Guglielmo Spotorno
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Diario di bordo

Novità, suggerimenti, aneddoti.

PREMIAZIONE ALLA BIENNALE DI GENOVA.

11/6/2019

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L'inaugurazione della terza Biennale di Genova è stata un vero 'delirio' di folla. I dati che mi ha trasmesso l'organizzatore Mario Napoli, parlano di 1600 presenze distribuite nei 16 palazzi più rappresentativi di Genova. ​
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Mario Napoli, organizzatore della Biennale
Io ho partecipato solo alla premiazione a Palazzo Stella, ma andrò a vedere le opere dei 300 pittori partecipanti. 
Il prestigioso e grande palazzo, è diventato piccolo per il numeroso pubblico presente. 
Mentre salivamo al grande salone della premiazione dove tutti erano in piedi per motivi di spazio, tre piani sotto, all'ingresso, altra folla ascoltava i discorsi delle autorità civili e militari.
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Insomma una 'sagra' cittadina, molto vivace e compressa come un panino BigMac. Il contenuto era saporito e di vero valore. 
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Mi ha stupito che io sia stato, tra tanti artisti, l'unico che ha avuto la parola... e ho parlato a lungo.
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Mario Napoli e Guglielmo Spotorno
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LA FONDAZIONE SPOTORNO, QUESTA SCONOSCIUTA

10/6/2019

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Le recenti elezioni comunali di domenica 26 maggio hanno sancito la fine del governo di Renato Zunino e della sua giunta. E' quindi arrivato il momento per la Fondazione Francesco Spotorno Onlus, di trovare nuove sinergie con il sindaco entrante Caterina Mordeglia. In questo senso mi adopererò io personalmente, proponendo una collaborazione molto più attiva di quanto non sia stata in precedenza.
Molte persone a Celle sono all'oscuro di quanto la famiglia Spotorno abbia fatto a favore di Istituzioni e popolazione residente. E' così vero che sono dovuto personalmente intervenire per pubblicare la notizia 9 anni fa (!!!), con un comunicato di una pagina intera su Secolo XIX e Stampa. Tengo a far notare l'importo di 250.000€ nel 2010, senza tener conto degli interventi successivi.
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Il Secolo XIX (clicca per ingrandire)
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La Stampa (clicca per ingrandire)
Se scrivo queste parole dopo anni di silenzio è solo perché l'ex sindaco e la sua giunta si sono sempre dimostrati silenziosi e distratti nel dare il giusto rilievo ad una fondazione creata dal cellese Franco Spotorno, mio padre e condotta da mio figlio Franco Spotorno Jr. 

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Franco Spotorno, al volante della 500A n. 23 con la quale vinse la Mille Miglia 1937.
E' giusto dire che 'nessuno è profeta in patria', ma forse i politici cellesi si sono dimostrati troppo distratti... Ed è un eufemismo.
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Salvini,  fascista accattivante.

4/6/2019

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Ieri sera Salvini è arrivato a LA7 molto disinvolto. Rosso in viso come chi va anche in spiaggia. ​
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Con le fotografie della sua fidanzata, bella. Quindi, un uomo normale, che spesso fa riferimenti ai figli, alla famiglia, al lavoro, alla scuola, insomma una persona perbene. Quando parla spesso cade nel gesto di unire le mani davanti, con le dita che si incrociano. Può essere un gesto spontaneo o qualcosa di studiato dai suoi consiglieri. Certo che insiste molto sull'unione sua con gli alleati. Insomma, sembra il fratello più grande, ma anche il più deciso e più buono di ogni italiano. Il fratello che ispira sicurezza, decisione, ma anche buon senso e una normalità di vita con i suoi piaceri e il santo rispetto della Vergine Maria e della prole. Raccoglie applausi da tutte le parti, quindi piace, ma per me rimane solo ACCATTIVANTE. Cioè può piacermi.... ma con molti dubbi.
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Salvini a mani giunte, prega la Madonna?
Dove nascono questi dubbi? Non nei discorsi pubblici, ma nei suoi twitt o nelle dichiarazioni fatte 'one to one' a qualche giornalista. Lì spesso usa i toni e le parole stesse del peggior fascismo = "Io me ne frego". Questo suo continuo atteggiamento di fregarsene dell'Europa, di Di Maio, di Fico e di tutti quelli che non la pensano come lui, lo fa apparire, anche se mimetizzato, un fascista. Il peso di Casapound nell'economia politica ed economica italiana è nullo. Si continua  a parlare di un palazzo occupato a Roma da questi nostalgici, valore 1, dimenticando immobili dello Stato per valore di milioni. ​
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Il palazzo occupato da Casapound
Quello che preoccupa invece è che l'atteggiamento di Salvini nei confronti dell'Europa, quel ripetere "Me ne frego, me ne frego, me ne frego", può spingere come sta accadendo in Italia, ad una progressiva disobbedienza fiscale. Alcuni non pagano le multe di sosta vietata, altri non pagano i taxi a Milano e nelle città, l'autostrada passando dai telepass, non si pagano gli affitti, i canoni televisivi, le bollette della luce e dell'acqua e non si pagano le tasse. Questo può avvenire di più nelle città e non nei paesi, dove c'è ancora rispetto per l'identità personale. Nei paesi invece si allarga il nero, perché c'è ancora una certa reciproca fiducia. 
Il risultato è che questa disobbedienza e questo pensare solo a se stessi, porta al sacrosanto richiamo di Mattarella, che viene però dimenticato con il passaggio delle Frecce Tricolore nel cielo di Roma. 
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Milano è il west... e il mio nome è nessuno.

