Il mio amico Egidio Magurno, grande giardiniere, uomo di 'spaventosa' cultura, mi ha inviato ieri sera questi undici 'carmi priapei' di persone di alta cultura... che non potrebbero essere approvati nel loro complesso neppure dai preti più moderni.
Oggi una donna non fa più un golf per il nipote e neppure il brodo per il marito. Tutto è già fatto.
Io conosco una donna di nome Carla, così piccola che la chiamano Carletta. Tutto è piccolo in lei, persino i capelli di un centimetro. Però ha una forza e una volontà da gigante. Suo padre le ha lasciato un campo nell'entroterra, un po' seminato, un po' “a serbu”. Lei ha preso con energia i suoi due uomini...il marito, e il figlio, e li ha portati davanti a quel campo con queste parole: "Ora qui, ci facciamo la nostra casa!". Il noi è puramente dialettico. Nei suoi discorsi invece questa piccola casa è stata fatta dal figlio Carlo... Carlo qui, Carlo là, Carlo è andato fino a Luserna a prendere le pietre... ha comprato le 550 lance di ferro della cancellata.
I miei sogni sono abitati da 'nemici'. E i nemici sono proprio quelli che dovrebbero volermi più bene. Con mio padre discuto sempre, anche ad alta voce, torace contro torace. Lui fa i muscoli e io più di lui. Discutiamo su una via da prendere: destra o sinistra? Non c'è una meta precisa e tutto rimane nel vago, ci piace litigare e io nel sogno non capisco neppure il perché.
Mi sono laureato in Filosofia nel 1972, ma ho continuato a studiare e a scrivere. Ho raggiunto un metodo per superare gli esami più difficili di filosofia. Era nei primi tempi soprattutto dedicato alla memoria. Riuscivo con un sistema di associazioni di parole di uso comune e riferimenti fonici, ad associare i più lontani nomi e teorie. Questo non accadeva solo per i filosofi, ma per storici e critici passati e presenti.
Ieri, in occasione del Premio Meneghetti, io, Cristina e Davide abbiamo visitato a Torino l'Officina della Scrittura, museo inserito nella storica fabbrica della famosa penna Aurora. Ho partecipato a molte inaugurazioni, non certo solo le mie, ma mi sono trovato di fronte ad una novità. L'arte non isolata e protagonista, ma introdotta da un lavoro artigianale di prestigio. La fabbrica si trasforma in museo dove i quadri sono ospiti importanti.
Sto preparando la pubblicazione di un terzo libro di poesie. Sono incerto sul titolo, anche se per la mia età dovrei scegliere 'Autoritratto'. E mi vengono in mente i miei dipinti. In questi giorni guardo alla mia vita come se fosse già incorniciata e con un chiodo alla parete. Riesco comunque ancora a sorridere.
Il Corriere di oggi 12 Febbraio 2018 - pag. 23 - QUI l'articolo completo Padri e figli, figli e padri. Forse c'è una colpa e nessuno sa di chi sia. Io tendo la mano, ma la risposta è sempre la stessa: "Sei troppo impegnativo". E non ci si ferma ai nipoti. Vado a finire nelle nuore e nelle collaboratrici domestiche. Sempre con la stessa risposta. Anche amicizie ed amori durano poco. Qualche anno fa le donne erano 'famose' per il loro sedere. La foto storica di Mauro de Biasi è stata esposta al Guggenheim Museum. Un simbolo dell'Italia. L'attenzione si rivolge anche al seno. Era un caso di molestia sessuale, ma si fermava alle parole. Gli uomini perdonavano se stessi dopo il lungo periodo di guerra e trincea. Io bambino, nella scala di Via Sant'Antonio, mi nascondevo con un mio amico... un seno nudo era una grande emozione. Anche se il giornale era vecchio, ingiallito e stropicciato da molte mani. Mia zia al piano di sopra non poteva certo immaginare che io facessi peccati così 'gravi' nel buio delle scale. E sistemavo tutto con una confessione a Don Tardito. Oggi molte donne sono 'omologate'. E non capisco se sia siano loro a decidere, o gli uomini che vogliono vedere... tanto, tantissimo, anche se falso. Non è un argomento facile e avrò delle critiche. Io amo le belle donne 'così come sono'. Ho avuto una passione per Audrey Hepburn in 'Vacanze romane'. E a 18 anni, con qualche speranza, ho scritto una lettera a 'Guendalina'. a mia casa, la nota Ca' Brutta, aveva due ingressi, uno per i signori al n.12 ed uno per domestici e fornitori al n.14. Io per prudenza ho messo l'indirizzo della portineria di servizio. Di lì entravo quasi sempre e chiedevo: "C'è posta per me?". "Niente". La portinaia era meravigliata del mio frequente passaggio e sempre della stessa domanda. Ma Guendalina esisteva solo nella mia fantasia.
