
Ed è così che siamo veramente soli con la nostra paura. Il sole trafigge tutto con la sua luce a picco e fa risplendere il cranio lucido dell'uomo che continua a benedire.
Il colore giallo sbianca... riesco ad allungare il braccio e con la mano trovo l'interruttore. Si accende la luce e finalmente vedo sopra di me il soffitto. Fuori c'è un vento feroce, fa freddo, mi passo il palmo della mano sulla fronte... sono sudato, come se qualcuno mi avesse buttato un secchio d'acqua. La paura ha un suo odore, lo sento, lo riconosco. Guardo l'orologio, sono appena le 3. Ho davanti quattro ore di ipotesi e di numeri di telefono... a nessuno posso raccontare...