Guglielmo Spotorno
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Età diverse.

27/12/2017

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Età diverse.
La qualità della vita nasce proprio dalla qualità delle persone che lavorano insieme. E anche dall'ironia. In questo senso riporto una lettera molto bella e molto importante in risposta alla mia. Con quest'uomo, che sta salendo ai vertici della Toyota Motor Europe, abbiamo avuto un rapporto anche contrastato.... come con Massimo Nordio e molto meno con Kitamura che era già un numero uno al mondo. Andrea Carlucci a volte faceva il 'prezioso' quando gli davo suggerimenti di marketing e anche di prodotto, però alla fine la realtà del rapporto viene fuori. Credo che in parte dipenda dalla differenza di età. Kitamura aveva la mia età. 
Caro dr Guglielmo,

all’ironia aggiungerei la leggerezza. Diceva Calvino che "la leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, senza macigni nel cuore ...". Ecco questa è stata per me, e confido sarà ancora, la cifra dei rapporti umani e professionali.
Mi hai dato consigli, suggerimenti, hai designato scenari, di business e non solo. 
La guerra? Forse è già in atto, ma la vinceranno i cinesi, anzi l’hanno già vinta. E qui in Europa trovano solo nemici che non resistono o alleati, i tedeschi, che la fanno per loro.
In tutto questo Toyota fa la sua parte, e gioca un’altra partita, ma almeno prova a stare dalla parte dei buoni. E io con lei. E voi, spero, con noi.
Con gente come tuo figlio Franco abbiamo fatto di più di lanciare un marchio, abbiamo creato un vero ed autentico spirito Toyota. Non c’era mai stato; ci siamo riusciti perché condividiamo qualcosa che si chiama passione, cuore e nel fondo una vera autentica amicizia .
Quella che porterò con me a Bxl, a guidare semplicemente il marketing di Toyota Motor Europe (sono lontano dalla fiamma sulla candela, non troppo da non vederla, abbastanza per non bruciarmi e continuare a vivere con leggerezza) e da cui rilancerò vecchi e nuovi prodotti, e da cui proverò a portare un po’ di creatività e passione italiche, nella mia , nostra piccola guerra: quella per fare del mondo un posto anche solo un pizzico migliore.

Con stima,
Andrea 
Nordio, Carlucci e anche mio figlio Franco sentono dentro sé stessi sempre uno spirito di competizione, di 'sfida'. Tuttavia il prodotto che ne esce è sempre di qualità, lo si vede dal punto di vista culturale con quella bella citazione di Calvino. Lo si vede dal punto di vista dell'interpretazione politica, dove Carlucci ed io diamo la stessa interpretazione del già avvenuto protagonismo della Cina. Lo sto ripetendo da due anni e chi mi segue lo sa: la guerra sarà nel Pacifico e la Cina sarà ed è già la padrona del mondo.
Non a caso ho qui sul tavolo dello studio il curriculum di un ragazzo cinese che dopo molte ricerche, verrà a Celle perché desidero inserirlo nella mia società, che lentamente deve diventare multietnica. Già due anni fa avevo tentato e anche con successo di inserire una ragazza cinese molto preparata, ma tutto è 'saltato' per colpa del padre. Questi padri non vanno mai bene. O sono troppo protettivi e tengono i figli sotto la coperta del non cercare avventure, o viceversa spingono al di là delle possibilità stesse del figlio. Come diceva l'amico Lucio Dalla "...l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale". 
Comunque tra persone intelligenti si finisce sempre per 'correre' insieme.

Ritornando al post precedente credo che il video di Tognazzi sia uno dei passi più belli, più spiritosi che io abbia visto. C'è la sintesi fra due generazioni, proprio come scrivevo prima, tra il vecchio che si fa trasportare e l'uomo maturo che trasporta con le sue convinzioni. Il viso fisso e beota del federale che guarda avanti e scandisce il tempo con buca e con sasso è un esempio di grande letteratura. Ancora più in là c'è quella domanda del vecchio compagno: "ma il suo nome è un segreto militare?". 
Ecco qui ci vuole un vero spirito di ironia per capire quanto in poche scene con un vecchio sidecar, Luciano Salce, qui poco più che esordiente alla regia, riesce a trasmettere gli angoli della sfida. 
Ora parlo e scrivo per me. Luciano Salce è stato, al di là della regia, una delle persone più dissacranti che io abbia sentito e visto. Salce si inserisce in una dimensione forse unica, più a 360 gradi, e la sua  bocca storta è un po' un ghigno  beffardo, un po' pernacchia,  un po' coscienza amara di essere nato con quel difetto che  gli impedisce in ultima analisi di essere preso sul serio. Gli altri  sono Totò, Arbore e Boncompagni, Sordi e Eduardo De Filippo. Il comico e il tragico si mischiano. L'ironia e la tristezza si uniscono. 
Luciano Salce (l'uomo dalla bocca storta), quando veniva alla ribalta e parlava con la sua bocca storta, fa sembrare Crozza un dilettante. 
A volte vedo questi talenti che sono nati nella cultura e nel dolore del dopoguerra. E penso alla banalità di quelli di adesso: X-Factor, Masterchef, Gomorra. I pochi minuti che Pasolini dedica a Franco Citti nel film 'Accattone' con l'attore che si butta con il viso nella sabbia del lungotevere sono una sintesi di pochi secondi della tragedia del Macbeth.​
Io sento in modo istintivo sin da ragazzo la cultura nel senso più largo, ma anche più ridotto di questa parola. io ho vissuto la cultura dei miei tempi in un senso profondo e diverso. E infatti me la trovo qui sotto mano senza nessuno sforzo nel ricordo. Autoreferenziale, nostalgico e proiettato nel futuro (la Cina). L'opera su me stesso non è mai finita.  

E poi mentre scrivo queste parole mi domando da filosofo: piaceranno a te che le stai leggendo? O non te ne frega nulla? La risposta è semplice. Io scrivo a te, ma guardo soprattutto dentro me stesso. Chi sono e dove sono. 

Tornando alla lettera di Carlucci ho il pregio di aver capito con 30 anni di anticipo dove sarebbe arrivata la Toyota. E adesso se c'è qualcosa che mi consola in questo momento storico, in cui la cultura sembra quasi un peso, è proprio la convinzione di saper interpretare il futuro.
Molti dei personaggi odierni navigano nel presente e sanno poco o nulla del passato. E quanto al futuro, pensano alla prossima intervista alla televisione. 

​E tornando al post precedente, De Pietri, lui sì che era - con la sua brillantina - un vero imprenditore coraggioso e così mio padre. Quando ha preso la bicicletta non si è fermato a Genova, ma ha proseguito subito per Milano.
Aveva già capito tutto. 
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    Guglielmo Spotorno

    Chiamato Gugi, è più cellese che milanese.
    ​Da bambino, da ragazzo, da grande. Qui ha incontrato Agata, che ha sposato, qui sono nati i primi disegni e da questa e dal suo vento sono nate le sue poesie, che lancia in aria come aquiloni. Anche colori e dipinti nascono da questo mare e da questo sole.

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