Guglielmo Spotorno
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Diario di bordo

Novità, suggerimenti, aneddoti.

da attrice a scrittrice

15/11/2018

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Alessia (nella foto sotto) sembra una ragazzina, anche un po' maliziosa. Invece è una donna con la sua cultura e con la fatica del suo lavoro, 'doppiare' altre attrici e non essere mai protagonista. Anche per la mia poesia 'Fotogrammi', Alessia ha avuto un'assistenza audio visiva amatoriale... insomma un exploit senza gloria. 


Video di Ivano Calafato
Tutto è cambiato quando lei si rivela scrittrice di talento. con poche parole ti fa sentire 'seduta vicino' quella Ludovica con la sindrome di Down. Ti fa sentire tutta la sua paura e insieme quella rabbia finale: "Carta, solo carta. Neppure una medaglia acquistata su internet". 
Foto
E queste sono le sue parole:


​Ciao Guglielmo,
​
ti scrivo questa mail per raccontarti un'esperienza nell'esperienza che ho vissuto, andando a ritirare il tuo premio. Sono arrivata in questo bellissimo e sfarzoso castello, sono entrata nella sala della premiazione e sono andata subito un po' istintivamente a sedermi in fondo alla sala. Qualche minuto dopo ragionando sul fatto che Ivano Calafato, avrebbe dovuto girare il video, dalla penultima fila in cui mi ero accomodata noto dei posti vuoti in prima fila; la premiazione stava iniziando e prendendo coraggio, ho attraversato la sala con il fastidioso e imbarazzante tacchettio dei miei tacchettini che scandiva ogni mio passo e faceva diventare le mie guanciotte sempre più rosse. Arrivo finalmente in prima fila centrale, respiro, serena in fin dei conti faccio l'attrice.
Affianco a me si siede Ivano da un lato e una ragazza, che poi ho scoperto chiamarsi Ludovica, dall'altro. Una ragazza che mi guardava stringendo un foglio un po' stropicciato in mano e regalandomi sorrisoni più agitati che realmente sentiti. La guardo, le sorrido e noto che c'era qualcosa di particolare nel suo volto, credo fosse affetta dalla trisomia 21,la sindrome di down. La cerimonia sta per iniziare. I musicisti dietro i giurati stanno posizionando i loro strumenti musicali. E io ero persa a osservarli.
Lei mi batte con la mano sulla spalla e mi chiede:


«ma sei una poetessa anche tu?”
Io le dico
«No. Io sono qui a ritirare il premio di un amico. Tu sei una poetessa? Che bello!”

E sbircio il suo foglio stropicciato dove a caratteri cubitali è scritta una poesia. La sua. Dalle parole semplici dai concetti essenziali, tutta rimata.

Mi chiede
«Ma tu sei fidanzata? Io si, tu?»
Le dico «io no!»
«Io stamani ho ballato tutto il giorno per scaricare la rabbia. È importante fare sport io il martedì e il giovedì vado a pilates. Questa poesia l'ho scritta con la musica perché la musica è importante. Con la musica è tutto più facile. Ora chiedo  alla ragazza se quando leggerò la poesia i ragazzi possono suonare sotto. Con la musica è tutto più bello»

Io le dico: «si lo penso anche io, amplifica le emozioni. Si è bello. Mi dici come ti chiami».
Lei mi dice:

​
«Tranquilla lo troverai un fidanzato. Devi fare sport. Lo sai qual è il mio sport prefertio?»

Io non rispondo pensando fosse una domanda retorica e lei, giustamente, mi ripete la domanda.

«Quale?» le dico.
«Il mio sport preferito rimane sempre il divano» 

e ride tanto, una risata contagiosa, rido anche io. Io le richiedo come si chiama. E lei mi dice

«Ludovica»​

 
come se fosse la cosa più ovvia del mondo, come se le avessi chiesto

«ma quel muro bianco è bianco?»​.

La cerimonia ha inizio. La presentatrice inizia il suo discorso e io stavo a braccia conserte ad ascoltarla quando ad un certo punto mi sento afferrare la mano, non mi volto subito, ma le lascio la mia mano, sentivo la sua agitazione, era palpabilissima. Ludovica mi stringe la mano sempre più forte finché non mi volto verso di lei.
Che mi dice con tutta la sincerità del mondo:


«io mi sto cacando sotto»​.

