Guglielmo Spotorno
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Diario di bordo

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Esame di dialetto ligure.

18/1/2016

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Il Prof. Gianluigi Bruzzone è un sopravvissuto alla "Burrasca d'Ignoranza" (queste le sue parole) che si è abbattuta sulla Liguria.
Non è un dinosauro nascosto che mangia i frutti nella foresta, anzi entra nella 'mischia' di un liceo di Savona, che lui con ironia e compiacimento chiama "il mio zoo". Insegna naturalmente tutto. 
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Gli domando per provocarlo:
​
- "Ma come fa uno come lei?".

E lui:
​
​- "Butto gli occhi da un'altra parte".
A vederlo e sentirlo è un po' Pico della Mirandola, Govi e un gesuita di frontiera. Non so neppure se abbia una 'Mission'. Se c'è, la nasconde.
C'è molto poco che gli va bene. Tra persone e cose, a Celle Ligure non si arriva a dieci.

​Tra queste ci sono anch'io, ma sempre con riserva.
L'altro giorno, quando gli ho esposto la mia teoria: "La Chiesa è l'unica Spa senza oggetto sociale, perché nessuno è tornato da lassù per dirci «Signori azionisti, il paradiso c'è.»"... il professore mi ha interrotto e mi ha coperto di insulti culturali: "Ma dottore, cosa mi dice? Questo è vecchio 'ciarpame' illuminista. Radio Maria, roba vecchia. Preti che non si sposano, roba vecchia. Luoghi di culto che non pagano le tasse, roba vecchia. Vada a vedersi l'Obolo di San Pietro".
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Piazza San Pietro. Calici cerimoniali preparati prima della cerimonia di canonizzazione di Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo © Stefano Rellandini \ Reuters
​Il professore diventava sempre più rosso e accaldato. Si faceva fresco sotto il mento con le manine e intanto diceva: "Fuori si gela!". Gli ho servito un Mimosa e il professore ha avuto più complimenti per le arance del mio giardino che per i miei quadri. Dimenticavo, ha anche slanci di simpatia. Un anno fa mi ha mandato dei fiori di giardini giapponesi. E' l'uomo delle sorprese, anche polemiche. Perché riguardo la Chiesa mi sono dovuto arrendere alla sua travolgente dialettica. Abita in via Consolazione (!), vicino alle nuvole. Non alza mai il telefono. Litiga sempre e solo con le sorelle, ma nessuno sa chi abbia ragione. E' un 'passero solitario'. 
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Via Consolazione, Celle Ligure
Però, al di là di questo, è persona anche concreta nella cultura e negli studi. E' uno dei più stimati storici ed archivisti e i suoi studi e pubblicazioni interessano un'elite di ricercatori e studiosi. E quei lettori 'inesistenti' che conservano le radici più nascoste della nostra cultura... Andando a spiare decine di volumi nascosti, dove si vive nella metafisica incertezza de 'Il nome della rosa'. 
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La Cristina mi dice: "Ma le pare che a qualcuno possano interessare cose così vaghe e senza certezze? Parli di qualcosa di più concreto".
Le do ragione. E passo subito a preparare un esame di dialetto genovese, uno degli argomenti che preferiamo. E spero anche i lettori. 
Il prof. Bruzzone ci pensa un attimo e butta lì 12 parole. Voi le conoscete?
Tortaieu
Abesiu
Fùccau 
Savergo 
Avaregou 
Mìscio
Mangiama 
Ciumma 
Au ceu di lampi 
Pané 

Bruxia baracche / bruxaboschi

​Se qualcuno vuol proporre altre parole a me o al prof. Bruzzone, molto più preparato anche nella scrittura, scriva e risponderemo.
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MÈGU MEGÙN - Fabrizio De Andrè
MÈGU MEGÙN

E mi e mi e mi
anà anà
e a l'aia sciurtì
a suà suà
e ou coèu ou coèu ou coèu
da rebellà
fin a piggià piggià
ou trèn ou trèn
E 'nta galleria
gentè 'a l'intra au scùu
sciòrte amarutia
loèugu de 'n spesià
e 'ntu strèitu t'aguèitan
te dumàndan chi t'è
a sustànsa e ou mestè
che pe' liatri ou viaggià ou nu l'è
poi te tùcca 'n purtè lepegùsu
e 'na stànsia lùvega
e 'nte l'àtra stànsia
è bagàsce a dà ou menù
e ti cu'na quàe che nu ti voèu
a tià a bibbia 'nta miàgia
serrà a ciàve ànche ou barcùn
e arensenite sùrvia ou coèu
Uh mègu mègu mègu mè megùn
Uh chin-a chin-a zù da ou caregùn
'Na carèga dùa
nèsciu de ' n turtà
'na fainà ch'a sùa
e a ghe manca'a sa
tùtti sùssa rèsca
da ou xàtta in zù
se ti gii 'a tèsta
ti te vèddi ou cù
e a stà foèa gh'è ou repentin
ch'a te tùcche 'na pasciùn
pe 'na faccia da madònna
ch'a te sposta ou ghirindùn
ùn amù mai in esclusiva
sempre cun quarcòsa da pagà
na scignurin-a che sùttu à cùa
a gh'a ou gàrbu da scignùa
Uh mègu mègu mègu mè megùn
Uh chin-a chin-a zù da ou caregùn
Uh che belin de 'n nolu che ti me faièsci fa
Uh ch'a sùn de piggià de l'aia se va a l'uspià
E mi e mi e mi 
nu anà nu anà
stà chi stà chi stà chi
durmì durmì
E mi e mi e mi 
nu anà nu anà
stà chi stà chi stà chi
asùnàme.



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MEDICO MEDICONE

E io e io e io
andare andare
e uscire all'aria
sudare sudare
e il cuore il cuore il cuore
da trascinare
fino a prendere a prendere
il treno il treno
E nella galleria
la gente entra al buio
esce ammalata
cesso d' un farmacista
e nello stretto ti guardano
ti domandano chi sei
il patrimonio e il mestiere
che per loro il viaggiare non lo è
poi ti tocca un portiere viscido
e una stanza umida 
e nell'altra stanza
le bagasce a dare il menù
e tu con una voglia che non vuoi
a tirare la Bibbia nel muro
chiudere a chiave anche la finestra 
e a ciambellarti sopra il cuore
Uh medico medico medico mio medicone
Uh vieni vieni giù dal seggiolone
Una sedia dura
scemo di un tortaio
una farinata che suda
e le manca il sale
tutti succhiatori di lische
dal pappone il giù
se giri la testa
ti vedi il culo
e a star fuori c'è il rischio
che ti tocchi una passione 
per una faccia da Madonna
che ti sposta il comò
un amore mai in esclusiva
sempre con qualcosa da pagare 
una signorina che sotto la coda
ha il buco da signora
Uh medico medico medico mio medicone
Uh vieni vieni giù dal seggiolone
Uh che cazzo di contratto mi faresti fare
Uh che a forza di prendere aria si va all'ospedale
E io e io e io
non andare non andare
stare qui stare qui stare qui
dormire dormire
e io e io e io
non andare non andare
stare qui stare qui stare qui
sognare
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    Guglielmo Spotorno

    Chiamato Gugi, è più cellese che milanese.
    ​Da bambino, da ragazzo, da grande. Qui ha incontrato Agata, che ha sposato, qui sono nati i primi disegni e da questa e dal suo vento sono nate le sue poesie, che lancia in aria come aquiloni. Anche colori e dipinti nascono da questo mare e da questo sole.

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