Un foglio bianco e una penna sono un passaggio obbligato per dare ordine e logica tenendo sotto controllo l’inventiva.
Un uomo, nella vita, ha delle opportunità. E se non ne prende una, sarà sempre lì a rimpiangere.
Io ne ho avute due molto presto. Lavoro ed arte. E mi sono subito acceso come un ‘fuoco d’artificio’ per l’ARTE. Quando ero a letto, con qualche linea di febbre, aprivo la Treccani tra le ginocchia e sfogliavo da Michelangelo a Leonardo, ma forse più di tutti Piero Della Francesca.
Amavo il mare, ma non mi era sufficiente stare seduto a gambe incrociate sulla spiaggia e starlo a guardare. E non mi era neppure sufficiente la canna … troppo fragile, troppo ‘da vecchi’, troppe attese. Non potevo aspettare il passaggio delle fortuna. Non volevo ‘essere trovato’ dal pesce, volevo ‘trovarlo’!
L’unica persona che mi capiva era mia moglie, Agata. Quando mi alzavo alle 5 del mattino, senza sveglia, mi vestivo in silenzio e lei si girava dall’altra parte.
I parenti, i miei pesci o se li portavano a casa o se li mangiavano… e mi dicevano: “Esageri, la pesca sta diventando un LAVORO… il vero lavoro ti aspetta a Milano”.
Il mare lo vedevo secondo due prospettive. Quando ero a riva, soprattutto nei giorni di ‘cippa’, cioè di calma piatta, non aveva per me significato. Avevo i piedi per terra e mi stupivo solo delle mareggiate… il piacere e il dispiacere di non esserci dentro.
L’irritazione per me e per uno dei compagni di pesca Perata, Ali o il “Capitano”, era sentire, nel silenzio del mare, il rumore di una Ferrari che ‘sgasava’ sulla via Aurelia … e tra noi: “Ma dove va quel coglione con una Formula 1 in riva al mare?”.
Rileggo il testo. Comprendo quante possano essere le angolazioni e prospettive che si presentano all’uomo che ‘pensa’. E, come me, fa delle connessioni.
Leonardo Da Vinci chiude l’uomo in un cerchio, dove non c’è ombra di dubbio, tutto è su un solo piano, senza profondità, sembra una sintesi definitiva che occupa spazio. Solo base x altezza.