Guglielmo Spotorno
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Diario di bordo

Novità, suggerimenti, aneddoti.

Celle e Varazze. Varazze e Celle.

25/3/2017

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Tra i paesi della costa ligure c'è sempre stata rivalità e tradizione di scontri. 
Lo Stadio Olmo in Località Natta di Celle Ligure è la dimostrazione che è possibile superare antiche rivalità in nome dello sport. Lo sport deve unire e non separare. 
Anche i grandi eventi delle Olimpiadi  purtroppo hanno sempre, anche oggi, pesanti e misteriose guerre diplomatiche, sempre attraverso reciproche accuse di doping. Sono le autorità politiche e i dirigenti sportivi che dopano sport anche puliti come l'atletica prendendo pretesto da pochi casi. Ricordo la Costner e Swartz. ​
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Il Campo Olmo prima dell'allestimento
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Il Campo Olmo pronto per lo sport
Celle e Varazze hanno superato ogni rivalità, anche se qualcuno si è perso in ridicole polemiche perché sull'invito Varazze è scritto prima di Celle. ​
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Quello che mi ha colpito di questa iniziativa è il fatto che abbiano unito il calcio, lo sport dove gira più denaro, con l'atletica che è lo sport più puro in assoluto. Provate a pensare quanti stadi in Italia del campionato A e B di calcio hanno la pista di atletica. Perché? I tifosi vogliono stare con il 'fiato sul collo' ai calciatori. E' così vero questo che io da ragazzo a San Siro sono andato per diversi anni con i fanatici che si mettevano dietro la porta avversaria. Non vedevamo l'intera partita, ma avevamo il gusto del gol e di 'rompere le palle' al portiere avversario. A quell'età si ha la possibilità di essere imbecilli come si vuole. E' anche vero che qualche anno dopo sono stato presente all'Arena di Milano, dove ho giocato a calcio diverse volte, ma quella sera ho assistito all'impresa di Fiasconaro nel record del mondo 800 mt., la gara, dopo i 400, più difficile al mondo. 
Tra Celle e Varazze, Varazze e Celle per lo stadio ci sono state altre polemiche, ma l'importante è il risultato: due campanili si sono uniti. A dispetto della piccola storia della cronaca e soprattutto dei diversi interessi turistici. ​
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Incontri speciali.

20/3/2017

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I bambini ci stanno bene in una galleria d'arte. I quadri prendono da loro leggerezza, e sembrano ritornare  alla semplicità del colore,  non del soggetto.
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I bambini hanno sempre bisogno di vedere, non di capire. 
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Gentile Dott. Spotorno,

La giornata è stata ricca di incontri, abbiamo accolto un trentina di  visitatori!

