Vorrei sapere chi è quella bella ragazza a destra... spero proprio che sia viva. Questa era la gioventù di allora.
PS: Sono in cerca di aiuto per ulteriori notizie e precisazioni
Novità, suggerimenti, aneddoti.
Le truppe americane costringevano alla fuga quelle tedesche sulla costiera ligure. I tedeschi fermi a Celle avevano deciso di lasciare il nostro paese. Non è stata per loro una decisione facile perché sulla collina dei Bottini avevano fatto delle trincee di difesa e soprattutto avevano piazzato potenti cannoni che controllavano il mare. Ne posso parlare perché il mio amico ormai scomparso Giacomo Mordeglia, aveva lavorato per questi bunker e mi aveva raccontato tanti aneddoti. Ne scelgo uno per gli amici cellesi e per tutti i cercatori di funghi. I tedeschi, nella loro organizzazione, avevano delle sostanze chimiche che permettevano di fare una zuppa di patate e con funghi anche tossici. Ritorniamo alla cronaca. Da Genova ad Arenzano, le truppe americane premono con i carri armati e l'esercito tedesco fermo a Celle Ligure. Quando arriva l'ordine di lasciare il nostro paese, il generale tedesco decide di minare la zona più prestigiosa di Celle, quella chiamata Crocetta, che unisce Celle Piani con Celle Paese. L'ultima notte, proprio l'ultima, un partigiano idiota decide di passare alla 'storia' e uccide come un cecchino un tedesco di guardia sulla Strada Romana. Parte la rappresaglia e i tedeschi fanno brillare le mine. Tutta la Crocetta diventa macerie e polvere. Io, a 7 anni, di ritorno a Celle, ho camminato per quella larga strada di terra battuta e di detriti che sarebbe diventata 'La Passeggiata'. Per i maligni 'il viale del tramonto', per i turisti la gioia, e per i bambini la possibilità di vedere le mareggiate proprio sotto di loro, senza nessun pericolo. Un vero film della natura che ancora oggi è la prima attrattiva di Celle. Solo per cronaca cito i fallimenti dei tanti baristi che hanno cercato di trasformare la passeggiata in luogo alla moda. Ora l'Alborada sarà forse destinata ad accogliere la biblioteca. Dal Rap ai libri di cultura. Impennata evolutiva. Celle ogni tanto sorprende. E questo non è male, visto che ci considerano un 'paese di vecchi'. Ci sono state poi altre vicende minori e divertenti. Il tentativo molto costoso, ma di grande interesse delle piante grasse, in un mix tra il salino del mare portato dal vento e lo scarico delle auto che passavano proprio sopra le delicate piante. Qualcuno ha poi rubato le più piccole... allora hanno messo delle ceramiche che non hanno trovato ancora nessun appassionato del furto. C'è anche un pozzo molto bello, ma la sorpresa è che non c'è acqua. La passeggiata di Celle, ceramiche o non ceramiche, è una delle più belle d'Italia. Pavimentata in porfido ha una elegante balaustra in pietra rosa di Finale. Molti ne reclamano la paternità. L' Onorevole Russo o altri. Non importa, resta l'opera. E' un balcone a vista sul mare, sia calmo che in tempesta. Qualcuno mi ha detto: "Andiamo anche di notte... è un teatro a cielo aperto". Tutte queste parole sono presupposto di arrivo della televisione. La Radio Televisione Italiana decide di fare il primo collegamento prova con Celle, proprio per l'inaugurazione ufficiale della passeggiata. E' l'inizio degli anni '50 e la RAI costruisce con quattro assi un piccolo teatro di posa proprio sul 'pennello'. I soldi sono pochi e si deve fare pur qualcosa per non limitarsi al discorso dell'Avv. Gigi Becce, Presidente della Azienda Autonoma di Soggiorno. Gli organizzatori propongono un concorso di poesia, direttamente in apertura di trasmissione. I concorrenti, io e gli altri partecipanti, abbiamo un'ora di tempo per scrivere una poesia. La si deve leggere in diretta, davanti le telecamere. Mi ricordo che l'ho riletta non so quante volte, stando seduto sul muretto di fronte al campo di tennis del Villa Costa. L'avevo scritta lì sul tavolino, sotto lo sguardo benevolo del vecchio 'Scintilla' Costa, che ogni tanto interrompeva le sue liti con il figlio. Sono 'ceti', ma a quell'epoca erano famosi e istituzioni di Celle Piani. E' sufficiente vedere il mio abbigliamento con i jeans larghi rivoltati, la maglietta da marinaio e il golf sulle spalle... per capire la moda trasgressiva (???) dei tempi.
Vorrei sapere chi è quella bella ragazza a destra... spero proprio che sia viva. Questa era la gioventù di allora. PS: Sono in cerca di aiuto per ulteriori notizie e precisazioni Alessia (nella foto sotto) sembra una ragazzina, anche un po' maliziosa. Invece è una donna con la sua cultura e con la fatica del suo lavoro, 'doppiare' altre attrici e non essere mai protagonista. Anche per la mia poesia 'Fotogrammi', Alessia ha avuto un'assistenza audio visiva amatoriale... insomma un exploit senza gloria. Video di Ivano Calafato
Le mie poesie nascono di notte, sulla scrivania del mio studio. E poi alcune volano via come aquiloni. Una è atterrata a Roma. Pubblico con estremo orgoglio il riconoscimento appena ricevuto per la mia poesia "Fotogrammi".