11/5/2019

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Sono andato a Milano, la mia città. Ho i piedi nella terra e gli occhi al mare della Liguria, ma Milano mi riprende appena torno sulle sua sponda. Ieri era la giornata degli Alpini: tanti, più di 500.000 hanno occupato Milano con dignità, anche silenziosa, anche se qualcuno se li immagina solo bere direttamente dalla botte. Beh, non è così. Io, Davide e Gloria abbiamo attraversato in auto una via Dante invasa,  grazie a un giovane alpino biondo che si è messo di traverso; ha bloccato la gente,  compagni e sconosciuti e facendo grandi gesti con la mano ha urlato: "VAI, VAI! VIA, VIA!"... e noi siamo sfilati via, attraverso un fiume di penne sul cappello. ​
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Questo episodio non si sarebbe fermato nella mia memoria se quell'alpino giovane e sfrontato non avesse tenuto in mano un grande boccale di birra schiumata. Alpino con Birra? Una inquadratura da Sergio Leone, con il 'biondo', un Terence Hill fatto in casa, deciso  a fermare il 'mucchio selvaggio' a Milano.
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Milano è il West d'Italia. Una opportunità per tutti e per nessuno. La città ti attrae e ti respinge. Ti dice: "Vieni avanti, c'è pane e festa per tutti". E mentre ti dice questo ti fa vedere una Ferrari tutta nera parcheggiata in una viuzza dietro a largo Cairoli, o una bellissima donna in Ripa Ticinese, quasi seduta sulle sue gambe lunghissime, metà del viso nascosto nei lunghi capelli biondi. La nostra  Lexus  va così piano che scenderei per portarmela via. E lo farei, anzi l'avrei fatto anni fa,  ma ora è solo intenzione, e a Milano con le intenzioni non si va da nessuna parte. 
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Milano è il West, e nel West non credo che si andasse con l'intenzione di estrarre, si estraeva e basta! Mi vengono in mente gli occhi azzurri di Hanry Fonda sotto il rasoio del barbiere.
E a Milano non c'è ora per andare dal Barbiere, per farsi fare un massaggio a quattro mani. Non c'è ora per mangiare. Come nel West: anche là si arriva a mezzogiorno o al tramonto e c'è sempre una fondina di zuppa di fagioli, da mangiare lentamente, da sotto il cappellaccio.
Milano sembra una città affamata, a tutte le ore. Poveri ciclisti di tutte le lingue, e di tutte le pelli, si radunano come gabbiani vicino ai Mac Donalds per portare a comando di voce. Big Mac, Sushi, e poi ad uno ad uno, saliti su quelle povere bici pedalano via lenti, un po' rassegnati e un po' ribelli, contro quelle gole di capricciosi che mangiano fuori orario. 
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Fitness, Fashion, Food. Eppure se mi guardo attorno vedo tutti 'spietatamente' magri.
Magri, svelti e silenziosi tutti camminano guardando lontano, sopra le teste di chi gli viene incontro, senza incrociare gli sguardi. Cosa fissano là sopra? Il denaro o l'amore? Per me il denaro. Il denaro a Milano non dorme mai, passa di mano e in mano come nei quartieri dei cinesi  e degli ebrei  in "C'era una volta l'America", e tutti a mettere le esche dello 'charm pricing': mai uno  zero per ultimo, ma sempre solo un 9, un'esca per far sembrare che in fondo "tutto è possibile!".
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La Lexus va lentamente e posso vedere bene le persone sul marciapiedi in slow motion. E io guardo, sempre, partendo dai piedi. Centinaia di piedi che confermano le mie 'analisi sociali' dei ricoverati o ricoverandi dell'Ospedale San Raffaele. L'ho lasciato oggi alle 14. La Gloria mi chiede dispettosa: "Ma lei dottore va al San Raffele per fare il suo tagliando personale, 250.000 km o...  per vedere le scarpe della gente?". Oramai la Gloria si è presa casa a Milano e anche lei, da mite salvadoregna, è diventata 'aggressiva' cittadina. E io? Io sono il suo navigator a vita!         ​
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Tornando ai piedi: ho visto tutti che vanno in scarpe da tennis, comode, con infinite varianti di colore e di stoffe... che quindi da tennis non sono. Questi 'calzari', sempre senza tacchi, cercano di aggredire il cammino uscendo da pantaloni stretti, a misura di caviglia. Guerra al cuoio? O rispetto per  vitello, montone e persino del capretto, suggerisce Gloria, che è sdraiata nel sedile posteriore della Lexus.
​A Milano ormai nessuno chiede o deve dare spiegazioni: c'è quella libertà di dire: "Io vado, cammino, corro, rallento, mi fermo..." ma nessuno mi chieda: "Ma dove cazzo vai? Il mio nome è Nessuno!" 
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Il quadro che anticipa il PONTE MORANDI

