Quando avevo 10 anni, andavo anche in trasferta ai Piani. Si giocava sul cemento della salina, dietro al muraglione con i Perata, i Caviglia e i Bruzzone. Botte da orbi. Arrivavo a casa sempre sanguinante. Non si imparava molto, solo a soffrire. E questo mi è servito a Milano, dove ho vinto molto tra i dilettanti, fino ad arrivare all'eccellenza. Ma lasciamo perdere. Ricordo invece che il povero Ginin divenne un idolo quando vinse con le figurine il primo pallone a siringa visto a Celle. E ricordo anche quando in Piazza del Popolo fece improvvisa e drammatica apparizione il maresciallo Serra in borghese. Ci sequestrò subito il pallone dicendo: "Questo lo tengo io". E si andava di notte nel forno dei Bruzzone, un po' per mangiare la focaccia appena sfornata e un po' per sentire Dante, tutto infarinato, che ci parlava del suo provino all'Inter. E criticava tutti gli allenatori del Celle.
Potrei stare qui ore come un pensionato a ricordare le sfide, le liti e i 'cartun in tu muru'. Non si parlava di sombreri, di rabone e di tunnel avanti e indietro, ma solo di gol. Anni dopo ho conosciuto personalmente Juan Alberto Schiaffino e Alcide Ghiggia, i due del Maracanazzo. Andrade, Varela, Vernazza e ora Godin, Cavani e Suarez sono esempi del calcio uruguagio. Nati nella Boca genovese, dove l'imperativo categorico è: MASSIMO RISULTATO CON MINIMO SFORZO. Essere picchiati per picchiare meglio e anche dopo con l'ultima tacchettata. Io amo gli uruguagi, questi figli di liguri che vivono in una piccola nazione. Poco più grandi della Svizzera, hanno vinto due Campionati del Mondo. E ora, la squadra che seguo sempre è l'Atletico Madrid di Simeone. I colchoneros che degli altri fanno materassi. |
Ci sono stati altri, più che sportivi, personaggi. Ricordo 'scintilla' Costa che litigava con il figlio durante i tornei di tennis notturni. O l'onorevole Russo, che litigava con il figlio Nanni, chiamato 'lo scheletro volante'. Albino Crocco, il più titolato fucile d'Italia. Quando c'era la 'rottura', lui e suo fratello con gli automatici erano più incisivi di una mitragliera. Poi ci sono i Miliardi, Paolin Ravano...
Ora è notte, sono stanco e mi aspettano due mostre importanti. La prima, il 18 novembre, al Museo della Permanente di Milano. Un'altra alla fortezza del Priamar, settembre 2016.
Spero che tutta la Polisportiva di Celle partecipi alla mia mostra di Savona. Offrirò un rinfresco prima dell'inaugurazione... così tutti vedranno i miei dipinti con un'altra luce.
'Con el dinero baila la mona'.