Io ho sonno e mi sveglia Gloria con un piatto di tortellini in brodo e un plaid per le ginocchia. Insomma, un po' quello che fa pensare ad un Alberto Sordi con un po' di "oh, sì! Come sono fortunato". Laggiù, sotto il mio cancello, dopo le piante di bamboo, c'è acqua sufficiente a due anguille. Lascio il racconto di Grazia e mi trovo il solito funereo Mentana che racconta la bufera di neve sull'America. |
1966...l'alluvione.
(con l'accento sulla "ì" - come"ì mangiare pe' l'uccelli") era quello che si sentiva ripetere.
Voce narrante: Richard Burton
Musica: Mozart - Requiem In D Minor, K.626

Il Valdarno appariva sotto l'acqua. In realtà a noi era andata bene perché il borro di fronte a casa nostra aveva tracimato dall'altra parte e sull'Arno la diga sembrava tenere.
C'era stato un falso allarme, ma mia madre aveva i nervi saldi e quando tutti davano i numeri lei rimase ferma, a casa. Non tranquilla, ma lucida.
Ci fece mettere gli scarponcini nuovi, i maglioni caldi, riempire gli zainetti. Tutto per essere pronti a salire su in Casentino se l'acqua ci avesse raggiunto. Non si mosse, in principio...
Raccogliemmo funghi e funghi e tornammo tardi. Eravamo pronti a passare giorni fuori di casa: il pieno era stato fatto...era arrivato il sole. Lei ci fece correre, sfogare. Cenammo anche fuori, il che non era nelle nostre abitudini.
Tornammo tardissimo e...trovammo nostro padre, incredibilmente infangato, che dormiva sui gradini di casa. Era partito da Milano con un collega dell'Azienda, che aveva famiglia a Firenze. Avevano riempito l'auto di bottiglie di acqua minerale e avevano inforcato l'autostrada senza sapere cosa avrebbero trovato. Da Firenze a San Giovanni mio padre fece l'autostop. Era sempre più difficile raggiungerci, ma lui si rasserenava man mano che si avvicinava alla meta. La situazione era brutta, ma non come se l'aspettava.
Una volta arrivato, al primo momento di sconcerto, di fronte a un portone chiuso, fece seguito la calma...
Prima o poi saremmo tornati.
Grazia