Guglielmo Spotorno
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Il Vangelo secondo quello di 'Gesù e le biciclette'.

27/12/2015

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1. Gli ho dato un nome, quello di 'Gesù e le biciclette', perché questo è il titolo del suo primo articolo di grande successo.

2. Lo conosco senza averlo conosciuto. Un giorno ho telefonato ad una società e lui ha risposto "Pronto?".

3. Ha fatto di tutto per non vedermi in faccia. Lui è venuto solo di nascosto a vedere la mia mostra alla Permanente.

4. Così noi ci siamo tenuti solo le nostre voci, senza orari e senza data. 

5. Forse solo così io, anticlericale convinto, ho ascoltato le sue parole. Sono sempre così pure, quasi ingenue, ma personali da leggersi senza nessun fastidio. E ti nasce dentro l'idea di un Gesù necessario, che va al di là della mia convinzione che Lui sia una semplice ipotesi.
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VANGELO da vivere

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Vetrate della Cattedrale "Notre Dame de l'Assomption", Clermont Ferrand (Francia)
"L’Angelo disse a Zaccaria: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio.  Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo.»

Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. ​Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa.

​Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini»."
   

                                                                                           (Luca 1,20)

​VANGELO vissuto

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Bambini sopravvissuti all'ennesima strage del mare, Corriere della Sera del 20 Dicembre 2015 - Foto: Reuters / Yannis Behrakis
"Seduto alla scrivania del Centro Caritas presso cui lavoro, sto ascoltando un rifugiato che nell’aspetto e nel vestito denuncia un passato di sofferenza. È disperato perché, da tempo senza lavoro, tra pochi giorni subirà lo sfratto da dove alloggia per non aver pagato l’affitto. Gli chiedo, come faccio con tanti come lui, se ha degli amici qui in città, che possano dargli aiuto. Inaspettata la sua reazione: scoppia in singhiozzi convulsi ripetendo: «Sono solo, solo! Non ho nessuno!».
​Rimango senza parole, schiacciato da un senso di impotenza.  Poi, d’impulso, mi alzo e vado ad abbracciarlo. Pian piano si calma.  Si alza anche lui, con tono di voce pacato dichiara: «Ora so che non sono più solo» e fa per andarsene, come se quel semplice gesto fraterno fosse bastato a ridargli speranza. A questo punto sono io a trattenerlo per indicargli come procurarsi dei vestiti, fruire della mensa Caritas e anche di un letto presso il nostro dormitorio. Quando ci separiamo è ormai del tutto sereno. "   

S. 
​    
​"Il disegno di Dio continua, le nostre paure e mancanze di fede non possono fermarlo, ma ci impediscono di parlare, di dire cose vere. Ogni parola fuori da questo disegno infatti è vuota, il silenzio di Zaccaria esprime anche questo.  Solo quando tutto si realizza e vediamo ciò che Dio ha fatto la nostra bocca si apre per cantare la Sua grandezza. Davanti a Dio che opera meraviglie che non comprendiamo, il primo atteggiamento è il silenzio di chi guarda e cerca di capire, poi c’è spazio solo per la gioia."

g.
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    Guglielmo Spotorno

    Chiamato Gugi, è più cellese che milanese.
    ​Da bambino, da ragazzo, da grande. Qui ha incontrato Agata, che ha sposato, qui sono nati i primi disegni e da questa e dal suo vento sono nate le sue poesie, che lancia in aria come aquiloni. Anche colori e dipinti nascono da questo mare e da questo sole.

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