La nostra mattinata milanese è iniziata con un gruppo di 8 persone, studenti in storia dell’arte dell’accademia di Brera.
I ragazzi sono rimasti  colpiti dalla poliedricità del suo carattere e della sua pittura che mostrano una capacità di azione nei campi più diversi. Alla fine della visita, hanno lasciato trapelare le loro emozioni difronte agli "Autoritratti", trovando in questi uno stato di precisione estetica capace di dialogare con i nostri dubbi e inquietudini più profondi.
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Successivamente ci hanno raggiunto Valentina e Francesca, due trentenni molto solari che lavorano nel campo del design e dell’architettura, sono venute a conoscenza della mostra grazie all’articolo uscito su Domus (lo trovi qui). Hanno risentito un forte coinvolgimento nell’osservare le "Trasparenze marine" dove hanno risentito una sensibilità particolare nel riuscire a cogliere l’estero come l’interiorità, ma sono rimaste anche molto a lungo ad osservare il trittico delle "Città Umanizzate": «Questo è proprio il rovescio della medaglia che si tende a nascondere, ma il nostro sguardo ora ci porta a porci degli interrogativi su come riabitare il nostro spazio».
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In tardo mattinata sono passati du signori distinti e colti. Antonio e  Roberto entrambi frequentatori nel Centro Culturale di Milano, hanno discorso riguardo alla rappresentazione sociologica della realtà che traspare dalle città umanizzate: «Queste pennellate scorrono direttamente dentro ai fatti di attualità, anche le città soffrono nel loro profondo, nel cuore stesso che è fatto dai cittadini che si dimenticano di loro stessi».
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Nel pomeriggio la Sua mostra ha accolto alcune sedie e lo schermo per seguire un incontro in differita organizzato dal centro culturale in collaborazione con l'associazione culturale Rischio Educativo. I relatori erano Giorgio Chiosso (Università di Torino) e Alberto Bonfanti (Direttore di Portofranco). Hanno iniziato il loro incontro dal titolo "All'origine del Bisogno educativo oggi" dando a tutti l'avviso che al termine ci sarebbe stata una visita guidata della mostra. Grandissimo successo!
Alla fine dell'incontro ho avuto il piacere di accompagnare sia Camillo Fornasieri con i relatori che alcuni miei amici professori Francesca, Daria, Caterina e  Davide i quali non avevano ancora visto la sua mostra, ma ne avevano tanto sentito parlare me, e sono rimasti sorpresi dalla grande potenza comunicativa dei colori!
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Guglielmo nel suo studio a Celle Ligure
Poi ho accolto sua nipote Vittoria con la mamma: una ragazza davvero speciale e molto affezionata a suo nonno e alla sua pittura! Per me è stato un piacere poterla conoscere e raccontare ad un osservatrice così critica ed attenta la sua pittura! Ha preferito in modo particolare "Vacanza dalla vita" per la vivacità di colore e "Atlantide" per la profondità del blu, nel quale intravede Celle e tutta la profondità e sconfinata cultura del suo caro nonno. 
Vittoria e la madre si sono poi fermate alla visita guidata con piacere (ed è stata occasione di una ulteriore piacevole chiacchierata). Le riporto la dedica lasciata sul libro delle firme: «Caro nonno, oggi ho scoperto una parte di te inedita, grazie anche alla gentilissima Giulia, ho potuto apprezzare la tua pittura dove nulla è lasciato al caso. Grazie per aver condiviso con me i tuoi pensieri più intimi e intensi - Vittoria Spotorno». ​
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Finalmente è arrivata l'ora della visita guidata, erano presenti suo figlio Riccardo con la moglie e i bellissimi tre figli, le loro maestre e alcuni amici; è stata un'occasione davvero preziosa poter raccontare la sua pittura, dipinto dopo dipinto,  ad un pubblico così interessato e speciale. Alla visita si è aggiunta anche la signora Silvana Cablaggioni, compagna di classe di sua moglie, gentilissima e di gran classe, ha espresso parole di stima e congratulazioni: «Ti ho riconosciuto nei tuoi dipinti, un vero "autoritratto", nei silenzi della tua genialità».

Le maestre invece hanno lasciato alcuni commenti molto belli: «Nonno Guglielmo, non ti conosciamo, ma stasera ho incontrato la tua Celle e il tuo mare e il tuo essere!» e ancora «Abbiamo gustato grazie alla guida Giulia l'incontro con un artista che ci ha interrogato molto e di cui abbiamo ammirato molto luci colori e domande!»

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E per finire chiudo con un messaggio lasciato da Gianfranca: «Grazie di cuore! è stata un esperienza nuova aver rivisto la mostra con le insegnanti dei miei figli. Grazie!»

E La ringraziamo anche noi, perché grazie ai suoi quadri e alla sua mostra abbiamo vissuto un'altra giornata intensa e ricca di incontri speciali.
Salutandola con affetto e gratitudine le auguriamo buona serata!

Giulia, Giovanna e Anna ​
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Un pennello che vuole l'impossibile.

13/3/2017

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L'impossibile è troppo presuntuoso perché ho ritrovato la pittura dopo un mese in cui dipingevo poco e male. Mi sono lasciato cadere con soluzioni diverse in tre momenti che hanno una base comune: presente e futuro interpretano il dolore. Il primo nasce da un film del regista Claudio Fragasso. Racconta l'inferno di cemento di Tor Sapienza.
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"La grande rabbia", 2017

Geografia cittadina nasce dal mio immaginario, dove ogni strada è occupata dall'insidia di un amo.
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"Geografia cittadina", 2017
La terza è una libera e allucinata rappresentazione dei morti di Lampedusa, stretti nella prigione di una rete.

