Guglielmo Spotorno
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Diario di bordo

Novità, suggerimenti, aneddoti.

Agata comincia a vincere

27/5/2019

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Aveva 7 anni quando le ho regalato una racchetta da tennis. E' stata un'intuizione... fino ad un certo punto. Quando lei entrava in cucina, qui a Celle, e vedeva la Gloria lavare i piatti o pulire la verdura, si avvicinava e diceva: "Ti posso aiutare?". La domanda non aveva e non ha bisogno di risposta. Agata allora come oggi, come entra in casa mia corre in cucina e dà una mano su tutto. Apparecchia, sparecchia, lava e porta anche il vino in tavola. Questo in casa. Vederla fuori è anche meglio. Lei molte volte non corre, ma scatta. Ha i tempi reazione di Princi, la mia gatta. E ha sempre entusiasmo. Se c'è da fare una salita per portare il granoturco alle galline, la fa di corsa. Sembra che camminare sia un diritto riservato ai vecchi. E non è affatto iperattiva, perché quando la prendo con dolcezza, sta vicino a me e mi chiede: "Nonno qui... nonno là...". ​
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Anche se sono stato giocatore di tennis, non so per quale motivo le abbia regalato una racchetta a 7 anni, quando stava partendo per la Puglia, dove vive e studia. Ha cominciato a 7 anni a tenere una racchetta più grande di lei e giocare. 
In questi due mesi, aprile e maggio 2019, ha fatto 3 tornei e li ha vinti tutti e 3. L'ultimo è terminato sabato 25, dove ha vinto la finale. Sei incontri senza perdere un set. Ora ha 9 anni.
Io in Agata ci credo. Non solo per l'intelligenza e per il carattere, ma perché ha la fantasia di giocare, lei mancina naturale, anche con il braccio destro. ​
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Questa è la premiazione di domenica.
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Caval-leggeri

11/4/2018

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Appena sveglio, ho scoperto di far parte dell'ANAC, che non è l'Autorità Nazionale Anti Corruzione, ma il "Gruppo storico ANAC Cavalleggeri di Lodi 15" . ​
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Lo stemma del Reggimento

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Locatelli, Lapadula, Donnarumma... e il Casino del Milan.

7/11/2016

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Io non so come andrà a finire la società del Milan. A me sembra un 'casino', dove i clienti hanno i nomi più diversi. In sala d'attesa, per salire ai piani, ci sono persone credibili oggi, inaffidabili domani. L'unica realtà rimangono gli junior. Locatelli fa un tiro prodigioso (qui il video) e si batte la Juve, che non perde con nessuno. 
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Manuel Locatelli esulta dopo lo splendido goal
Lapadula fa un  tacco degno di Neymar e risolve la partita. Montella non si agita, non tira calci alle bottigliette... e io lo manderei a Bruxelles in aiuto di Draghi.
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Lapadula esulta dopo il gol di tacco decisivo contro il Palermo
Berlusconi che sembra 'bollito', ha avuto un colpo di genio. E' stato il primo a dire che voleva italiani e giovani. Noi milanisti non dobbiamo essere grati a Berlusconi e ai suoi casini in altri campi, ma riconoscere la sua straordinaria inventiva nel calcio.
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Berlusconi si asciuga il sudore
Galliani mi è simpatico, ma so che non è per nulla trasparente nei suoi affari. Berlusconi, che per queste cose non è un principiante, ha chiesto a un certo Tra....i di fare un'indagine su 'crapa pelata'. Ne è venuto fuori un dossier che, consegnato al Cavaliere, non lo ha neppure aperto e lo ha messo in un cassetto. Berlusconi e Montella hanno fatto miracoli, aiutati da dei ragazzi... che in campo sono veri uomini.
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Galliani in una delle sue tipiche espressioni
Donnarumma non ha prezzo. Locatelli  ha un valore notevole. E Lapadula, già stella nel Pescara, per avere la personalità di fare quel tacco d'istinto, fa sembrare Bacca uno che fa finta di giocare.  Bacca è un grande giocatore, ma come uomo vale zero perché fa finta di impegnarsi. Si presenta bello, abbronzato, sorridente, come un cameriere di night, ma sotto giacca e farfallino manca il cuore.
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Carlos Bacca posa appena arrivato al Milan
Braida, e l'ho sentito in casa mia, prendeva delle provvigioni poco trasparenti in quadri di artisti noti. Il mondo che ruota intorno al calcio non è mai stato pulito. Ci sono tanti piccoli Raiola fra giocatori, dirigenti e procuratori. 
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Don Verzè dona la Comunione al Cavaliere
A questo punto facciamo come Don Verzè, che era il confessore di Berlusconi. Quando il Cavaliere entrava in confessionale, gli diceva: "Lascia perdere, conosco già bene tutti i tuoi peccati. Ti assolvo e vai". ​
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I segreti del mare.

