Io ho visto su National Geografic uomini che ‘sparano’ getti d’acqua sulle rocce e setacciano la sabbia raccolta. Ho sempre l’impressione che si tratti di una commedia: sono troppo ciccioni e allegri.
A Celle, quei due, non facevano teatro. Erano Raffaele Arecco e Ali Manzi. Tranne il rumore violento del mare, la risacca e i gabbiani che scappavano verso il largo, c’erano solo loro due.
Io andavo sempre con Raffaele Arecco, anche se ero amico di Ali. Raffaele era nato attore e con lui era sempre una sorpresa. Ogni cosa che faceva era accompagnata da gesti rituali, come fosse uno sciamano. Mi ripeteva: “Devi arrivare nel momento giusto, perché la schiuma dell’onda copre e ricopre. E’ l’attimo quello che conta. Altro che andare per funghi!”.
Tutto questo avveniva in silenzio. Arecco teneva una canna in mano e ogni tanto segnava il maglioncino amaranto di Ali che stava tornando dalla parte opposta: “U g’ha ninte?”.
Un giorno, stanco, mi guarda, stringe le sopracciglia e mi dice: “Gugi, A volte mi chiedo perché non sono nato gatto!”.