Il mare non si ferma mai e sorprende anche chi pensa di aver visto tutto.
Alessandro Benedetti, in arte Sasha, mi ha mandato queste fotografie inedite. Sasha ha fotografato mareggiate in tutto il mondo. Le sue righe dimostrano, da un testo minuzioso quasi 'contorto', un entusiasmo e un'emozione che vanno al di là del suo precedente vissuto.
Il mare non si ferma mai e sorprende anche chi pensa di aver visto tutto. Dora è una signora rumena. Viene da Carrù, dove c'è la sagra del bollito...forse per associazione di idee. Lei mi cura come un ottantenne "bollito", anche un po' deficiente.
La qualità della vita nasce proprio dalla qualità delle persone che lavorano insieme. E anche dall'ironia. In questo senso riporto una lettera molto bella e molto importante in risposta alla mia. Con quest'uomo, che sta salendo ai vertici della Toyota Motor Europe, abbiamo avuto un rapporto anche contrastato.... come con Massimo Nordio e molto meno con Kitamura che era già un numero uno al mondo. Andrea Carlucci a volte faceva il 'prezioso' quando gli davo suggerimenti di marketing e anche di prodotto, però alla fine la realtà del rapporto viene fuori. Credo che in parte dipenda dalla differenza di età. Kitamura aveva la mia età.
A volte la fede di Licinio e dei suoi amici mi irrita. Mi irritano le loro certezze. Io sembro sicuro dei miei dubbi. A parole, quasi ne sono fiero, ma so che a un certo momento avrò paura di tutta la mia razionalità, della mia logica. E' vero, non mi piace la parola fede nel senso di 'affidarsi' a qualcuno, a qualcosa che neppure riesco a immaginare. Le certezze sono solo due: la vita e la morte. Anzi solo la morte, perché noi sappiamo come nasciamo, da un atto d'amore, ma mi chiedo: la morte che atto d'amore è? Ma Licinio ha le sue certezze, non solo precise, ma vissute, provate da esperienze di altri amici di fede. E quello che mi sorprende è che continua a scrivermi, e io non pubblico, perché a volte è barboso, pieno di Santi, di Profeti, di Vangeli e scritture polverose. Ma lui non protesta. E continua a scrivere. E io invece mangio fil di ferro, cioè m'incazzo quando non trovo un giornalista... altro che scrivergli con paziente speranza: "Bussate e vi verrà aperto". Questa saggezza del fil di ferro e dei portoni chiusi era di mia zia Adalgisa, e anche di mia madre Enrica, cattoliche "all'acqua di rose", veri martelli laici quando avevano ragione. La supercar Lexus LC Hybrid è arrivata a Milano. E' stata presentata dalla SpotornoCar ad un pubblico di giornalisti e clienti, nella prestigiosa location del "Botinero". Di seguito l'articolo di Bianca Carretto sul Corriere online, le fotografie del ricevimento e l'intervista del dealer Cristiano Scajola a Cesare Cadeo. E' stato un lavoro di squadra. I protagonisti sono il mare e Sasha Benedetti. Io ci ho messo l'idea.
A me queste poche righe son subito piaciute. Non so, forse l'ondata Madre fotografata da "Sasha" (Alessandro Benedetti) ha portato tutto a riva: Fede, speranza, carità, metafore, citazioni, avverbi, agettivi, analisi e sintesi... tutto di troppo: Licinio che scrive e io, Guglielmo, che leggo, ci troviamo finalmente dentro a una forza che ci fa galleggiare con il semplice e solo scopo di non annegare.
Ho conosciuto Lucio Dalla a Merano. Abbiamo alloggiato per due settimane allo stesso Albergo Palace Espace Henri Chenot, per quelle cure in cui si paga per fare la fame.
Abbiamo parlato di tutto.
Naturalmente d'auto da corsa: Lucio si ricordava del cognome "Spotorno" da quando s'imbattè in mio padre Franco studiando la storia della Mille Miglia in preparazione del suo ononimo album.
Da quel primo incontro siamo stati spesso insieme perché la vita nell'albergo prevede che si stia chiusi nella struttura, eccetto per una passeggiata pomeridiana. Il buon Dalla, visto il suo boyfriend del mixaggio, al posto delle camminate al pomeriggio si allontanava con la Jaguar per andare a Livigno. "Il sesso è poesia, e sempre energia", diceva, "e noi andiamo sempre in cerca di energia, non interessa dove si attacca la spina".
Dalla era un uomo discreto, sensibile e di grande ironia. Mi ha detto un giorno: "Guglielmo, io non capisco nulla d'arte e mi sono ritrovato ad essere Presidente del Museo d'Arte Moderna di Bologna. Mi è arrivato a casa un quadro enorme di Carlo Corsi...ma io non lo capisco. Se passi da Bologna vieni a dargli un'occhiata". Avevamo molte occasioni di parlare. Non solo nel bagno turco, ma quando facevamo relax ai bordi della piscina. Ero io a cercarlo, non solo per la simpatia e stima, anche perché ero interessato a sapere come un uomo della sua fantasia potesse consigliarmi per i grandi problemi di mio figlio Enrico.