30/6/2015

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Ritorna Chicco Maggioni, collaboratore del "Diario di bordo". 
Istruttore subacqueo, ci accompagna alla scoperta dei segreti del Mare.

Seconda puntata.
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Tonino, il Genoa e Juan Alberto Schiaffino.

17/4/2015

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Lettori partite dal fondo, c'è una  versione musicale che  i genovesi direbbero "belu come u tramuntu d'este''.
Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano 'La notte', nella mia rubrica settimanale 'Fuori campo'. E' un articolo lungo per i giovani lettori, ma ha avuto successo, anche a Milano. 
Parla di Celle, dei genoani e degli uruguagi. 
E io lo pubblico a dispetto delle regole di comunicazione con il computer.

I liguri, la pelota e Juan Alberto

   Sto pulendo i tremagli sotto gli occhi di due Milanesi, cercano coralli e conchiglie da mettere sul comodino. Sento grida e fischi. Dietro la fabbrica di Baglietto spunta un Accelerato. E' pieno di genoani in bandiera e cartelli, affacciati ai finestrini come reclute. <<Van a Zena - dice Agostino che mi sta aiutando - pe festeso u ritorno in serie B>>. (Agostino Perata, 'Gustin' detto "Biancaneve" perché era nero di pelle - NdA)      
   E' strano, io penso, i liguri sono gente di sale negata all'entusiasmo; ma quando si tratta del Grifone il sangue fermenta come vino nelle botti. Non si tratta più di serie A o B, esiste il Genoa e basta.
   L'accelerato rossoblù si dissolve lasciandosi dietro il senso di una felicità quasi infantile di quell'ultimo cartello, gridato al sole: ‘genoani si nasce, sampdoriani si diventa’. Cosa avrebbero detto i vecchi marinai? Quelli della costa, che navigavano mari e oceani pieni di fame e di rabbia.
   Mi allontano con il pensiero. Seguo quella rete che mi passa tra le mani, maglia dopo maglia. 
Ricordi disordinati. Gli ex voto dei marinai nella chiesetta di Noli e mio nonno Domenico: caduto dall'albero del <<Fortuna>>, si è piantato sul ponte e ha gettato un urlo che i gabbiani volarono via. 
   Vedo arrivare Tonino (Tonino Cerisola - NdA). E' come una mela spezzata in due: metà per i suoi stabilimenti balneari, l'altra metà tutta per il Genoa. D'estate affitta le cabine ai milanesi; se invece arrivano i tedeschi, fa finta di non capire e ripete, come sovrappensiero: <<Tutto occupato, tutto occupato>>. Ma d'inverno il suo cuore è tutto genoano; <<è di quelli che vanno a San Benedetto del Tronto a gridare forza Genoa, e magari a prendere qualche legnata>>. Tonino, caro amico, era un dilettante della bici. Diventava ‘professionista’ solo per la Milano-Sanremo: <<Tenevo le ruote dei Binda, dei Girardengo, quasi sempre alzato sui pedali>>. Arrivato a Celle Ligure, qualcuno gridava: <<Mamma Rosetta, ha buttato la pasta!>>. Lui non aspettava altro, voltava verso casa e lo mettevano a letto che era viola, altro che trenette col pesto! La Milano-Sanremo continuava senza di lui, e così tutti gli anni.
   Con gente di questo calibro, di questa forza, al seguito, come si fa a non diventare campioni del mondo? Questa gente se lo merita, non può vivere sempre di ricordi, delle fotografie in mutandoni del Genoa Cricket and Football Club, o di quello che, lontano, hanno fatto i figli della Liguria: i leggendari Gambetta, Scarone, Vernazza, Schiaffino.
   Indimenticabile Juan Alberto, trapiantato sul rio de la Plata dal porto di Camogli, da dove erano partiti i nonni. Juan Alberto, il simbolo di quella misura, di quella sintesi, che sottende tutto il calcio (ligure) uruguagio. Il calcio più intelligente del mondo, fatto di saggezza, valutazione esatta di quello che si può e non si può fare. Uomini alti e duri, coscienti dei propri limiti rispetto ai vicini e nemici brasiliani, neri che possono tutto in palleggio e acrobazia. Veri cavalli matti, che madre natura ha dotato di caviglie e fantasia superiori. E allora cosa fa il ligure Schiaffino? Tiene la palla bassa, la fa viaggiare in dialogo stretto e misurato, a filo d'erba. I neri si smarriscono di fronte alla sua razionalità. Il Pepe, esce dal Maracanà, campione del mondo. È la vittoria dell'intelligenza.
     Dato uno Schiaffino al Genoa, qualcuno in cui quelli della tribuna Nord possano veramente credere e magari picchiarsi: <<U nu se po pigià de cartele pe dei stanchi e di figiuame>>.
   A questo punto, lasciando perdere certi vecchi genovesi, che per mettersi ‘a ridosso’, viaggiano in millecento, mentre le loro navi girano per il mondo. Possibile che nessuno capisce… fare un grande Genoa è il modo per entrare nella storia. Magari vicino a Cristoforo Colombo.

