Ognuno con la sua calligrafia e i suoi errori. Dove nella scrittura si può leggere la stanchezza e l'entusiasmo. L'attenzione, il dolore... e persino l'avarizia. Il pennino, quando scrive, parla di noi. Non è anonimo come la tastiera del computer. Non c'è il correttore automatico, ci sono i nostri errori. Per non parlare di virgole e punteggiatura... Ci siamo proprio solo noi. C'è la donna che ha cucinato e lascia le sue impronte. C'è la donna che piange... c'è la donna che lascia l'ombra del rossetto sulla busta.
E poi c'è il piacere di scendere, aprire la cassetta della posta, a cui per anni non abbiamo più guardato, e riconoscere già in quella piccola e scura feritoia il bianco di una lettera, e non... la delusione di una cartolina.
Una delle forme più 'ridicole' e stupide della nostra società sono le fotografie scattate con il telefono cellulare. Sui nostri computer viaggiano solo milioni di fotografie, 'selfie' di persone con la lingua di fuori, gli occhi spiritati, dove sembra che tutti si vogliano bene.