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"Lampedusa, morti nella rete", 2017
Io prendo coscienza della mia arte, che sembra capace di una tecnica grafica e colori diversi. E questo l'ho ricercato per ricordarmi che sono capace di dipingere. Mi manca... un figurativo di limoni o melograni, che sono i miei frutti preferiti.
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Una giornata alla mostra.

11/3/2017

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Non posso che andar fiero della numerosa presenza di un pubblico interessato e partecipe alla mia mostra "Autoritratto", al Centro Culturale di Milano.

Ecco il resoconto di una intensa giornata di visite.
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Gentilissimo dottor Guglielmo Spotorno, 

La mattina è iniziata con la visita di due signori milanesi simpatici, dall’aspetto curato e  distinto, uno di loro mi ha chiesto  se ci fosse un legame con la concessionaria. Alla mia conferma, sorpresi, si sono complimentati sulla poliedricità con cui è stato capace di intraprendere la sua vita. Entrambi impressionati dalle “Trasparenze Marine”, hanno apprezzato la sensibilità con cui è riuscito a cogliere le realtà marine come interiorità dell’essere umano. 
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Trasparenze marine
Nondimeno sono stati colpiti dalla forza veicolata dagli “Autoritratti”, «Pennellate dirette, capaci di scuotere l’anima ed interrogarla nel profondo».
Il suo amico: «Un vero e proprio viaggio Jungiano, capace di trasportarci dagli abissi alla luce, dall'inconscio alla realtà».
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Autoritratti
Ho avuto il piacere di accogliere sua moglie, una donna gentile e molto elegante. Certamente, la Signora Agata conosce meglio di tutte noi le sue opere, è rimasta molto contenta da come è stato realizzato l’allestimento.
Di fronte a “Problemi e piccoli soluzioni” che ancora non aveva visto,  mi ha confidato di aver sentito una forte emozione.
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Problemi e piccole soluzioni
In tarda mattinata, sono passati a salutarmi due miei colleghi universitari, Beatrice e Tommaso, entrambi appassionati di arte contemporanea.
Di fronte agli "Autoritratti” Tommaso è rimasto colpito dall'equilibrio figurativo capace di fare dialogare due «realtà distinte e contrastanti, apparentemente inconciliabili, ma che reggono indissolubilmente la nostra vita».
Beatrice invece si è soffermata a lungo ad osservare “L’origine della Vita”, racchiusa in un silenzio armonioso, per poi avermi confidato di aver ondivagato in codici surreali.
Nel pomeriggio è arrivato un distinto signore, che aveva letto l'articolo di Stefano Bucci sul "Corriere della sera" e si era appuntato in agenda di passare a «dare un'occhiata». 
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(clicca per leggere l'articolo in pdf)
È rimasto molto colpito è affascinato dalla sua pittura. Glielo si leggeva negli occhi. Si è soffermato a lungo di fronte alle città umanizzate. Ha detto che gli piacevano e provava emozioni forti di fronte a "New York" (città che conosce meglio). Non è stato di molte parole, ma profondi silenzi e concentrazione nell'osservare i quadri. E' questo il bello di una mostra. ​
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Città umanizzate: "Pechino", "Berlino Est" e "New York"
Poi è arrivata Titti Girolami, che lei dovrebbe conoscere bene, una donna straordinaria e schietta. Grande estimatrice dell'arte e della sua pittura. Mi ha detto che i suoi dipinti sono ermetici, nuovi ma con i quali fa fatica ad entrare in comunicazione. Ha molto apprezzato l'abbondante nuova produzione, segno di grande attività. Mi ha detto inoltre che (come già sapeva), si vede che dietro i suoi quadri ci sono storie, sentimenti e pensieri. La saluta con affetto!
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A seguire è entrata una ragazza, non mi ha detto il nome, ma era davvero bella e raffinata. Ha guardato la mostra in silenzio. Poi, di fronte a "il vento"  si è girata di scatto e mi ha detto: «Sembra descrivere la giornata di oggi: vento e sole che mi passa tra i capelli!». Mi ha salutata ed è andata via velocemente. ​
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Il vento
In seguito si è presentato in mostra un signore curioso di nome Mario Sempio, abbiamo guardato la mostra chiacchierando di pittura e mare. Una combinazione stupenda! È rimasto affascinato da "Atlantide" una storia stupenda resa alla perfezione. 
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A chiudere la giornata è arrivata Laura, mia cara amica e ricercatrice in critica d'arte alla Cattolica. Ha guardato la mostra con interesse e attenzione soffermandosi sui dettagli e particolari ma anche sull'allestimento e sulle ragioni curatoriali della scelta e disposizione dei quadri. Ha visto nel Suoi dipinti una forte relazione con la pittura di Sutherland e Jorn. Si congratula con lei e le augura tante belle nuove esposizioni!