Oggi verrà a trovarmi un amico, molto importante.
Posso solo dire il suo nome, Attilio. E preparare la casa come quando veniva il generale in visita alla caserma di Piazza Firenze. Dopo salvadoregne, ecuadoriane, peruviane e rumene, è arrivata Daria.
Magra, alta, con gli occhiali, sembra una professoressa di scienze... anche se la camminata eretta, leggera e quasi militare mi ricorda un po' una primaria del San Raffaele o un ufficiale della cavalleria polacca.
Sto preparando la pubblicazione di un terzo libro di poesie. Sono incerto sul titolo, anche se per la mia età dovrei scegliere 'Autoritratto'. E mi vengono in mente i miei dipinti. In questi giorni guardo alla mia vita come se fosse già incorniciata e con un chiodo alla parete. Riesco comunque ancora a sorridere.
Quando mangio il fritto di pesce, i miei sogni sono affollati da minacciosi robot.
Mi vendono le Toyota davanti al naso e io sono legato ad una sedia di paglia e non posso dare neppure il mio biglietto da visita di PDA.
Non vi ho mai parlato di Egidio Magurno, giardiniere calabrese con alterne fortune (per me sono state solo sfortune: costi esorbitanti in piante introvabili di aranci e mandarini, cibo e vino in abbondanza).
Magurno è un ciclope di corporatura ma di raffinato cervello e poliedrica cultura. Ha conoscenze d'arte sia tecnica-pittorica e critica, concitazioni letterali filosofiche e teatrali. E' dirompente se gli lasci spazio; ti investe come lava che scende dalle sue contrade. Le citazioni in questa lettera sono talmente tante che si fatica a contarle. Purtroppo vive, per lui e per noi altri, in una sbiancata Milano, dove i colori più bizzarri sono quella della pizza a tranci e dei panini McDonald. Io lo immagino seduto tra la cenere nera, tra le gialle ginestre dell'Isola di Vulcano o Stromboli. Quando la lava scende di notte a precipizio di mare.
A me queste poche righe son subito piaciute. Non so, forse l'ondata Madre fotografata da "Sasha" (Alessandro Benedetti) ha portato tutto a riva: Fede, speranza, carità, metafore, citazioni, avverbi, agettivi, analisi e sintesi... tutto di troppo: Licinio che scrive e io, Guglielmo, che leggo, ci troviamo finalmente dentro a una forza che ci fa galleggiare con il semplice e solo scopo di non annegare.
Si capisce come la felicità sia qualcosa di relativo. Sono tornato da Megève, che sembrava un traguardo. Una volta raggiunto, ti fa dire: «Tutto qui?». Qualcosa di simile accadeva con gli esami, così temuti da preparare sulla sedia ai piedi del letto persino le calze e due fazzoletti. E poi andavo a piedi sino a piazza Sant'Ambrogio. Sempre a piedi, secondo un 'rito' che mi faceva scegliere anche il marciapiede e il punto esatto dove attraversare piazzale Baracca. E ora, come allora, mi chiedo: «Tutto qui?». Salgo nello studio a rimettere a posto, a ritrovare tele e pennelli. E a chiedermi: «E ora?». Dopo Megève, Torino... e dopo? Venezia. Sono stanco, e provo a mettere un po' d'ordine nella "quadreria". Molte tele di anni diversi. Ne vengono fuori due, dimenticate là in fondo. Le tiro fuori, le metto contro il muro e penso: «Dio come sono belli!». Dolorosi, hanno dentro l'energia del dolore vero. Rifletto: «Guglielmo tu sei quello li e l'altro è tuo figlio. L'hai dimenticato, l'hai messo nella quadreria». Solo un momento dopo l'artista riprende il suo posto. E mi son detto: «Dio, come dipingevi bene, e che forza!» clicca sui quadri per ingrandire Tu saprai dipingere ancora così. Non importa se nessuno li vorrà mai comprare e neppure ereditare... perché nessuno si mette in casa il dolore, e soprattutto il dolore di un altro. E mi viene in mente anche la poesia "Ideal standard", che nessuno capisce, perché nessuno può capire, visto che è stata una questione privata tra me e un foglio bianco. Oggi la racconta Guido Ruberto e Nick la ambienta in un lavandino bianco secondo una logica surreale. Non hai bisogno di pensare ad un pittore "maledetto" come Bacon, la parte a sinistra di "Bordeline 2" la può dipingere solo un grande Maestro. E io mi chiedo, come può essere che la stessa mano dipinga il vasetto di fiori o "Mare forza 7", e quel "grumo" di paure spiate dallo psichiatra, dall'infermiere, dal padre in camice bianco? E l'altro? Un ingranaggio che si auto distrugge diventando una giraffa, mentre il teschio spia. Di traverso.
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Guglielmo SpotornoChiamato Gugi, è più cellese che milanese. Archivi
October 2021
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