all’ironia aggiungerei la leggerezza. Diceva Calvino che "la leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, senza macigni nel cuore ...". Ecco questa è stata per me, e confido sarà ancora, la cifra dei rapporti umani e professionali.
Mi hai dato consigli, suggerimenti, hai designato scenari, di business e non solo.
La guerra? Forse è già in atto, ma la vinceranno i cinesi, anzi l’hanno già vinta. E qui in Europa trovano solo nemici che non resistono o alleati, i tedeschi, che la fanno per loro.
In tutto questo Toyota fa la sua parte, e gioca un’altra partita, ma almeno prova a stare dalla parte dei buoni. E io con lei. E voi, spero, con noi.
Con gente come tuo figlio Franco abbiamo fatto di più di lanciare un marchio, abbiamo creato un vero ed autentico spirito Toyota. Non c’era mai stato; ci siamo riusciti perché condividiamo qualcosa che si chiama passione, cuore e nel fondo una vera autentica amicizia .
Quella che porterò con me a Bxl, a guidare semplicemente il marketing di Toyota Motor Europe (sono lontano dalla fiamma sulla candela, non troppo da non vederla, abbastanza per non bruciarmi e continuare a vivere con leggerezza) e da cui rilancerò vecchi e nuovi prodotti, e da cui proverò a portare un po’ di creatività e passione italiche, nella mia , nostra piccola guerra: quella per fare del mondo un posto anche solo un pizzico migliore.
Con stima,
Andrea
Non a caso ho qui sul tavolo dello studio il curriculum di un ragazzo cinese che dopo molte ricerche, verrà a Celle perché desidero inserirlo nella mia società, che lentamente deve diventare multietnica. Già due anni fa avevo tentato e anche con successo di inserire una ragazza cinese molto preparata, ma tutto è 'saltato' per colpa del padre. Questi padri non vanno mai bene. O sono troppo protettivi e tengono i figli sotto la coperta del non cercare avventure, o viceversa spingono al di là delle possibilità stesse del figlio. Come diceva l'amico Lucio Dalla "...l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale".
Comunque tra persone intelligenti si finisce sempre per 'correre' insieme.
Ritornando al post precedente credo che il video di Tognazzi sia uno dei passi più belli, più spiritosi che io abbia visto. C'è la sintesi fra due generazioni, proprio come scrivevo prima, tra il vecchio che si fa trasportare e l'uomo maturo che trasporta con le sue convinzioni. Il viso fisso e beota del federale che guarda avanti e scandisce il tempo con buca e con sasso è un esempio di grande letteratura. Ancora più in là c'è quella domanda del vecchio compagno: "ma il suo nome è un segreto militare?".
Ora parlo e scrivo per me. Luciano Salce è stato, al di là della regia, una delle persone più dissacranti che io abbia sentito e visto. Salce si inserisce in una dimensione forse unica, più a 360 gradi, e la sua bocca storta è un po' un ghigno beffardo, un po' pernacchia, un po' coscienza amara di essere nato con quel difetto che gli impedisce in ultima analisi di essere preso sul serio. Gli altri sono Totò, Arbore e Boncompagni, Sordi e Eduardo De Filippo. Il comico e il tragico si mischiano. L'ironia e la tristezza si uniscono.
Luciano Salce (l'uomo dalla bocca storta), quando veniva alla ribalta e parlava con la sua bocca storta, fa sembrare Crozza un dilettante.
E poi mentre scrivo queste parole mi domando da filosofo: piaceranno a te che le stai leggendo? O non te ne frega nulla? La risposta è semplice. Io scrivo a te, ma guardo soprattutto dentro me stesso. Chi sono e dove sono.
Tornando alla lettera di Carlucci ho il pregio di aver capito con 30 anni di anticipo dove sarebbe arrivata la Toyota. E adesso se c'è qualcosa che mi consola in questo momento storico, in cui la cultura sembra quasi un peso, è proprio la convinzione di saper interpretare il futuro.
Molti dei personaggi odierni navigano nel presente e sanno poco o nulla del passato. E quanto al futuro, pensano alla prossima intervista alla televisione.
E tornando al post precedente, De Pietri, lui sì che era - con la sua brillantina - un vero imprenditore coraggioso e così mio padre. Quando ha preso la bicicletta non si è fermato a Genova, ma ha proseguito subito per Milano.
Aveva già capito tutto.