Salutandola con grande affetto dalla frenetica città di Milano, Le auguriamo buona serata! 
​

Giulia, Anna e Giovanna ​​
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Sesso e poesia.

7/3/2017

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Ho conosciuto Lucio Dalla a Merano. Abbiamo alloggiato per due settimane allo stesso Albergo Palace Espace Henri Chenot, per quelle cure in cui si paga per fare la fame.
Abbiamo parlato di tutto.
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​Naturalmente d'auto da corsa: Lucio si ricordava del cognome "Spotorno" da quando s'imbattè in mio padre Franco studiando la storia della Mille Miglia in preparazione del suo ononimo album.
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Franco Spotorno, 1938. Nella mitica Fiat 500A "Barchetta" n. 24
Da quel primo incontro siamo stati spesso insieme perché la vita nell'albergo prevede che si stia chiusi nella struttura, eccetto per una passeggiata pomeridiana. Il buon Dalla, visto il suo boyfriend del mixaggio, al posto delle camminate al pomeriggio si allontanava con la Jaguar per andare a Livigno. "Il sesso è poesia, e sempre energia", diceva, "e noi andiamo sempre in cerca di energia, non interessa dove si attacca la spina".

Dalla era un uomo discreto, sensibile e di grande ironia. Mi ha detto un giorno: "Guglielmo, io non capisco nulla d'arte e mi sono ritrovato ad essere Presidente del Museo d'Arte Moderna di Bologna. Mi è arrivato a casa un quadro enorme di Carlo Corsi...ma io non lo capisco. Se passi da Bologna vieni a dargli un'occhiata".
​

​Avevamo molte occasioni di parlare. Non solo nel bagno turco, ma quando facevamo relax ai bordi della piscina. Ero io a cercarlo, non solo per la simpatia e stima, anche perché ero interessato a sapere come un uomo della sua fantasia potesse consigliarmi per i grandi problemi di mio figlio Enrico. 
Lui si guardava i piedi nell'infradito, in cerca, e alla fine diceva: "Deve volare in alto". E io: "Ma che cazzo vuol dire...". "Proprio per questo va bene, non vuol dire niente...l'importante è non fare danni!".
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Notizie dalla mostra: complimenti Giovanna!

5/3/2017

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Mi scrive dalla mostra al Centro Culturale di Milano la mia collaboratrice Giovanna Saboureault:
FotoGiovanna osserva "Vacanza dalla vita", 2014
Questa mattina il Centro Culturale ha ospitato un convegno del sindacato CGiL, evento che ha portato molto vivacità perfino alla mostra, difatti ho avuto modo di invitare una parte dei partecipanti che hanno visitato con piacere la sua mostra.
Le impressioni condivise hanno mostrato un forte interesse e coinvolgimento verso i suoi dipinti.
Nel discorrere sull’iter della mostra, ho avuto modo di discutere e trovare diversi spunti di riflessione riguardo al trittico esposto  delle "Città Umanizzate", in cui alcuni visitatori hanno visto trapelare temi che oggigiorno lacerano la nostra società, come  la solitudine, il soffocamento e la precarietà che le grandi metropoli talvolta infliggono alla nostra società, come se l'uomo diventasse parte integrante della catena di montaggio diventando egli stesso una macchina, come è stato ampiamente studiato ed enunciato da Marx.

