Si capisce come la felicità sia qualcosa di relativo. Sono tornato da Megève, che sembrava un traguardo. Una volta raggiunto, ti fa dire: «Tutto qui?». Qualcosa di simile accadeva con gli esami, così temuti da preparare sulla sedia ai piedi del letto persino le calze e due fazzoletti. E poi andavo a piedi sino a piazza Sant'Ambrogio. Sempre a piedi, secondo un 'rito' che mi faceva scegliere anche il marciapiede e il punto esatto dove attraversare piazzale Baracca. E ora, come allora, mi chiedo: «Tutto qui?». Salgo nello studio a rimettere a posto, a ritrovare tele e pennelli. E a chiedermi: «E ora?». Dopo Megève, Torino... e dopo? Venezia. Sono stanco, e provo a mettere un po' d'ordine nella "quadreria". Molte tele di anni diversi. Ne vengono fuori due, dimenticate là in fondo. Le tiro fuori, le metto contro il muro e penso: «Dio come sono belli!». Dolorosi, hanno dentro l'energia del dolore vero. Rifletto: «Guglielmo tu sei quello li e l'altro è tuo figlio. L'hai dimenticato, l'hai messo nella quadreria». Solo un momento dopo l'artista riprende il suo posto. E mi son detto: «Dio, come dipingevi bene, e che forza!» clicca sui quadri per ingrandire Tu saprai dipingere ancora così. Non importa se nessuno li vorrà mai comprare e neppure ereditare... perché nessuno si mette in casa il dolore, e soprattutto il dolore di un altro. E mi viene in mente anche la poesia "Ideal standard", che nessuno capisce, perché nessuno può capire, visto che è stata una questione privata tra me e un foglio bianco. Oggi la racconta Guido Ruberto e Nick la ambienta in un lavandino bianco secondo una logica surreale. Non hai bisogno di pensare ad un pittore "maledetto" come Bacon, la parte a sinistra di "Bordeline 2" la può dipingere solo un grande Maestro. E io mi chiedo, come può essere che la stessa mano dipinga il vasetto di fiori o "Mare forza 7", e quel "grumo" di paure spiate dallo psichiatra, dall'infermiere, dal padre in camice bianco? E l'altro? Un ingranaggio che si auto distrugge diventando una giraffa, mentre il teschio spia. Di traverso.
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Guglielmo SpotornoChiamato Gugi, è più cellese che milanese. Archivi
October 2021
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