Bruxelles

Desidero sapere se può nascere qualcosa di buono. E come si può far capire che io veramente guardo sempre il colore delle cravatte. E questo come pittore. Faccio un esempio: non ho mai visto Obama in questi anni avere la stessa cravatta. Le camice sono sempre uguali e bellissime, ma la cravatta è sempre diversa. E adesso qualche volta non le mette, come anche Renzi e per qualche tempo Tsipras. Sembra che la cravatta sia il messaggio decisivo alla nazione.

I signori di Bruxelles.

"Politici a Bruxelles" - Guglielmo Spotorno,2015

L'aggettivo 'epocale', sta superando l'uso del verbo 'condividere'. A volte si mettono insieme e fanno più danni. Quali danni? L'inutile. L'inutile ci ruba il tempo. E sembra che ne abbiamo poco. Le parole sono sempre le stesse, e le facce quasi sempre. Cambiano le cravatte. Io guardo solo le cravatte... o la soluzione di non metterle. 
Quanto ai visi di Bruxelles, non ce n'è uno fotografato di profilo. Tutti schierati di fronte. Per essere impressi nella 'storia' di un brindisi o di un abbraccio.

La bandiera.

A me, cittadino europeo, cosa rimane? Due cose. Guardare la bandiera blu dell'Unione che sventola su una lunga canna di bambù in mezzo alla siepe. E che altro? 

​La cittadinanza del blu.

"Struttura marina" - Guglielmo Spotorno, 2016

​Come artista sono un cittadino europeo. Anche se ho il dubbio che i miei blu siano nati dal mare. Quando sono davanti alla tela metterei solo questo colore. Nelle sue varianti. Dal pennello alla tela. E nasce sempre qualcosa. 
Quando scrivo, libero le parole dal pennino. Si mettono in fila come piccole formiche nere. Ma non succede nulla. Dal mio colore nasce sempre qualcosa di più e di meglio.  

"Il cielo chiama il mare" - Guglielmo Spotorno, 2015

E il pesce rosso in basso a destra sono io.