, su un cartone di pasticceria. Ed ero pagato un tanto a seduta. Lo studio ero un garage dove lavorava anche lo scultore Nanni Servettaz. Di studio aveva solo in nome... senza finestre, si doveva tenere la claire metà abbassata per avere la luce dell'estate. Qualcuno passava zoccolando e si chinava per vedere cosa si facesse nel garage dell'unico scultore di Celle Ligure. Ci sono stati momenti di incertezza e di mio dubbio nel vedermi rinascere lentamente in argilla. Naturalmente protestavo perché mi sembrava che il mio corpo fosse convalescente. Mia madre mi zittiva con 2 parole: "Prima cosa, ti pago. Seconda, la scultrice sono io!". Portava un cappellaccio bianco che le dava una certa autorità, non solo materna.
Ma era tale l'intensità del rapporto che anni dopo ne ho scritto una poesia. Venerdì 25 gennaio, alle ore 18, il Museo della Permanente inaugura “CLOSE UP #contaminazioni tra arte e cinema” all’Anteo Palazzo del Cinema di Milano.
La mostra, a cura di Barbara Pietrasanta e della Commissione Artistica Annuale della Permanente composta da Renato Galbusera, Giovanni Mattio e Armanda Verdirame, si inserisce nel tema delle “contaminazioni” tra arte visiva e altri linguaggi, individuato per essere un tratto stimolante e distintivo delle iniziative dedicate ai soci artisti della Permanente nel corso del 2019. L’ampia rassegna, che si articola in tre appuntamenti, della durata di un mese ciascuno, vede la partecipazione di oltre centoventi artisti, diversi per linguaggio, tecnica ed età, che si trovano a dialogare su un unico tema: il close up, termine che, nel linguaggio cinematografico, si riferisce ad un’inquadratura che stringe fermamente su un particolare, una persona o un oggetto. Proprio pochi giorni fa si è parlato di Milano come capitale della qualità della vita.
Mi scrive l'amica Sara, simpatica, bella, coinvolgente, concreta, fantasiosa. Con un cassetto pieno di progetti autentici, alla ricerca di sé stessa. Mi ha sorpreso con il fascino del suo entusiasmo. Un bel ritratto della nostra Milano, ma anche di un certo approccio avventuroso verso la vita e il cambiamento che è sempre vincente, ovunque si vada. Certo, Milano offre tantissimo per chi parte con questa idea...Una vecchia banale lezione, che i 'forestieri' conoscono più dei cittadini, ma l'inedito è la 'violenza' di questa conoscenza. MiIano sembra allora diventare un'amante nuda descritta nelle caviglie, sotto le ascelle, nei capezzoli, negli altri 'angoli' dove dal corpo escono i profumi più nascosti di questa città che hai 'denudato'. Come chi trova un'amante sempre attesa, e finalmente conquistata, in perfetta armonia con le mie Città umanizzate. Dipingo su TELE più GRANDI, ho bisogno di spazio, per i miei gesti con il tubetto, il pennello, il carboncino... tutto è buono per incidere la tela bianca, anche un chiodo, una spatola, la punta di una siringa. Il polso e' sicuro, segue sempre linee circolari, quasi una sferomania che mi porto dentro da sempre...
Cari collaboratori, gentili collaboratrici, voglio lasciare "la tavola apparecchiata" perché tutti vi possiate sedere tranquilli il giorno dopo, ma il mio orologio è bianco, smaltato, senza numeri. Passato, presente e futuro si inseguono su quella sfera, e tutti e tre sembrano avere ragione. Il metodo di analisi, sintesi e connessioni successive, in cui ho sempre creduto, lascia dubbi sul campo. Perché? Perché so che non potrò più tornare indietro e correggere. L'istinto, più saggio della ragione, mi dice "Lascia perdere! Tu sei responsabile del tuo tempo, della tua vita, non puoi metterti sulle spalle gli errori futuri dei tuoi figli. Saranno poi errori? Ne sei così sicuro? Certo, tu lo sai Guglielmo. il tuo modo di pensare, e anche di agire, ha più fascino, ma sei sicuro che i più ti chiedano questo fascino? Le persone sono anche più semplici di quello che tu immagini, e di quello che tu desideri." Cari collaboratori io mi lamento quanto vi incontro e voi mi dite "Tutto bene?". Che follia è mai la mia di pretendere che ogni maschio e femmina che lavora per me debba inventarsi un nuovo saluto per ogni volta che mi incontra?! Avete ragione. Tutti questi giochi faticosi o leggeri di fantasia, me li devo tenere sulla tele dei miei quadri. Lì ho spazi infiniti, personali. Lì ci sono cieli, soli e lune lontane, anche racchiuse in pochi centimetri di spazio. La prospettiva la si crea con due punti di matita su una superficie bianca. C'è una certezza. Ma quando entrano le unità di misura, chilogrammi, metri, numeri e poi somme, divisioni, sottrazioni, allora la tavola diventa un problema. Apparecchiare con quel vento di amore, d'invidia, di giustizia... tutto vola in aria, e l'orologio resta bianco smaltato senza numeri a dirmi che il tempo te lo sei inventato tu, Guglielmo. Quando hai cominciato a non vedere più i numeri romani... forse quando hai capito, quello che hai sempre sospettato: la morte potrebbe essere anche alla fine del giorno. Ricordi quel titolo di quel film che ti ha tanto affascinato? Non so neppure se questo sia un lungo appunto notturno, o le prime righe di un comico testamento da insonne. Non so nulla di me, a volte tiro in aria le parole, a volte ricadono leggere, a volte sono gocce di piombo.
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Guglielmo SpotornoChiamato Gugi, è più cellese che milanese. Archivi
October 2021
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