Guglielmo Spotorno
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Diario di bordo

Novità, suggerimenti, aneddoti.

Il quadro sbagliato.

3/12/2017

 
Un breve viaggio da Celle e mezza giornata a Genova, dove mi aspettava un certo mercante di stoccafisso. Io e Gloria eravamo in anticipo e il mercante era impegnato con i suoi 'pesci volanti' del Nord. ​
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Merluzzi appesi ad essiccare. Presto diventeranno stoccafisso.
Allora Gloria ed io abbiamo deciso di andare al famoso acquario. Pessima idea. Ho visto per mezz'ora i miei pesci fermi, rincoglioniti, bianchicci, proprio senza colore... le triglie sembravano infarinate. 
Attorno ai cristalli invece c'erano tanti bambini e le maestre indicavano i pesci con i loro nomi. Tutti, bambini e maestre, erano avvolti in una nuvola di commenti al buio. Alcuni bambini chiedevano: "Ma quello si può mangiare? Perché non si muove? Dove sono i suoi figli?"
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Questa è la cornice dove c'è solo una finestra di vita falsa e colori fasulli.  Attorno a questo rettangolo, a questa illusione, le lunghe e deserte banchine di cemento e i capannoni di lamiere arrugginite. Tutto è un'illusione. L'uomo continua ad illudersi, lo fa a Las Vegas dove mangia aragoste e beve cocktails in mezzo ad acquari dove nuotano pesci e sirene. 
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Lo fa ancora di più a Genova, perché imprigionare il mare dietro ai vetri è pura illusione. Il mare è movimento, non lo possiamo togliere. Diverso è l'acquario di acqua dolce. L'acqua dolce è statica, come sono i laghi e gli stagni. La natura lì nasce immobile e come sospesa. Le anguille per un periodo stanno ferme e quando l'acqua non c'è più si nascondo per mesi sotto una pietra. ​
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Guglielmo Spotorno - "Acquario cittadino", 2016
Nel quadro ho risolto con un differente spazio il reale del porto e delle banchine e l'irreale dell'acquario, con colori finti e filtrati dalle lampadine. Il paradosso è che il mare e le banchine dovrebbero scambiarsi lo spazio, ma l'uomo fa sempre così... e chiede scusa. Come quando fa certe aiuole con i tulipani in mezzo ai crocevia. E i bambini credono che i fiori possano nascere anche nell'asfalto.
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Questo non è un quadro qualsiasi. Lasciamo perdere il valore artistico, che può essere modesto o anche inesistente. Qui quello che conta è l'idea: dipingere due quadri in uno, due realtà in contrasto, imprigionate dalla cornice. Ed è proprio il taglio anomalo a dare la finzione dell'acquario: un 'teatro' ridotto e compresso, quasi senza respiro. Pagare il biglietto trasforma il reale in sogno... lasci i rettangoli grigi della banchine, quel palazzo triste con le antenne televisive ed entri nel blu, con cristalli e il gioco delle luci.
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La finzione si paga. Questo è il destino dell'uomo metropolitano e dei suoi figli che già nascono nella finzione della televisione, che continua con cinema, nei media e su internet. Non dovrei mai spiegare un quadro, ma questo è qualcosa di diverso. E' un discorso non solo di fantasia, ma con altri significati che potrebbero essere di un noioso barocco sociale. 
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Un particolare della "firma" su targhetta e in posizione atipica

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    Guglielmo Spotorno

    Chiamato Gugi, è più cellese che milanese.
    ​Da bambino, da ragazzo, da grande. Qui ha incontrato Agata, che ha sposato, qui sono nati i primi disegni e da questa e dal suo vento sono nate le sue poesie, che lancia in aria come aquiloni. Anche colori e dipinti nascono da questo mare e da questo sole.

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