Io, anche adesso ripensandoci, non so se ero commossa dall'estrema sua semplicità e verità o se stavo cercando di trattenermi dal ridere, probabilmente entrambe le cose. Le dico di stare tranquilla, di applaudire forte per sfogarsi un po' e lei mi dice:


«e se faccio scena mut? O mamma mia, non ci posso pensare»​.
Le dico
«non farai scena muta, ce la fai!»​

Lei mi sorride e appoggia la sua testa sulla mia spalla e io mi commuovo. Non lo so perché. I ragazzi suonano e subito dopo tocca a lei.

Mi dice
«sono la prima»​.

La chiamano “La poetessa Ludovica”, lei mi restituisce la mia mano e mi chiede se posso tenergli un foglio, mi sorride io le sorrido e le faccio segno col pugno come per dire forza. Lei va dai giurati e dice  all'orecchio della ragazza ma con un be tono di voce sostenuto,


«io voglio la musica, diglielo»​.

a ragazza le risponde


«non so se sia possibile, è la tua poesia sentiamo la tua voce ora»​.

Ludo ferma gli dice


«io voglio la musica, diglielo!»​

E lì, devo essere sincera, io l'ho stimata tanto. La ragazza chiede ai musicisti e Ludo con un'emozione che le faceva vibrare la voce legge questa poesia con i lucciconi agli occhi, incrocia anche il mio sguardo, e inerme davanti a ciò, mi sono commossa tanto. Parte un applauso e lei compiaciuta, con il suo premio, torna affianco a me.

«Sono stata brava eh?»
«SI! Bravissima!» Le dico!

Poi parlava continuamente durante la lettura degli altri poeti un po' per frasi fatte un po' con l'innocenza e l'ingenuità che la contraddistingueva.


«Questa faceva schifo, neanche una rima»​
«Lui è bravissimo, la poesia più bella del mondo. È questo quello che voglio sentire»​
«Hai una penna? Mi è venuta un'altra poesia in mente la devo scrivere ora!»​

Va a prendere una penna sul tavolo della giuria e dietro il suo foglio scrive una poesia e legge a voce alta mentre scrive, "Con la pioggia ...»"
Finita la premiazione usciamo e lei arrabbiatissima mi passa correndo davanti e mi dice

«Dai io volevo un premio vero però»​.

Esco e la trovo seduta sul muretto con la mamma affianco che mi sorrideva.
Mi dice


«Io non dico oro ma almeno  un gettone, un soldo , volevo un premio non un foglio di carta»​

Io le dico «Ludo, lo potresti incorniciare è pur sempre un premio»​

E lei mi dice «Io volevo un premio vero»​

La saluto, le mando un bacio mi viene incontro ci abbracciamo. E io commossa salgo in macchina. 
E questo è un po' quello che è successo. 
Un abbraccio Guglielmo,
​
Alessia Capua

Il ricordo è cibo della poesia. Il guardare solo al futuro è inutile tristezza. La poesia vive di attimi, quell'attimo in cui, senza sapere il perché, ti siedi e prendi una penna in mano. Quando scrivo uso sempre la penna, mai il computer. L’Idea deve avere il suo tempo. Dalla mente al pennino. Tengo le parole sotto controllo... e le poesie si fermano alla misura di una pagina. ​
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Le poesie vanno lette in silenzio, non amo le narrazioni. Avvalendomi di ottime collaborazioni, ho provato comunque a sperimentare dando loro una nuova forma più adatta ai tempi dei social network. Per questo ho scelto due eccellenze tra le voci più note della TV,selezionato musiche e immagini, e montato questi brevi video nei quali le mie parole sono protagoniste.
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    Guglielmo Spotorno

    Chiamato Gugi, è più cellese che milanese.
    ​Da bambino, da ragazzo, da grande. Qui ha incontrato Agata, che ha sposato, qui sono nati i primi disegni e da questa e dal suo vento sono nate le sue poesie, che lancia in aria come aquiloni. Anche colori e dipinti nascono da questo mare e da questo sole.

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