Guglielmo Spotorno
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Diario di bordo

Novità, suggerimenti, aneddoti.

Poesie di Guglielmo, dedicate ad Agata.

28/6/2016

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La moglie

La moglie - Poesia di Guglielmo Spotorno

Quella sera ho preceduto mia moglie nel Giardino del Sandomenico, una serra di profumi cosi intensi da sembrare sconci. Ho pensato a una poesia di JOYCE, e mi sono trovato anch'io a frugare tra rifiuti della malizia. A nulla mi serviva inseguire la curva della luna lassù, sino all'Etna. Sino a quando ho sentito i passi della moglie sulla ghiaia. Lei, senza guardarmi, si è appoggiata con il viso al mare... quasi che il suo corpo si disegnasse sotto il vestito di lino.

Pubblicato da Guglielmo Spotorno su Venerdì 2 ottobre 2015

Codici d'amore

Codici d'amore

Medusa

Medusa

Matrimonio

Le mie poesie incontrano la Casa Editrice Scheiwiller, Dott.ssa Marina e prof. Bonvino.

La visita
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Spiegalo a Camila.

19/6/2016

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Arecco è un falco che non si accontenta. Vuole andare al di là dell'apparire.
Tu fingi, tu fai finta di non capirmi. Tu non vedi la penna che ti do per scrivermi, ma chi potrà mai insegnarti, se non sarò io? E questo per la pazienza  con la quale tu metti ordine nelle fila dei miei colori.
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Colori in fila nel mio studio
​​Tu hai la pazienza di quelle donne antiche. Stavano sedute su un seggiolino davanti alla porta a cucire diritto e rovescio. C'era  quella salita di cemento grigio, le case erano rosa salino, i gatti  magri e sempre affamati correvano quando passava la Maria e gridava: "Ma che belli pesci!!!".
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Raffaele Arecco - "Caruggio di Celle"
Tutto era mare, e anche se non si vedeva sapevamo che era là. Non eravamo contadini in nulla. Nessuno sapeva aspettare il cerchio delle stagioni. Si sapeva, senza dirlo, che il nostro cibo era  là. E da là doveva essere rubato.
Dopo il remescìo si andava con l'occhio a lassù, dove il capobarca buttava il sacco. E gli uomini cominciavano a tirare  con la cengia sotto la spalla. Non parlavano, non fumavano.  Spingevano con i piedi.
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​Io, Monica, non guardavo i piedi dei pescatori. Solo dopo, quando anche i miei sono diventati larghi di fatica, di acqua e di sale... e non ho più messo le scarpe della festa.   
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Raffaele Arecco: "Lite tra pescatori" (clicca per ingrandire). Quadro unico nella produzione del maestro Raffaele Arecco. Mi è stato donato da lui stesso. Un dono improvviso senza nessun annuncio, nato da lunghi discorsi tra me e lui sul suo soggetto preferito, i pescatori. Questo dipinto non è solo diverso per le misure. Una striscia di cm. 230x70, unico per la violenza dei colori e la rabbia che stravolge i visi. Io intravedo una violenza picassiana del grande Guernica, soprattutto in quel viso rivolto verso l'alto dove esce un triangolo.
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particolare ingrandito
​Le donne restavano  in paese. In spiaggia c'erano i pescatori, io e qualche bambino. Ci mettevano un po' lontano, quasi per rispetto. Non c'erano bambine come la Camilla. La rete era un rito silenzioso. Monica, io, loro, noi tutti  guardavamo solo quei sugheri che venivano verso riva  lentamente.  E con loro i pesci, non ancora visti, ma solo immaginati. ​
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Raffaele Arecco - "Pescatori", 1963, cm. 180x160
Altro che l'acquario di Genova! Un sito solo per scolaresche,  vecchi,  gente di città con un drink in mano, che  i pesci li vede solo sui banconi, tra foglie di castagno e ghiaccio tritato. I pesci dell'Acquario, dietro ai cristalli, sono vivi ma sembrano dormire. E poi, lontani dal sole hanno perso i loro colori. Come se qualcuno li avesse lavati con la spazzola prima di buttarli dentro.
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Spiegalo a Camila! Se no lei mi cresce come le donne che vanno coi tacchi  in spiaggia. O  lavano i pesci con il sapone di Marsiglia... O vanno vedere  le ricette su internet. E poi, sfinite, portano a tavola  i bastoncini del Capitano Findus.

Ciao Monica e Camila, avete un poeta al vostro servizio.
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Camila
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Gozzo in piazza Sisto IV, disegno di Guglielmo Spotorno a 15 anni.
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Megève 2016.