                                             Guglielmo Spotorno
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L'amico Tonino
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Finale Campionato del Mondo 1950. Il gol di Schiaffino al Brasile: l'Uruguay agguanta il pareggio.
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Juventus - Milan: 1 - 7. Lezione di calcio a Torino.

7/4/2015

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Parola stringe la mano a Nordhal. Dopo il 4° goal gli darà un calcio e verrà espulso.
L'Avvocato Agnelli non fiata. la Juve vince lo stesso lo scudetto. L'anno dopo il Milan passeggia e Gre-No-Li con l'allenatore Czeizler vincono il campionato.  Senza dimenticare che con Fabio Cappello il Milan ha vinto 5 scudetti di fila.  La Juventus, per molti anni ha vinto, ma all'estero era sconosciuta. 
Episodio alla dogana di Chiasso: al guidatore del pullman della Juve, il controllore chiede: "Chi siete?", l'accompagnatore dice: "la Juventus". 
Il controllore si sorprende: "Ma perché parla in latino?".
Era la 'provinciale' d'Europa. Mi piace ricordare che la prima Champion l'ha vinta il Milan nel tempio di Wembley contro il Benfica, nel '63. E la Juve, sempre degli Agnelli, ha dovuto aspettare 14 anni.
Io so che da oggi gli Juventini mi odieranno, ma non me ne frega niente. Da bambino mangiavo pane e Gazzetta. Ero tifoso sempre dei più deboli. 

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5 Febbraio 1950: Guglielmo Spotorno (nel cerchio) a 12 anni in tribuna d'Onore al fianco del padre Franco, di Fausto Coppi, Vittorio Pozzo (due volte CT Campione del Mondo), ed ai Campioni del volante Ascari, Farina, Serafini e Villoresi. Dopo tante umiliazioni del suo milan si gode finalmente al Comunale di Torino la più celebre ripassata data alla grande 'Signora' del calcio Italiano.

ImmagineGiocatore del San Martino in Rio
Infatti il Milan, a quei tempi, era la squadra popolare che non vinceva mai. I tifosi erano tranvieri, negozianti e gente semplice. Ho 'buttato giù amaro' perché il Milan ha sempre condizionato la mia vita... come dice mio nipote Guglielmo. Tra figli, nipoti e parenti, siamo in più di 20 e, non so per quale motivo, anche quelli di 4 anni tifano rosso-nero. Forse per quella maledetta coerenza di essere nati e di vivere a Milano. La Juve, a Torino, ha meno tifosi del Toro. Ed è la più popolare in provincia. E' un destino.

ImmagineMario Sconcerti
L'opinionista Sconcerti allora aveva solo 2 anni, quindi parla spesso di calcio che non ha mai visto, ma che ha letto forse sulla Treccani. Anche peggio fa Daniele Adani, modesto giocatore e ormai sempre presente. Viene pagato per spiegare calcio dalla spiaggia di Rio, il tempio del palleggio. Non capisco come Sky scelga questi opinionisti. Si procede anche qui al risparmio, come il Milan di Galliani? Possibile che non ci sia un altro Massimo Marianella? 

ImmagineMassimo Marianella
Comunque il più divertente, simpatico, quello che crede meno in quello che dice, rimane sempre Caressa: "Tutti a prendere il tè o... tutti sotto la doccia". Quello sì che è un vero comico. Studia statistiche e aneddoti il giorno prima e in telecronaca, siccome non ricorda bene, dice sempre: "Mi pare che... correggimi se sbaglio".