Mi scrive l'amica e collaboratrice Barbara Buongiorno a lei, sono molto contenta per lei! E devo ammettere che il quadro "Avatar" rappresenta molto bene la scoperta del nuovo, l’incontro tra due realtà diverse, e l’ignoto non fa paura, i colori sono tenui, ma caldi, se fosse un film piano piano aumenterebbero di intensità, seguendo l’intimità che si crea tra i due. Secondo me è positivo e dà speranza. Questa è solo la mia valutazione, sono le mie impressioni. Penso sempre che ognuno in un’opera d’arte vede sempre qualcosa di diverso rispetto all’autore. Quindi le chiedo scusa se la mia visione è diversa dalla sua. La lista dei suoi estimatori si espande, ha molto lavoro nei mesi futuri! Complimenti. Un orgoglioso saluto, è un privilegio conoscerla. Barbara "Avatar", dal 17 Febbraio 2018 esposto a Pozzo Garitta - Albissola Marina (SV) per la mostra "Loving Art" I collezionisti di quadri dipinti da persone famose sono quasi sempre dei ruffiani. E' interessante ricordare l'episodio di Winston Churchill. Winny si era convinto a farsi dipingere il ritratto da Graham Sutherland, forse il più grande artista inglese del '900. Il pittore, noto per i suoi ritratti, dipinse un quadro grande e straordinario. La moglie di Churchill lo prese e lo bruciò nel giardino, con queste parole: "Di Winston me ne basta uno!". I miei ricordi si rincorrono e a volte si ritrovano. Lo scritto di oggi mi riporta ad un articolo ironico pubblicato su 'La notte' nella mia rubrica 'Senza cravatta'. Anni '60. Due uova perfettamente dipinte da Fanfani. Amintore dipingeva per diletto, ma tutti lo chiamavano 'maestro'. Qualche volta c'era il problema della sua statura. Non arrivava là in alto e un segretario trovò il modo di risolverlo con una cassetta di frutta vuota, sulla quale l'aretino saltava. Celebre è stata la foto che Leo Longanesi, direttore del giornale 'Il borghese', ha pubblicato a piena pagina. Qui Amintore era ripreso di spalle da uno spietato reporter. Tino Petrelli aveva maliziosamente immortalato Fanfani durante il Congresso Dc del 1959, ripreso da dietro, mettendo in evidenza che l’oratore stava parlando ai congressisti stando in piedi su un grosso pacco di giornali per sembrare più alto... e la mano sul culo. Amintore era un toscanaccio di Arezzo, fondatore del centrosinistra, cinque volte Presidente del Consiglio. Non era un toscano alla Renzi, ma era un 'ducetto' democristiano. E con questi presupposti era un pittore molto ricercato. Alla prima personale di Roma, dopo mezz'ora aveva già venduto tutto. I giornali del tempo hanno riportato che c'era stata anche una rissa tra due collezionisti che si contendevano il dipinto 'Piatto con due uova al burro'.
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Guglielmo SpotornoChiamato Gugi, è più cellese che milanese. Archivi
October 2021
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