E Montella che pesce è? Per me è un nasello bollito, servito con due patate lesse e una gamba di sedano. Un po' fumo di Londra, un po' argenteo, nuota sempre elegante a mezz'acqua.
In Liguria qualche volta si dà a una persona il nome di un pesce. E Montella che pesce è? Per me è un nasello bollito, servito con due patate lesse e una gamba di sedano. Un po' fumo di Londra, un po' argenteo, nuota sempre elegante a mezz'acqua. Non scende mai sul fondo dove ci sono i 'predoni' del mare. La D'Amico se lo coccola, perché è senza spine. Ora lascia il Milan, Fassone e la troupe cinese, e io mi chiedo se questo Montella capisce di calcio. Ha sempre fatto silenziose riflessioni: "I ragazzi sono stati bravi...", "Hanno mancato di lucidità", "L'impegno c'è stato, dobbiamo lavorare per migliorare gli automatismi". Ma che cazzo ci raccontava il nasello. Non capisce che Kessie ha la sensibilità di un buttafuori di Corso Como, che Kalinic è una taglia 58 che si restringe a 52 quando la palla si alza in cielo, che Romagnoli l'è sultant un bel fioeu, Bonucci è pallido e triste ed è ormai entrato nella macchina del tempo, e che Silva ha sempre e solo un Euro... e poi Montella era un centravanti che faceva l'aereoplanino (pensa tu che temperamento). Basta questo ricordo.
Quando mangio il fritto di pesce, i miei sogni sono affollati da minacciosi robot.
Mi vendono le Toyota davanti al naso e io sono legato ad una sedia di paglia e non posso dare neppure il mio biglietto da visita di PDA.
Ci sono dei momenti in cui mi specchio nelle mie capacità di scrittore.
Prendo la vita per la giacca e la inchiodo sul posto con la penna. Altre volte, di notte (accade tutto e sempre di notte), mi sveglio e penso di aver visto una vera d'oro sulla sabbia, tra la schiuma, quando fa freddo e il libeccio corre su dalla riva. Invece è un coccio giallo sporco di una bottiglia di birra. Devo trovare in fretta il rifugio di un nuovo sogno. Oggi ci sono uomini che diventano funamboli della pubblicità. In pericolo di vita per necessità economiche. E non romantici scalatori del Cervino. Questo è palazzo Feltrinelli. Quando l'ho visto ho accostato presente e passato. E un periodo che non dipingo, ma scrivo molto e non so neppure se scrivo qualcosa di interessante. CONTROMANO Si può essere soli camminando contromano. Si può essere soli nelle luci del consumo. Si può essere soli con una chitarra, i jeans e dire in silenzio: "Ci sono anch'io". Non è giusto spiegare le poesie.
Ma quest'uomo che cammina da solo con la chitarra in un viale qualsiasi è protesta silenziosa. 'Contromano', a quelle che vediamo tutti i giorni.
E' arrivata Dora. La mia vita è cambiata.
No, non Dora l'esploratrice.
Sono entrato nella terza... quarta età. Dora è rumena. Le è morto dieci giorni fa il datore di lavoro. Le credenziali, visto che era fresca di funerale, non erano incoraggianti. Ho paura della morte in modo proporzionale al fatto di non credere. E mi sono immaginato per un attimo la Dora piangere: "Ma come può essere? Proprio a me, uno dopo l'altro! Prima a Carrù e ora a Celle". Invece la mia vita è migliorata. Mi sono sentito protetto come un centenario. Nessuno ha voglia di leggere la vita degli altri. Si corre tutti così veloce che a fatica si guarda nella propria.
Sono entrato nell'automotive nel '64. Ad oggi sono 53 anni. Non è tempo di bilanci. E' ancora tempo di guardare al futuro. Il mio 'amico - nemico' Nick Bufano mi ha detto: "Guardati un po' indietro". Io l'ho fatto mettendo ordine tra foto e documenti. Qui la nuova pagina del sito. E' sempre un piacere ricevere e condividere foto e pensieri dell'amico Sasha. Quanto potrà essere alta una spanna? Non più di una ventina di centimetri, forse. Quest’onda è alta non più di una spanna, eppure, anche così piccola, non è bellissima? Il mare fa cose grandi anche quando sono piccole.
In quante ed invisibili pieghe dei suoi umori si nasconde la bellezza! Invisibili non vuol dire inesistenti. Quindi? Il limite non è del bello che si nasconde, ma è di chi non riesce a 'scovarlo'. Io credo che sia l'emozione a indicare la presenza della bellezza. L'emozione quindi è il segnale. Dove si trova? Nel mare ovunque. Noi siamo ciechi; pensiamo che solo di fronte alla Pietà di Michelangelo, alle piramidi d’Egitto o alle cascate del Niagara ci si possa emozionare del bello. Nel mare, invece, a volte si nasconde. Facile farsi irretire da grandi onde e da grandi mareggiate: ti avvolgono, ti mangiano, ti inglobano e si è semplicemente travolti. Quando il mare si calma, le onde non spariscono e il bello si rifugia in pieghe più piccole. Questo il suo fascino, questo il suo mistero. A volte la fede di Licinio e dei suoi amici mi irrita. Mi irritano le loro certezze. Io sembro sicuro dei miei dubbi. A parole, quasi ne sono fiero, ma so che a un certo momento avrò paura di tutta la mia razionalità, della mia logica. E' vero, non mi piace la parola fede nel senso di 'affidarsi' a qualcuno, a qualcosa che neppure riesco a immaginare. Le certezze sono solo due: la vita e la morte. Anzi solo la morte, perché noi sappiamo come nasciamo, da un atto d'amore, ma mi chiedo: la morte che atto d'amore è? Ma Licinio ha le sue certezze, non solo precise, ma vissute, provate da esperienze di altri amici di fede. E quello che mi sorprende è che continua a scrivermi, e io non pubblico, perché a volte è barboso, pieno di Santi, di Profeti, di Vangeli e scritture polverose. Ma lui non protesta. E continua a scrivere. E io invece mangio fil di ferro, cioè m'incazzo quando non trovo un giornalista... altro che scrivergli con paziente speranza: "Bussate e vi verrà aperto". Questa saggezza del fil di ferro e dei portoni chiusi era di mia zia Adalgisa, e anche di mia madre Enrica, cattoliche "all'acqua di rose", veri martelli laici quando avevano ragione. |
Guglielmo SpotornoChiamato Gugi, è più cellese che milanese. Archivi
October 2021
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