L'unico con cui ne ho potuto parlare è stato il mio Direttore e amico Gianni Brera. Oggi ne parlerei con Sacchi, Simeone, Van Gaal, Venger. Prima  ne ho parlato con Rocco e Liedholm, ma  i miei idoli erano Schiaffino, Zagallo, Di Stefano e Cruiff: quelli sarebbero stati degli opinionisti. Pelé e Maradona non potavano insegnare a nessuno perché erano degli 'alieni'. 
ImmaginePaola Bolognani, la "Leonessa" a Lascia o Raddoppia
Continuerò a parlarvi di vero calcio giocato, visto, udito e scritto dal vivo. Non saprò date precise o formazioni a memoria come la bionda Bolognani, ma con me sentirete l'odore dell'olio canforato, le bestemmie, il vapore delle docce. E quelle panche di legno dove ti siedi e guardi le scarpe o il soffitto, senti il rumore dei tacchetti nel corridoio quando entri in campo e nessuno sa bene che faccia fare, e allora saluta e strige mani, o guarda lontano sopra le teste di chi gli sta davanti.

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Le sette vite della Jena

25/3/2015

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Scrivo dell'amico Bobo Cambiaghi. 'Celebre' gentleman di tornei di Bridge e di Golf, pescatore di altura e di sotto costa. Scrittore, ma soprattutto grande driver di rally, con questi risultati: 

Campione Italiano nel 1975.

Settimo assoluto nel Rally di Monte Carlo, con la 124 Abarth, nel 1976.


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Rally delle Regioni, 1975
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Se c'è un uomo che non è una 'jena', questo è Roberto Bobo Cambiaghi. Eppure molti lo chiamano così. 
Nato ricco da padre Luciano, ha sempre vissuto il suo conto corrente con ironia e scioltezza. Si può comprare una Ferrari, un cavallo e un maestro di Bridge, sorridendo e sempre con la leggerezza di chi lo fa per destino. 
Te lo racconta sorridendo,  non per chiedere scusa, ma per farti capire: "Sono nato ricco, e che colpa ne ho io?"
Non l'ho mai visto litigare, è un pacere nato. Anche perché ha un naso che ricorda la Madonnetta di Celle e sconsiglia qualsiasi rissa. 
A Bobino tutti vogliono bene, persino la polizia che l'ha fermato sull'autostrada Genova-Savona. Lui è riuscito a creare  confusione tra il fatto che è arrivato settimo assoluto al Rally di Monte Carlo e quel documento d'identità dove figurava pescatore professionista. I poliziotti, divertiti, lo hanno lasciato ripartire con la sua Ferrari. Un pescatore che mantiene la famiglia e si compra una Ferrari non rientra nel codice della strada.

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La Rinuccia ha sempre le valige pronte per ritornare al lago. E poi le disfa dichiarando a Bobo: "Questa è l'ultima volta". I due stanno bene insieme. Non si riesce a capire se 'lo sono o lo fanno'. Bobo mi saluta così: "Ciao Gugione. La prossima volta che vado a pescare, ti porto un pesce spada". E lo dice con aria seria, come se lo prendesse alla boa. 

ImmagineRally delle Regioni, 1975
Nessuno è riuscito o riuscirà a cambiarlo. Nemmeno suo padre Luciano, che era uomo geniale e 'tosto': giocava bene a tennis, ma non riusciva a fare il rovescio. 
Così si inventò il diritto passando la racchetta dalla mano destra alla sinistra... Ma Bobino, con le sue fantasie, è più imprevedibile di qualsiasi traiettoria.

Bobino ha scritto un libro molto interessante dal titolo 'Le sette vite della "jena"'. Quindi, in un certo senso, smentisce il mio ritratto così 'tenero' e affettivo... 

E sono anche preoccupato perché ho vissuto tre vite, ma non riuscirò mai a raggiungere le sette del mio amico Bobo.
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    Guglielmo Spotorno

    Chiamato Gugi, è più cellese che milanese.
    ​Da bambino, da ragazzo, da grande. Qui ha incontrato Agata, che ha sposato, qui sono nati i primi disegni e da questa e dal suo vento sono nate le sue poesie, che lancia in aria come aquiloni. Anche colori e dipinti nascono da questo mare e da questo sole.

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