
Le impressioni condivise hanno mostrato un forte interesse e coinvolgimento verso i suoi dipinti.
Nel discorrere sull’iter della mostra, ho avuto modo di discutere e trovare diversi spunti di riflessione riguardo al trittico esposto delle "Città Umanizzate", in cui alcuni visitatori hanno visto trapelare temi che oggigiorno lacerano la nostra società, come la solitudine, il soffocamento e la precarietà che le grandi metropoli talvolta infliggono alla nostra società, come se l'uomo diventasse parte integrante della catena di montaggio diventando egli stesso una macchina, come è stato ampiamente studiato ed enunciato da Marx.
In tarda mattinata invece sono passate tre signore, si sono firmate in maniera scherzosa come «Le tre amiche di Milano». Sono venute a conoscenza della mostra attraverso l’articolo di Stefano Bucci sul Corriere della Sera.
Una di loro si è fortemente immedesimata con "Il problema e piccole soluzioni", trovandone un effetto liberatorio rispetto al torpore e all’inquietudine che a volte bussano all’anima.
Mentre un’altra, avanzando con l’età, ha condiviso il sentimento di sentire un effetto catartico osservando "il Muro" ma anche di sintonia con "I Miei Pensieri".
Giorgio: «Introspezione e grande poesia a colori»
Anna Maria: «Nonostante tutto, c’è speranza nei ritratti»
Mentre invece Benedetta ha elogiato la vitalità e il movimento soave da cui si è sentita avvolta osservando le "Trasparenze Marine".
Queste sono le diverse sensazioni, emozioni e riflessioni che ho raccolto durante la giornata.
Un caro saluto,
Giovanna
hai scritto con tale passione, scelta di citazioni e una rabbia appropriata contro le prigioni delle case del Mondo... che forse neppure Marx poteva immaginare che sarebbero venuti altri ingranaggi molto più subdoli delle catene di montaggio. E sono proprio quelli del computer che stiamo usando tu ed io: non c'è nessuna possibilità di luddismo.