Fondazione Stelline
Guglielmo Spotorno: lavori inediti dagli anni 70 a oggi.

di Sebastiano Grasso
A 76 anni, Guglielmo Spotorno espone, alla Fondazione Stelline, una trentina di lavori inediti, dal 1970 ad oggi. La mostra, a cura di Luciano Caprile ed Elena Pontiggia, chiuderà il 7 dicembre. Spotorno ha cominciato a disegnare a 12 anni. La madre Enrica aveva una galleria in via Moscova e il ragazzino vi trascorreva interi pomeriggi, portandosi dietro i libri di scuola per fare i compiti. Gli artisti della galleria non erano certamente avari di incoraggiamenti per i suoi ghiribizzi. Da qui, la suggestione per una pittura che, allora, guardava soprattutto all?Informale. Ma Guglielmo era attratto anche dagli alfieri del Cobra e da Graham Sutherland, senza dimenticare Jorn e Matta, di cui si ricordava nel momento in cui spargeva i colori sulla tela e che stimolavano in lui una sorta di processo maieutico. I soggetti? Il mare («el mar, la mar», cantava Rafael Alberti sulle sponde dell?oceano andaluso di Cadice, ricordandosi che, in castigliano, la parola è sia maschile che femminile) e le sue profondità, figure geometriche nello spazio, insetti, città umanizzate. Temi ripresi più volte negli anni e sviluppati alla luce di nuove esperienze e sollecitazioni. All?«umanista» (con laurea in filosofia) che scrive versi (il primo libro, «Via Sant?Antonio», è del 1963; il secondo, «La linea della notte», viene presentato in occasione di questa esposizione) si affiancava quella ufficiale di manager ed economista (con laurea in Scienze politiche). Che volere di più?
fonte:
Corriere della Sera, 2 Dicembre 2014
A 76 anni, Guglielmo Spotorno espone, alla Fondazione Stelline, una trentina di lavori inediti, dal 1970 ad oggi. La mostra, a cura di Luciano Caprile ed Elena Pontiggia, chiuderà il 7 dicembre. Spotorno ha cominciato a disegnare a 12 anni. La madre Enrica aveva una galleria in via Moscova e il ragazzino vi trascorreva interi pomeriggi, portandosi dietro i libri di scuola per fare i compiti. Gli artisti della galleria non erano certamente avari di incoraggiamenti per i suoi ghiribizzi. Da qui, la suggestione per una pittura che, allora, guardava soprattutto all?Informale. Ma Guglielmo era attratto anche dagli alfieri del Cobra e da Graham Sutherland, senza dimenticare Jorn e Matta, di cui si ricordava nel momento in cui spargeva i colori sulla tela e che stimolavano in lui una sorta di processo maieutico. I soggetti? Il mare («el mar, la mar», cantava Rafael Alberti sulle sponde dell?oceano andaluso di Cadice, ricordandosi che, in castigliano, la parola è sia maschile che femminile) e le sue profondità, figure geometriche nello spazio, insetti, città umanizzate. Temi ripresi più volte negli anni e sviluppati alla luce di nuove esperienze e sollecitazioni. All?«umanista» (con laurea in filosofia) che scrive versi (il primo libro, «Via Sant?Antonio», è del 1963; il secondo, «La linea della notte», viene presentato in occasione di questa esposizione) si affiancava quella ufficiale di manager ed economista (con laurea in Scienze politiche). Che volere di più?
fonte:
Corriere della Sera, 2 Dicembre 2014