Guglielmo Spotorno
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Novità, suggerimenti, aneddoti.

Io, mia madre e l'Arte.

31/5/2016

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Lontani anni '40. Era tempo di guerra. Ai grandi era assente il senso della vita. Non avevano né paura, né coraggio. E noi bambini giocavamo con la massima libertà. Era sufficiente non mettersi in pericolo, misura di tutto. Io già disegnavo e mia madre, collezionista di tutto, raccoglieva i miei fogli. 
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La guerra in un mio disegno del 1944
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Mia madre fuori dal suo studio di scultrice, Celle Ligure
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Un artista, Ampelio Tettamanti, ci raggiungeva ogni tanto a Chiesa di Valmalenco. Non per respirare "l'aria buona"... Per lui la nostra casa era un rifugio. Tettamanti ripagava l'ospitalità facendo i ritratti di noi familiari.
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Gugi ritratto dal Tettamanti
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Mia madre Enrica ritratta dal Tettamanti
Io lo osservavo stando in piedi alle sue spalle. Ricordo che aveva una sola matita e la gomma di mollica di pane.
Un giorno venne fuori  l'inchiostro e anch'io, a sei anni, presi la penna e misi il nero sulla carta. Per me fu una vera emozione e mia mamma, giovane, bellissima e un po' esaltata, mi  parlava di un destino. Forse  lo stesso nome del nonno, tutti e due Guglielmo. Forse perché proprio lui aveva comprato due grandi quadri. Di un artista non ricordo il nome, l'altro era Lupo. Ai quei tempi comprare un quadro, per una famiglia borghese, era un evento. Di mio nonno ricordo altre due attività non impegnative, giocare alle bocce e cronometrare i tempi di cottura della pasta. Io ho ereditato anche questa noiosa precisione. 
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Il nonno, al centro con le sue bocce
Finita la guerra, mia madre ha ripreso ad ospitare artisti a casa nostra. 
Si parlava d'arte nel salotto buono, al caldo. Gallerie e musei erano rari e freddi. Gli artisti erano poco considerati. Per la gente comune erano dei 'fannulloni' che non volevano sporcarsi le mani. Nessuno si sognava di scambiare un disegno per un pasto. Giacometti, nelle trattorie di Parigi, pagava la cena con i disegni fatti sulla carta del tavolo. Nel '63 Fontana propose di pagare il conto dell'ombrellone ad Albissola con una 'Deposizione del Cristo' in ceramica. Il bagnino rinunciò e ora è in casa mia.
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Mia madre Enrica ritratta in una cartolina d'epoca in vendita nella tabaccheria di Celle Ligure. Era affettuosamente soprannominata "La tedeschina" per via dei suoi capelli biondi e occhi azzurri.
L'arte allora non aveva valore. La fame e la povertà della guerra erano rimaste dentro, e non solo come ricordo. Mia madre invece continuava ad accettare il 'baratto' e ne era entusiasta. Gli artisti, quando si presentavano alla porta, avevano sempre una cartella di tempere e disegni. 
​​Prima di tutti l'anarchico Giandante X.  
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Giandante X (Dante Pescò) - Archivio Centrale di Stato - Casellario Polizia Politica
Non era solo anarchico, ma  professore, poeta, filosofo, ideatore di una vera catena di montaggio di tempere su fogli A4.  Il suo motto era "Un quadro in ogni casa". Quando entrava aveva le braccia quasi all'altezza del ginocchio per il peso delle due borse dove divideva poesie e tempere
Mia madre, che aveva iniziato a dipingere e a fare scultura, continuò ad invitare artisti più importanti. Ricordo in occasione del premio Costa Maestri come Roberto Melli, Carlo Corsi, Arturo Martini...  La sera si parlava solo d'arte ed io ascoltavo.
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Artisti in spiaggia. Da sinistra Brizzi, Tettamanti, il poeta Pinghelli (amico di Arturo Martini), lo scultore Scalvini e Carlo Russo. Sulla destra Gugi bambino tra Enrica e Franco Spotorno - Bagni Vittoria di Celle Ligure.
Mia madre non mi ha dato solo la vita, ma ha tracciato una via che ancora adesso è la più importante. 
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Questo scritto verrà inserito come prefazione del catalogo della
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mia prossima mostra a Torino il 29 Settembre 2016.

Musica: "Corcovado" - Antônio Carlos Jobim
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    Guglielmo Spotorno

    Chiamato Gugi, è più cellese che milanese.
    ​Da bambino, da ragazzo, da grande. Qui ha incontrato Agata, che ha sposato, qui sono nati i primi disegni e da questa e dal suo vento sono nate le sue poesie, che lancia in aria come aquiloni. Anche colori e dipinti nascono da questo mare e da questo sole.

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