Mi vendono le Toyota davanti al naso e io sono legato ad una sedia di paglia e non posso dare neppure il mio biglietto da visita di PDA.
Ricordo che il venerdì, una volta, era “di magro”: niente carne, era un white friday. I liguri che tiravano la cinghia si inventavano frittate di verdure ed erbe gratuite. Gli altri, i benestanti, entravano in piccole pescherie dove i pescatori andavano a piedi nudi e scaricavano una cassetta di sardine.
Le donne avevano delle sporte nere e da queste tiravano fuori borsellini piccoli e rattrappiti. Dentro c’era il “poco” e quel poco erano “citti”.
Centinaia di uomini e donne si mettono in fila per nutrirsi di scontrini e alleggerirsi di soldi: oggi è il “black friday”! Non ci sono più monete e monetine ma delle gran carte: di credito, bonus, punti fedeltà e non ci sono più neppure quelle 10.000 lire che mio zio Giovanni chiamava lenzuolo, piegate e ripiegate in otto parti, messe in un angolo del portafoglio.
Chi sono i Creativi?
Sono quelle persone che si radunano, magari per ore, in una sala e, in una tempesta di cervelli (brain storm). E trovano l’idea per radunare queste folle di “coatti”, e non escludo che tra questi ci possa essere una nipote.
Quello che conta non è l’intelligenza dell’idea, ma ciò che affascina la stupidità, che è sempre in agguato. Gli antenati dei Creativi sono stati coloro che hanno inventato le famose frasi del fascismo: “Mussolini: sei tutti noi” “credere, obbedire, combattere”, “Mussolini ha sempre ragione”. Questa stirpe non si estingue, trova lavoro presso il dittatore nord coreano.
I Creativi sono poche persone che, pagate a peso d’oro, sono capaci di mettere in coda migliaia di persone che credono in qualcosa che in realtà non “esiste”.
Danno vita ai fantasmi. Sono semplici Guru? Non si sa. Il marketing è tutto, tranne una scienza esatta, “esce dalla finestra e non si sa se rientrerà dalla porta”.
Per fortuna non tutti sono così.
Mio zio Giovanni, buonanima, si terrebbe il suo lenzuolo sempre più ripiegato.
Impermeabile e cappello - Poesia di Guglielmo Spotorno
Poesia dedicata a mio zio Giovanni
Testo: Guglielmo Spotorno Voce: Guido Ruberto Musica: "Temptation part. 1" - Burglary Editing: Nick Bufano |
Impermeabile e cappello.
Dai tempi dei risotti scarni, di brodi scoloriti, si porta negli occhi un pessimismo senza fine, un’onestà amara, una mancanza cronica di amicizia. Come uccello che prevede la tempesta vigila sulla grondaia, come uomo che prevede il provvisorio non toglie mai impermeabile e cappello. |