Nascita Mia madre mi ha detto: "Gugi, sei nato di notte... e anche di corsa". 8 anni Mio padre mi aveva portato 4 cuscinetti a sfera e mi sono fabbricato un carrello. Mi buttavo a pancia in giù con la testa in avanti a fare da paraurti. I piedi dietro per frenare e le mani davanti che tenevano le corde per curvare. Era la Formula1 del carruggio. 10 anni Di pomeriggio gli schettini nella piazza del comune. Nelle mattine di festa salivo in bici fino alla chiesa di Sanda. Sosta alla fontana e poi giù, a tutta velocità. Cadevo una volta su 3 quando entravo nelle rotaie di ghiaia lasciate dalla corriera. |
16 anni Sono diventato anche più coraggioso e forse più 'stupido'. Mi tuffavo sempre dalle rocce più alte e più scure di Celle... e a Milano guidavo una vecchia Topolino in un grande campo sterrato, dove non serviva la patente. Il campo era di mio padre, tutto erba e terra, salite e discese... fatte dai trattori. Lì è stato il mio primo circuito, dove ho imparato a usare e distruggere un cambio. Questa Topolino era sempre bianca di polvere e io la nascondevo in un angolo sotto un capannone dove c'erano i carri per portare il fieno. |
Patente. Con la 1100D sono venuto a Celle da mia zia alle 6 del mattino, dopo una festa di capodanno. Mia zia mi ha detto: "Ninnu, ti ti è nescu francu. Vani in tu lettu". Al ritorno, alle ore 16.00 circa, sfasciavo l'auto al casello dell'autostrada di Milano. Inseguivo una BMW sotto la neve. La BMW ha frenato, io ho frenato a 100 mt e dopo mi sono messo di traverso e sono arrivato nel sedere della BMW, piegando la 1100 in due contro la struttura in cemento del casello. La polizia stradale mi ha messo in un capanno, mi ha dato un tè caldo e ha chiamato mio fratello.
"Guglielmo, sei nato con la benzina nel sangue".
Mi aveva già visto ragazzo andare da un box all'altro di F1, spiare e conoscere anche tutti i campioni. Non li ho mai visti guidare perché quando si andava in giro mio padre si voleva sempre mettere al volante, anche se era in compagnia di Ascari, Villoresi o Biondetti.