16/6/2016

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“SO ART&DESIGN” PRESENTA L’ARTISTA

GUGLIELMO SPOTORNO

« TRA REALE E SURREALE » 
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Dal 14 luglio al 21 agosto 2016
L’hotel « Le Fer à Cheval ***** » di Megève conferma ancora una volta il suo impegno per l'arte moderna e contemporanea. Parteciperà anche quest'anno all’importante evento «So Art&Design» che si terrà a Megève dal 17 al 21 agosto. Orgogliosi di accogliere 3 dei 25 artisti selezionati per l'occasione, l'Hotel ospiterà in anteprima, dal 14 luglio al 21 agosto, la mostra del Maestro Guglielmo Spotorno.
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L’artista, che a Milano ha esposto alla Fondazione Stelline nel 2014, all’Università Bocconi e al Museo della Permanente nel 2015, presenta una selezione di 20 opere.
 
Il pittore, nelle sue opere, si pone di fronte al reale e al fantastico. Si domanda: “Possono le città soffrire? Possono i grattacieli, quelli più 'sfrontati', piegarsi? Quell’ansia di chi, quasi per destino, viene ‘accatastato’ un piano sull’altro”. Questo il tema delle Città umanizzate. I dipinti Web sono una critica al rapporto tra uomo e mondo virtuale. Si perde la memoria e la possibilità di apprendere. Perché “tutto è già là”. Le Connessioni, invece, nascono dalla laurea in filosofia con tesi in Estetica Metafisica. Non sembrano appartenere ai temi precedenti i Crocefissi cittadini. Cristo scende dalla croce, entra nel reale di oggi e “partecipa alla sofferenza del nostro quotidiano”.
 
L’espressione pittorica di Guglielmo Spotorno inizia in giovane età. Frequenta la Galleria d’arte della madre Enrica, già scultrice e pittrice, e conosce gli artisti più importanti dell’epoca, fra cui Arturo Martini, Giorgio De Chirico e Felice Casorati. In seguito incontrerà di persona Maestri dell’avanguardia internazionale come Fontana, Lam, Jorn, Sutherland e Baj.
Aperto tutti i giorni dalle 11:00 alle 19:00 
Inaugurazione su invito 15 luglio a partire dalle 18:00
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Contatti SO Art & Design:
Brigitte Cezanne +33 6 61 11 55 88    
​brigitte@privilege-events.com  

www.so-art-and-design.com/Contact
Contatti Hotel: 
Fer à Cheval *****
+33 4 50 21 30 39        

​www.feracheval-megeve.com
Ecco il teaser della prima edizione del 2015
Qui i comunicati stampa in francese e in inglese.
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Inno alla follia.

11/6/2016

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La follia è a portata di mano. Prendete me:  mi sveglio alle 3, 4 del mattino, apro l'agenda del cellulare, scorro i vari nomi, e come un maggiore nazista mi chiedo: "Chi ammazziamo oggi?". Scelto chi mettere al muro, prendo e telefono. ​
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Naturalmente devo fare un'introduzione bizzarra perché l'incazzatura sia sostituita dallo stupore. Non accade sempre. Qualche altra volta il dormiente si arrende dopo le prime parole. Molto di questo "plagio dialettico" dipende dall'incipit. A scelta, improvvisando: "Sapevi che Napolitano è inquisito per molestie a minori?", oppure: "Questa notte mi hanno telefonato...sai quei tassisti milanisti? Per dirmi che una cordata (oggi ci sono solo 'cordate') ha presentato un OPA per comprare La Gioconda".
Capisco che a questo punto qualcuno già non  legga più queste poche righe e sento la voce di Bufano, come quella di Amleto: "Guglielmo, solo cartoline e foto, tante  foto, di tua moglie, di tua nuora, della panettiera...tutte nude, ma solo se  sono gran fighe e un po' sporcaccione. Il nudo artistico interessa solo a chi non tira. Un po come le Installazioni di Cattelan".
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Maurizio Cattelan mangia un tost sul suo cesso d'oro esposto al Guggenheim di New York
Bufano ha sempre ragione. Ma la Gloria potrebbe origliare. E allora ricado in Travaglio. Travaglio, a dispetto del nome, lo trovo rilassante come una pipata d'oppio (provatela!). Ha un timbro di voce sereno, sempre uguale, e sopratutto ricorda come una rubrica telefonica tutti  i furti e gli imbrogli del dopoguerra e li racconta al cielo, dove c'è Dio. ​
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Travaglio
Ecco, mi sono perso la 'vittima' che nel frattempo ha chiuso. Non tutti sono disposti a fare il parafulmine, con l'ombrello sopra un tetto scosceso, durante un temporale. Intanto Bufano l'ho tenuto lì, non posso con la Cristina, la segretaria a cronometro umano. Interpellata dal Nord coreano per i suoi lanci, ha risposto: "Io ho i miei diritti e i miei doveri". 
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Uomini sotto sale.