Lui si guardava i piedi nell'infradito, in cerca, e alla fine diceva: "Deve volare in alto". E io: "Ma che cazzo vuol dire...". "Proprio per questo va bene, non vuol dire niente...l'importante è non fare danni!".
...già qualche giorno prima del 13, le mappe mostravano per quel giorno una evoluzione del campo di pressione al suolo. Una dinamica tutto sommato 'classica': depressione principale sull'Europa orientale sul cui bordo meridionale si innesta un minimo secondario centrato sul nord Italia. Fuori dal linguaggio sinottico, il significato è: venti da ovest/sudovest con conseguente libecciata, tesa ad essere serata da maestrale. La conferma di questa evoluzione arriva fino al 'now-casting', ovvero l'evoluzione meteo nelle ore immediatamente precedenti l'evento: le dodici ore a partire dalla mezzanotte tra il 12 ed il 13 gennaio. Il 13 gennaio era un venerdì; sfortuna, gatti neri, superstizione...a) l'unico valore-potere di cose e situazioni è quello che noi attribuiamo loro. Oppure, b) cose e situazioni hanno un potere in sé che realmente condiziona eventi ed azioni oltre la nostra volontà ed il nostro controllo. Gli scettici solitamente pensano a), i superstiziosi pensano b). Cosa penso io? Penso che le onde di quel venerdì 13 gennaio, a) siano state un evento meraviglioso in sé, e, nel caso, b) un dispetto alla superstizione. Intendiamoci, pur non essendo stata una mareggiata eccezionale, è stato un evento meritevole, forse anche di poco sopra le previsioni. Il picco è arrivato nelle ore post-meridiane (13.00-16.00), in concomitanza con l'aprirsi del cielo e la piega dei venti a maestrale: condizioni perfette. Il teatro era Bonassola, levante ligure, ad un passo dalle Cinque Terre. Leggi anche:
Vale la pena di vivere per arrivare in questo preciso momento in cui senti che un altro ti ha capito... Ci sono voluti mesi, forse milioni di secondi per trovarci, e dire: "ci siamo cercati, e oggi ci siamo trovati e capiti". Domani litigheremo, ci lasceremo, perché giriamo, giriamo nell'ordine del nostro disordine e arriviamo... E' stato sufficiente questo attacco musicale di Bruberk e le parole, e le foto hanno preso vita. Non capisco Dio, o chi per lui: se avesse saputo quanto amo il jazz, tutto il jazz e tutta la musica sudamericana, mi avrebbe tolto qualcosa per darmi il canto, e uno strumento... ma niente da fare ho provato tutto, al piano le petit montagnard, la tromba con un vecchio cugino grande costruttore d'organi e Maestro d'orchestra, e non sono riuscito neppure a spernacchiare una nota. Ho comprato una batteria e lì avrei potuto... suonavo in sala di pomeriggio "accompagnando" gli Hot Five di Amstrong. Suonavo con le dita, coi gomiti, con le mani su qualsiasi ripiano trovassi.... ma poi si sono presentati altri incontri. E così Nick ha messo quella musica ed è stato come se mi dicesse "Come fly with me!". Non esistono droghe o alcolici che mi trasformino così la vita, anche per pochi minuti.
Vai Nick, non scendere mai dal treno della vita. Io ci sarò a buttare dentro palate di carbone.
Ho conosciuto Guglielmo in un giorno di sole, Dicembre 2014.
Mio fratello, che lavora per la Spotorno Car da 10 anni, mi aveva già parlato di lui e del suo lato artistico, regalandomi il catalogo della mostra alla Fondazione Stelline. Io del nome Spotorno ricordavo solo di averlo avuto in anagrafica tra i clienti più esigenti quando, quasi vent'anni addietro, mi occupavo di trasporti e rimessaggio di automobili e lui era ancora legato al marchio Fiat.
Guglielmo cercava qualcuno che potesse raccogliere i suoi pensieri, i suoi scritti e i suoi dipinti su internet. Io mi occupavo da qualche mese di realizzazione di siti, più per passione che per mestiere. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con tutto ciò che è elettronico, fin da bambino quando mio papà investì 650.000 lire per regalarmi un Commodore Vic20, uno dei primi Home computers.
Da quasi due anni ero senza un impiego stabile: l'ultima azienda aveva chiuso i battenti catapultandomi, per la prima volta a 45 anni, nel purgatorio della disoccupazione.
