Ogni milanese si fa da dentista da solo, in metropolitana.
Ormai Milano è al centro del Mondo. E' sufficiente sfogliare la pubblicità sul Corriere. Cominciamo da:
Capsule e ponti staccati? Pontefix, prodotto tascabile.
Ogni milanese si fa da dentista da solo, in metropolitana.
Allegro Italia, vivi alcalino, vivi felice. € 399 per persona 3 notti
Antonino Canavacciuolo. Le mie ricette, la tua cucina. E la fame degli altri.
Dermovitamina, ragadi mani e piedi. Effetto barriera.
Sembra che Milano sia la città dei morti. Tutti morti e tutti ricchi. E' un prodotto che non manca mai.
Allegria. L'impresa San Siro deve avere un fatturato di eccellenza se si permette una pagina intera del Corriere, due sedi Via Mantea 3 e Via Corelli 120 e di affittare un vecchio tram che transitando davanti alla Scala si ferma al Monumentale.
Se uno a Milano vuole aprire un laboratorio di birra artigianale, credo che abbia successo, perché visti questi presupposti del fai da te o del fare con gli altri, c'è solo da brindare.
Come diceva la mia cara zia Ester: "Quando i nascian son tutti beli, quando se maian son tutti ricchi, quando i moian son tutti santi."
![]() Il mio amico tassista Davide mi segnala l'articolo di ieri su Libero (qui trovi l'articolo completo). Grazie. Leggo un articolo, non solo scritto bene, ma chiaro. Mi piace come Gianluigi Paragone scrive le cose, alcune le condivido da subito. Odio le piattaforme e la loro influenza su tutto e su tutti. Mi piacciono i tassisti che sanno diventare una squadra e rimanere con la maglietta, scelta spontaneamente. L'aggregazione pagata subito al botteghino d'ingresso (la loro famiglia). Paragone? Ne ho sentito parlare, ma non lo conosco e diffido dei giornalisti perché quasi tutti sono intelligenti puttane, ma tu dammi un idea della persona. Quando ero giornalista potevo scrivere quello che volevo su tutto e su tutti. Tre rubriche settimanali, a volte quattro. Venivo pagato a mensile più della Spotorno Car. Forse sapevano che avevo tali possibilità che nessuno poteva condizionarmi, e parliamo di Brera, del conte Rognoni, di Nutrizio, e dei Pesenti. Oggi a 78 anni faccio parte ancora dell'ordine nazionale. Pensa che sono stato cooptato, a quel tempo, dalla rivista dei vigili. Mi hanno fatto un dono 'prestigioso' proprio per un primo articolo "Il Vigile in bicicletta e...con il lapis". Questo vigile era un ricordo: ci sequestrava la palla quando giocavamo in via Montepulciano. Dimmi solo che posizione tiene Libero, per capire se la linea redazionale è sui princìpi base della democrazia, parola che per me è solo utopia. Esiste solo nella sua derivazione greca, perché la democrazia non esiste. Anche quando ne scrissero i greci era solo una aristocrazia. Nell'agorà (la piazza delle decisioni comuni) parlavano e decidevano sempre gli aristos, i migliori e gli aristocratici per censo e cultura. Io stesso che entro in ospedale San Raffaele e, con nome, dialettica e un bottiglione di olio della mia Liguria mi 'compro la gente'... sono un 'paraculo oligarchico'. Comunque la vera democrazia di un uomo si misura dalla sua intera vita. E lì esco bene. Ti ringrazio Davide autista, con quel microfono sul tuo taxi ho vissuto l'esperienza del 'gioco di guardia e ladri', ma non era un gioco, erano tassisti che come carbonai del cellulare si davano notizie sull'andamento della loro guerra. C'era odore di trincea. "Qui Milano, piazza Caiazzo, qui il deserto, ascoltate tutti non c'è un cazzo di taxi crumiro". E io, con Davide, ascoltavo e lui mi diceva "Adesso fermano anche noi". Dio che bello! Ringraziavo in silenzio ortopedico, dentista, e il geniale Domenico Culotta, che mi avevano strappato da Celle e dal silenzio dei miei quadri... e così sono rientrato nella vita reale, così. E non ho fatto una sola telefonata per sapere della Borsa, altra associazione di 'paraculi professionisti' che vivono sulla carta degli altri. Altro che dollaro, PIL e rumors. Non rumors, ma spesso solo e semplici scoregge. Grazie Davide, grazie tassista, sono rientrato nella rissa, nella vita, ma sempre un po' con il sedere nel burro. Almeno per ora. Leggi anche:Io non cerco la poesia, è la poesia che cerca me. Arriva così, come se qualcun altro l'avesse scritta e tenuta nascosta. Invece sono io che devo correre sulla riva del mare, incrociare le gambe e saper aspettare. Il mare non ha tempo, e solo il colore delle onde può cambiare con la luce del sole. Gli uomini di mare non portano orologio.
Mi fermo e rileggo la mia poesia scritta anni fa 'Educazione'. Comprendo che il 'mestiere' di padre non finisce mai. |
Guglielmo SpotornoChiamato Gugi, è più cellese che milanese. Archivi
October 2021
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