Sono incerto, consigliatemi una scelta.
Ritorno alla ceramica per i fratelli Poggi, Ceramiche San Giorgio. Sono incerto, consigliatemi una scelta. "Ma come fa? Ma come cavolo fa? Come fa l'acqua, fluido mobile, instabile, isterico, indomito, dalle movenze assolutamente imprevedibili ed imprendibili, a piegarsi in forme e geometrie cosi regolari, ordite, anche ardite, comunque composte? Quali misteriose ed invisibili forze pulsano dentro l'onda componendone l'aspetto esteriore e visibile? Quali forze riescono ad ordinare un fluido così matto? Poi, tutto sparisce rapidamente, troppo rapidamente, perché l'onda va via. Fotografo le onde per averle sempre con me, per non dovermi consolare con il ricordo di un'emozione, che con il tempo finirebbe per evaporare, inevitabilmente." Sasha Benedetti www.sashawaves.com Mi rende felice avere due amici: Chicco Maggioni e Sasha Benedetti.
Così diversi, ma così legati al comune mistero e rispetto del Mare. Finalmente! Siete arrivati con le vostre macchine fotografiche. 10 Dicembre 2011 Marina degli Aregai (IM). "Sorprendente... emozionante... sono termini che potremmo usare in quasi tutte le immersioni, dipende dalla nostra capacità di riuscire a vedere le meraviglie intorno a noi... Qualche immersione è più sorprendente di altre, per esempio quella che mi è capitata un dicembre, un sabato. Al solito, Diving Nautilus di Marina degli Aregai, con la consueta calda e simpatica accoglienza di Davide e del gruppo che accoglie tutto l’anno gli “irriducibili” come me. Partiamo per il nostro tuffo e mentre scendo mi attardo un poco a sistemare la mia macchina foto. Arrivo sul fondo, il tempo di un paio di foto di “riscaldamento”, alzo lo sguardo, sono solo e...un bellissimo S. Pietro è lì, ad un metro da me, che mi guarda, incuriosito. E’ l’inizio di una mezz'oretta insieme, lui sembrava molto tranquillo...io ero eccitatissimo, ma non volevo farglielo capire! La mia meraviglia posava, un po’ vezzoso, e ad un certo punto ha pure sbadigliato (foto). Io cercavo le inquadrature migliori, lui a volte sembrava un po' timido, a volte si metteva in fronte a me, comunque era fantasticooooo!!!!!! Risalendo ero felice..che tuffo...che bello...che emozioni...che sabato!!!" Chicco Maggioni www.chiccomaggioni.com Il Maracanà è un rito collettivo e rumoroso. Il racconto di Chicco è puro silenzio, come l'acqua dei suoi incontri.
La differenza fra il San Pietro e il grande maestro che lo dipinge sta tutta lì: l'artista e uomo capisce la differenza, il San Pietro no, non sa quanto è bello. La natura, per quanto bella, non conosce sé stessa. Noi siamo perdenti nella realizzazione, ma vinciamo il confronto con la natura perché capiamo questa differenza. E ognuno va per la sua strada. Nessun pittore potrà mai rendere la bellezza della natura. Ieri mattina sono andato alle ceramiche San Giorgio di Albisola per questa nuova 'avventura' artistica.
Scrivere di Giovanni Poggi dopo solo due incontri è un azzardo, ma anche aspettare può creare confusione in chi scrive e in chi legge. Poggi è imponente, con due baffoni, un naso virile e l'occhio che ti 'agguanta'. Quando parla è una 'miniera'... ed è difficile mettere in ordine le emozioni che già premono nella mia penna. Sono indeciso. Di lì sono passati artisti come Jorn, Lam, Fabbri, Sassu... Questa emozione rimane mentre incido. Quando entra il colore, il mio blu oltremare, la mano ritrova la sua sicurezza. E Silvana mi è vicina con le parole di una figlia. Questa è la foto del mio incontro con Giovanni e Pietro Poggi, fondatori e proprietari della storica CERAMICHE SAN GIORGIO DI ALBISOLA.
Nasce un progetto di collaborazione artistica. www.ceramichesangiorgio.com Gugi e Marco: due matti di professione. E' sufficiente dire che questi due hanno tentato di comprare un lago al Tonale. "E cosi la sera, ci sedevamo davanti a un grande vetro che dava sui campi da sci. Là in alto, dove l'aria è leggera, e bevi due Irish coffee, tutto sembra così vicino, così possibile che saremmo partiti in scarpe da tennis per l'Adamello... intanto c'era la luna, e si sognava come diventare ricchi con una sola idea. Ci pensavamo sul serio, sino a scrivere su un foglio a quadretti le varie opportunità (le chiamano così quelli che vogliono farti perdere un bel po' dei tuo tesoretto)." 8000 metri sull'Himalaya: il coraggio di rinunciare.Parole e video del mio caro amico Marco Katzenberger. "Come sai ho salutato la mia città, Milano, i miei amici, il mio lavoro con un nodo in gola pazzesco, ma il richiamo che avevo dalla montagna era fortissimo, di difficile controllo. E' così che è iniziata la mia avventura: trasferendomi in Trentino, in Val di Sole a Folgarida vicino a Madonna di Campiglio con le sue Dolomiti di Brenta, patrimonio Unesco, inserite in un meraviglioso Parco: il Parco Naturale Adamello Brenta. Qui ho potuto sfogarmi tra sci, alpinismo e arrampicata. Cime meravigliose insieme a veri professionisti della montagna. Gli anni passano, il richiamo è sempre stato fortissimo, fino a portarci con un pizzico di follia a intraprendere due piccole spedizioni in Himalaya, di cui una al Kanchenjunga, terzo ottimila. Fatta con tanta umiltà e fatica, probabilmente neanche poi così tanto preparati, ma la gioia di poter ammirare un 8000 è stata qualcosa di grandioso. Mai avrei pensato di piangere al cospetto di una cima così imponente. Con le tue parole mi ha convinto a mettere in rete e condividere sul tuo "diario di bordo" un insieme di ricordi legati a quei giorni. Ricordi che non vogliono dare un senso tecnico, una sfida sportiva, ma semplicemente raccontare con immagini genuine quello che abbiamo vissuto con il cuore: l'avvicinamento al campo base a 5000, un tentativo di salita per poi essere colpiti da neve e freddo e scendere più velocemente possibile. Decidere di scendere, ritornare al campo base, sapendo che da non professionista hai solo una possibilità. Sei come un turista, provi, se va male torni; non puoi ripetere, non sei organizzato per farlo. Questo fa male. A 6000, dopo che hai consumato tutto quello che hai, non vuoi scendere. Poi la razionalità ha il sopravvento, non devi dimostrare nulla, la vera conquista è saper riconoscere i propri limiti, saper tornare a casa. Forse un po' incoscienti, un po' avventurieri. Tanto rischio. Assaggiato l'ebrezza dell'alta quota chiudiamo i ricordi con immagini scherzose, allegoriche, proprio per sottolineare quanto in quei giorni ci siamo trasformati, cambiati, quanta paura abbiamo condiviso. Paura giusta che ti fa rimanere concentrato e ti rende felice quando ritorni a casa ma con quel richiamo e amore per la montagna sempre più grande." Con affetto, Marco Trekking Kangchenjunga - Prima puntata |
Guglielmo SpotornoChiamato Gugi, è più cellese che milanese. Archivi
October 2021
All
|