Così, quel mattino io e mio fratello saliamo su una fiammante Toyota rossa: direzione Celle Ligure. Più sicuri dell'auto che di noi. Mi aspettavo la classica figura dell'elegante imprenditore un po' snob, in una lussuosa casa moderna. Invece mi trovai subito di fronte a quattro leoni di tufo. Entriamo in una grande e vissuta casa 'rigattiera', aggettivo suggerito dallo stesso Guglielmo, quasi volesse scusarsi del disordine di dipinti, disegni, sculture e vecchi oggetti. E una scrivania che reggeva il peso di qualche dozzina di cartelline in cartoncino colorato, piene di appunti su fogli a righe ingialliti, fotografie sbiadite, ritagli di vecchi quotidiani. Ricordi catalogati con ordine meticoloso.
E naturalmente progetti: Guglielmo dell'imprenditore ha l'energia delle idee, la professionalità, la correttezza e il coraggio. Dell'uomo d'affari ha tutto, eccetto l'aspetto: quello è da artista, da uno che lavora facendo andare le mani. Un po' pittore, un po' sportivo, un po' pescatore, un po' contadino. Mi ha accolto con scarpe da ospedale e mutandine corte da letto. E questo per tutte le occasioni.
Nella casa di Gugi orto e giardino si legano, si intrecciano. Non c'è prato inglese, e non ci sono cipolle o verze. Tutto è al suo posto in modo disordinato... da ricordare piatti e colori dei suoi quadri. Sa di essere un provocatore e dice quasi a sé stesso "L'ordine del disordine".
Avevo già abbozzato alcune idee sulla veste grafica e sulla struttura che avrei dato al sito e la mostrai a Guglielmo, a cui sembrò piacere fin da subito.
Concluso l'accordo siamo passati in cucina, dove Gloria aveva già apparecchiato. Un'insalata dell'orto come prima portata, in stile un po' francese, e un piatto di vere trofie al pesto, innaffiate da un buon vermentino.
Sulla strada del ritorno pensavo al nuovo incarico e non vedevo l'ora di arrivare a casa per mettermi davanti ad uno schermo e trasformare le idee in bytes. Mi sentivo già contagiato dall'entusiasmo di Guglielmo: man mano che sistemavo pagine, leggevo testi e osservavo vecchie foto mi sembrava di conoscerlo sempre di più e mi chiedevo quante vite avesse da vivere un solo uomo per avere così tanto da raccontare.
E' passato un anno da quel giorno, e le idee hanno preso forme sempre diverse. Doveva nascere come sito "statico", come la solita vetrina d'artista, ma da subito mi resi conto che il Guglielmo-pensiero meritava spazio e dinamismo di un blog.
Ogni giorno una sfida: "Bufano! Non m'interessa se non si può fare, trova tu una soluzione!". La soddisfazione di aver completato con successo un'impresa è sempre durata l'attimo di buttarsi nella successiva. Non solo ha tanto da raccontare e da insegnare, ma ha un suo stile inconfondibile nel farlo e il suo pensiero non è mai banale o piegato dalle facili logiche. Il suo punto di vista è sempre originale e anticonformista, con quel cervello che non trova mai pace e lo costringe a macinare idee con la potenza di un treno in corsa.
Anche di notte.
Ho perso il conto delle telefonate nei momenti e negli orari più disparati e anche la mia segreteria telefonica ci si è affezionata. Solo chi lo conosce può comprendermi se a volte mi lamento di come sia impegnativo collaborare con una persona assediata da questa inesauribile fretta di vivere. Ormai ho la quasi matematica certezza che quando mi vibra in tasca il telefono è Guglielmo con la sua prossima trovata. In moto che scorrazzo in una sfilata di Harley Davidson: Spotorno al telefono. Accendendo la brace del barbeque: è Gugi, urgente naturalmente. Una specie di missione speciale, manco stessimo salvando il mondo. Mentre insacchetto la spesa alla cassa: Guglielmo chiama. Sala prove con la Jazz band: sempre lui. A proposito, nel poco tempo libero mi trasformo in cantante swing, e Guglielmo è l'ascoltatore perfetto per la mia crescita artistica, con la sua capacità di criticare con la massima schiettezza.
La stima nei suoi confronti supera indenne le incomprensioni o i momenti di nervosismo. Ma non finisce qui: credo che il nostro rapporto sia andato oltre l'aspetto professionale, tramutandosi in amicizia, anche se io e Gugi non siamo ancora passati al "tu".
Mandarsi a fare in culo allegramente, in questo senso, aiuta. Nick www.nickbufano.com
Questa amicizia nasce da un solo incontro, ma con telefonate di liti e complimenti... di giorno e a qualsiasi ora della notte. Per 'fare pace' dobbiamo parlare di musica jazz.
Gugi |
Guglielmo SpotornoChiamato Gugi, è più cellese che milanese. Archivi
October 2021
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