8/6/2016

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Rasponi, professore al Liceo Berchet, era fiero della sua militanza comunista. Ce l'aveva con me solo perché venivo dal San Carlo, dove i preti mi avevano bocciato e classificato come  "indesiderabile".  Non era sufficiente. Per lui, profumavo ancora d'incenso e di esercizi spirituali. Quando prendeva in mano i miei temi per leggerli in classe, arrivato al mio guardava il soffitto e diceva: "Ghe semm". "Ci siamo". Era un bravissimo, ma 'sadico' professore. Con lui, se mettevo una camicia a quadri, all'improvviso mi chiamava: "EHI TU,  AMERICANO LAGGIU' IN FONDO, COSA NE PENSI?". Non potevo né rispondere, né reagire.  Ma quando leggeva i Promessi Sposi, Don Abbondio, il Cardinale e la Monaca di Monza, io gli perdonavo tutto. La classe era affascinata, baciapile compresi.

Questo antefatto, ingiallito dal tempo, non piace ai compagni di mio nipote Guglielmo junior. Quando lo incontrano nei corridoi della Cattolica lo 'cazzeggiano' con la domanda: "Che mummie ha disotterrato questa notte tuo nonno?". Fottetevi! lo inserisco di prepotenza queste poche parole "Uomini sotto sale". E qui con Rasponi avrei preso  7 di stima.​

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Pensando ho trovato un modo per spiegare le mie 'Città umanizzate'. ​
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Guglielmo Spotorno - "Pechino", 2013
Il minimo comune denominatore della nostra vita e morte è la parola catasto. Quando noi nasciamo, da subito siamo "accatastati". Viviamo in una camera che sopra ne ha un'altra e un'altra ancora. A meno che non si abiti in una cascina a un piano, su un dirupo.
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Quando si muore, si viene accatastati nei colombari. A meno di non avere una cappella personale.
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Il catasto,  ente lontano e misterioso, ci accatasta dalla nascita alla morte. 
Siamo sempre e comunque delle acciughe sotto sale.
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Gugi, il vecchio e il mare.

5/6/2016

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Quando c'è Scirocco il mare è nervoso, le onde s'inseguono l'una all'altra. Quando c'è Libeccio le onde rimangono distanti tra loro e hanno il tempo per buttare tutta loro violenza. Le rocce sembrano aspettare lo scontro, la  spiaggia invece avere quasi 'l'astuzia' di lasciarle correre sopra sé stessa.
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© Sashawaves (Sasha Benedetti)
Questi i pensieri  di chi  amava la mareggiata. Qui a Celle c'erano i 'fedeli'. Ognuno aveva il suo punto di osservazione. Credo, anzi sono sicuro, che si era quasi gelosi, come se da lì, e solo da lì, si potesse 'consumare un rapporto'. 
Questo accadeva d'inverno e soprattutto di notte. (A milano, di notte ci sono i signori che non vedono il mare in tempesta, ma portano il cane a pisciare). ​​​​
​Ci vuole silenzio, il mare  non va commentato, va vissuto. Anzi, goduto in silenzio. I vecchi pescatori, quelli che oggi non ci sono più, se dicevi una parola 'scivolavano' via come anguille. 
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© Vincenzo Martorana (Flickr)
Questo lo capivo, lo sapevo, lo vedevo fin da ragazzo... Il vento sbatteva le finestre. Io ne aprivo una, respiravo l'aria salina, vedevo oscillare la lanterna comunale appesa  al centro del carugio, e da lì capivo se si trattava di Libeccio o semplice Scirocco. Se era Libeccio mi mettevo i sandali senza calze, e mi buttavo giù dalle scale, e neppure la zia, che mi 'aveva in consegna' poteva fermarmi. Quei vecchi pescatori ti guardavano dritto negli occhi e ti facevano domande  concrete, del quotidiano: "Ma tu sai almeno allacciarti le scarpe?".
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© Roby Roella (Lefotodiroby.it)
Oggi non è cosi. La gente urla, fuma, si fa i selfie, va il spiaggia con le scarpe. E poi c'è sempre il bambino 'cretino' che fa la solita domanda: "Ma tu, papà se fossi dentro cosa faresti?". Questi bambini sono tutti geni dell'informatica, ma poi con quei ditoni a tavoletta alzano gli occhi dagli schermi e ti fanno questi quiz del cazzo.
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Mareggiata a Celle Ligure - © Lorenzo_t (Flickr)
So di dire cose 'vecchie', in bianco e nero... ma era così. Io, quand'ero bambino, mi pare in terza, ho sentito di aver passato l'esame quando con il piede su un gradino sono riuscito a fare il nodo con la gassa. E non il nodo dell'asino. 
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    Guglielmo Spotorno

    Chiamato Gugi, è più cellese che milanese.
    ​Da bambino, da ragazzo, da grande. Qui ha incontrato Agata, che ha sposato, qui sono nati i primi disegni e da questa e dal suo vento sono nate le sue poesie, che lancia in aria come aquiloni. Anche colori e dipinti nascono da questo mare e da questo sole.

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