L'Arte.
Negli anni ’50, a casa mia, si incontravano pittori, poeti e alcuni scultori… Senza preavviso e con un “Passavo di qua”, si sedevano nel ‘salotto buono’ e parlavano quasi sempre di Picasso. C’era ancora odore di guerra, molta fame e pochi libri. E io ho incontrato l’arte, che avevo i pantaloni corti.
I quadri hanno le gambe.
Quanto ho fatto nella vita, si lega al carattere. Luciano Caprile, nell’ultima critica dedicata alle mie opere, ha trovato un titolo un po’ barocco: ‘La vita specchio dell’anima’. Io non saprei trovarne un altro per me stesso. Siamo in troppi nel Mondo. Tutti dispersi nel labirinto digitale, senza filo d’Arianna per guidarci. L’unica scelta è far vedere i quadri. I quadri hanno le gambe, camminano da una stanza all’altra,… se le stanze sono solo quelle delle mie intenzioni… devono finire in soffitta. Se invece danno emozione anche a una sola persona, hanno diritto di chiodo.
I quadri non sono francobolli.
I quadri non si raccolgono come i francobolli. I collezionisti, quelli che vogliono possedere tutto di tutti gli artisti, amano più se stessi che i loro dipinti. Chi ama veramente l’arte, trattiene nella memoria solo poche opere. Io, se dovessi fuggire, porterei come me ‘L’urlo’, ‘La Pietà Rondanini’, ‘La casa de los ninos’, ‘L’assassino’ di Van Gogh, ‘Il Sole’ di Pelizza.
Un Generale con troppe medaglie.
Chi sta preparando il sito mi dice: “Dia una certa cronologia alle sue opere, un ordine, altrimenti facciamo ‘casino’ ”. Questo sistemare le tele negli scaffali del tempo non è facile. I quadri del passato inseguono quelli del presente… e già penso a quelli del futuro. Enrico Baj era un pittore, ma soprattutto uomo di cultura e ironia. Mi ha fotografato come in quei box delle stazioni. Si tira la tendina e si viene così… come si è. E lui cosa fa? Mi regala l'acquaforte di un Generale, con la dedica: "A Guglielmo e al senso erratico dell'autoconcessione".
Ha capito che faccio quel che voglio. E questo accade anche per i miei quadri. In tutta libertà li divido secondo i due estremi del mio essere: riflessione ansiosa, cortocircuito violento.
Dove una è ragione dell’altro. |
Il rapporto tra il Maestro e me è stato tra amici che hanno un cattivo carattere. Nel 1981 ho editato la cartella 'Folle' che contiene 4 acqueforti di Baj, rare per la limitata tiratura di 50 esemplari.
I titoli.
Nick spazientito insiste: “Gli dia almeno un titolo!”.
E va bene, però uno ci vede quello che vuole… e poi qualcuno è dipinto da due o quattro lati. Ruota con il mio pensiero… che corre tra paralleli e meridiani. Se do un titolo, è solo per far dire al quadro: “Questo sono io?”.
Profondità marine.
Sono stato sempre pescatore: da bambino con la canna di bambù e, più avanti, con i tremagli e palamiti d’altura. Questi dipinti erano i sogni dell’alba, prima di mettermi in mare con la ‘Sant’Agata’.
Surreale.
La serie dei quadri degli insetti nasce dagli ‘Incubi’ disegnati a 12 anni. A volte trasformo l'occhio in una lente e vado a spiare l'inizio della vita.
Questo è avvenuto anche per alcuni dipinti in cui ho scelto il melograno, simbolo della maternità. Li ho intitolati 'Esplosione della vita'.
Dubbi di un padre.
È stato e continua ad essere il dolore di un figlio borderline. Spio i miei quadri e le mie poesie e ritorna una domanda: “Dove è la frattura genetica?”
(altre "videopoesie" si trovano in qui)
Quando è morto mio padre Franco, che è sempre stato uomo di giustizia, ha avuto qualche dubbio. Piccole cose, che in seguito si sono trasformate, nelle mani di avvocati e periti, in tristi 'giochi delle carte'... Lontani i tempi di 'Senza firma'
Informale e sferico.
Inutile dare spiegazioni. Se no che informale sarebbe…
In cerca di un ordine.
C'è stato un attimo in cui sono ritornato all'ordine della geometria.
Cronaca.
New Economy.
Città umanizzate.
Una provocazione. Nelle città c'è poco di umano. Una deriva nascosta di povertà e violenza.
Io ho paura di bussare la porta. I miei dipinti immaginano queste città dall'alto, come foreste... dove non c'è spazio per atterrare.
Io ho paura di bussare la porta. I miei dipinti immaginano queste città dall'alto, come foreste... dove non c'è spazio per atterrare.
Trasparenze vegetali e marine.
Qualche volta penso di prendermi 'una vacanza dalla vita'. Torno nei boschi e al mare.
Nello spazio e gli alieni.
Lo spazio del web è così grande e così piccolo, dove l'uno è lupo dell'altro.
Un momento religioso.
Nel sito, troverete altri quadri e sculture. Non sono un artista seriale. Se mi stanco delle mie parole, potete immaginare quanto sia critico, nel tempo, coi miei dipinti. Il mio archivio generale non ha valore per la quantità, ma per la diversità dei temi. E poi le mie opere in casa, non stanno mai ferme. Vanno da un piano all'altro. E così sono viste in diverse prospettive, quasi dimenticate o messe in primo piano.
Autoritratti.
Le origini.
Come tutti i bambini ho cominciato a disegnare molto presto, ma sempre a modo mio.