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"Così la pensa Marx", 2015
D’altronde io stessa mi pongo gli stessi interrogativi osservando il modus operandi del capitalismo che continua a creare una realtà sempre più spettacolarizzata attraverso la continua velocità, vitalità e connessione tanto da rendere lo spazio abitato sterile e senza alcuna criticità e riflessione (le parole di Debord e Pasolini risultano quasi profetiche).
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"Pechino", 2013
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"Berlino Est", 2015
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"New York", 2013
Il trittico della serie "Città umanizzate" visibile alla mostra
L’arte riesce sempre a costruire e a realizzare uno spazio comune collettivo dove è possibile indagare ed interpretare ciò che ci circonda.

In tarda mattinata invece sono passate tre signore, si sono firmate in maniera scherzosa come «Le tre amiche di Milano». Sono venute a conoscenza della mostra attraverso l’articolo di Stefano Bucci sul Corriere della Sera.
​
Una di loro si è fortemente immedesimata con "Il problema e piccole soluzioni", trovandone un effetto liberatorio rispetto al torpore e all’inquietudine che a volte bussano all’anima.
Mentre un’altra, avanzando con l’età,  ha condiviso il sentimento di sentire un effetto catartico osservando "il Muro" ma anche di sintonia con "I Miei Pensieri".
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"Il problema e piccole soluzioni", 2016
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"I miei pensieri", 2015
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"Muro", 2016
Il pomeriggio è iniziato con un cielo grigio e uggioso con quella pioggia sottile che tanto bene riusciva a descrivere Dino Buzzati nel renderci l’immagine del cielo milanese.
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Ma è stato successivamente ravvivato dai visitatori. Alcuni di loro come Giorgio e Annamaria si sono sentiti "chiamati" e in sintonia con gli "Autoritratti":

Giorgio: «Introspezione e grande poesia a colori» 

Anna Maria: «Nonostante tutto, c’è speranza nei ritratti» 

Mentre invece Benedetta ha elogiato la vitalità e il movimento soave da cui si è sentita avvolta osservando le "Trasparenze Marine".
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"Autoritratto", 2015
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"Trasparenze marine", 2014
Ho avuto il piacere di accogliere come ultimo visitatore il Sig. Giuseppe Villa, che mi ha detto di essere un suo caro amico, le sue parole hanno dimostrato molta ammirazione per i suoi  nuovi lavori.

Queste sono le diverse sensazioni, emozioni e riflessioni che ho raccolto durante la giornata.

Un caro saluto,

Giovanna 
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Guglielmo nel suo studio
Cara Giovanna,
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hai scritto con tale passione, scelta di citazioni e una rabbia appropriata contro le prigioni delle case del Mondo... che forse neppure Marx poteva immaginare che sarebbero venuti altri ingranaggi molto più subdoli delle catene di montaggio. E sono proprio quelli del computer che stiamo usando tu ed io: non c'è nessuna possibilità di luddismo.
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"Uomo al computer", 2011
Le ricchezze non vengono alla luce ma stanno nascoste nei tunnel della Svizzera e del Lussemburgo, e nessun ideale potrà fermarle. Io nel mio piccolissimo tento di arrestarle, ma so che non riuscirò neppure ad arginarle, neppure in figli e nipoti, perché l'amore sembra non essere mai sufficiente ad arrestare quella litania «Ma fanno tutti così!...». 
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"Spread", 2012
E tu Giovanna... che hai tutto per essere grande non perderti in inutili aggettivi come il mio "appropriata" poco sopra, che mi ricorda i messaggi dei Baci Perugina. ​Diamoci sempre baci platonici di stima. 
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    Guglielmo Spotorno

    Chiamato Gugi, è più cellese che milanese.
    ​Da bambino, da ragazzo, da grande. Qui ha incontrato Agata, che ha sposato, qui sono nati i primi disegni e da questa e dal suo vento sono nate le sue poesie, che lancia in aria come aquiloni. Anche colori e dipinti nascono da questo mare e da questo sole.

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