22/3/2019

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Nel 2016 ho avuto una intuizione che certo non si riferiva al Ponte Morandi in modo specifico, ma alla situazione di GENOVA vista dall'alto.
Con il dipinto interpreto un ENTROTERRA MARCIO, edifici e BANCHINE del porto in primo piano. All'estrema destra il ritaglio dedicato alla Natura, l'ACQUARIO.
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I poveri pesci che ho visto nelle vasche dell'acquario erano scoloriti e molto tristi (e io li conoscevo bene quando li pescavo, per colore e per energia). 
E così ho costruito una tela e una cornice ridotta di proposito per far capire alle persone che l'AVARO OMAGGIO ALLA NATURA non è altro che uno zoo, una prigione per i poveri pesci. Meglio morire, meglio volare dal ponte, meglio finire nelle reti.
Andate tutti al diavolo.
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La televisione arriva a celle. Nel '54?

7/3/2019

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Le truppe americane costringevano alla fuga quelle tedesche sulla costiera ligure. I tedeschi fermi a Celle avevano deciso di lasciare il nostro paese. Non è stata per loro una decisione facile perché sulla collina dei Bottini avevano fatto delle trincee di difesa e soprattutto avevano piazzato potenti cannoni che controllavano il mare. Ne posso parlare perché il mio amico ormai scomparso Giacomo Mordeglia, aveva lavorato per questi bunker e mi aveva raccontato tanti aneddoti. Ne scelgo uno per gli amici cellesi e per tutti i cercatori di funghi. I tedeschi, nella loro organizzazione, avevano delle sostanze chimiche che permettevano di fare una zuppa di patate e con funghi anche tossici. ​
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Bottini
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Ritorniamo alla cronaca. Da Genova ad Arenzano, le truppe americane premono con i carri armati e l'esercito tedesco fermo a Celle Ligure. Quando arriva l'ordine di lasciare il nostro paese, il generale tedesco decide di minare la zona più prestigiosa di Celle, quella chiamata Crocetta, che unisce Celle Piani con Celle Paese. L'ultima notte, proprio l'ultima, un partigiano idiota decide di passare alla 'storia' e uccide come un cecchino un tedesco di guardia sulla Strada Romana. Parte la rappresaglia e i tedeschi fanno brillare le mine. Tutta la Crocetta diventa macerie e polvere. 
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Crocetta prima del bombardamento
Io, a 7 anni, di ritorno a Celle, ho camminato per quella larga strada di terra battuta e di detriti che sarebbe diventata 'La Passeggiata'. Per i maligni 'il viale del tramonto', per i turisti la gioia, e per i bambini la possibilità di vedere le mareggiate proprio sotto di loro, senza nessun pericolo. Un vero film della natura che ancora oggi è la prima attrattiva di Celle. 
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Solo per cronaca cito i fallimenti dei tanti baristi che hanno cercato di trasformare la passeggiata in luogo alla moda. Ora l'Alborada sarà forse destinata ad accogliere la biblioteca. Dal Rap ai libri di cultura. Impennata evolutiva. Celle ogni tanto sorprende. E questo non è male, visto che ci considerano un 'paese di vecchi'. ​
Ci sono state poi altre vicende minori e divertenti. Il tentativo molto costoso, ma di grande interesse delle piante grasse, in un mix tra il salino del mare portato dal vento e lo scarico delle auto che passavano  proprio sopra le delicate piante. Qualcuno ha poi rubato le più piccole... allora hanno messo delle ceramiche che non hanno trovato ancora nessun appassionato del furto. C'è anche un pozzo molto bello, ma la sorpresa è che non c'è acqua. 
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La passeggiata: sulla sinistra le piante grasse
La passeggiata di Celle, ceramiche o non ceramiche, è una delle più belle d'Italia. Pavimentata in porfido ha una elegante balaustra in pietra rosa di Finale.  Molti ne reclamano la paternità. L' Onorevole Russo o altri. Non importa, resta l'opera. E' un balcone a vista sul mare, sia calmo che in tempesta. Qualcuno mi ha detto: "Andiamo anche di notte... è un teatro a cielo aperto". ​
Tutte queste parole sono presupposto di arrivo della televisione. La Radio Televisione Italiana decide di fare il primo collegamento prova con Celle, proprio per l'inaugurazione ufficiale della passeggiata. E' l'inizio degli anni '50 e la RAI costruisce con quattro assi un piccolo teatro di posa proprio sul 'pennello'. I soldi sono pochi e si deve fare pur qualcosa per non limitarsi al discorso dell'Avv. Gigi Becce, Presidente della Azienda Autonoma di Soggiorno. Gli organizzatori propongono un concorso di poesia, direttamente in apertura di trasmissione. I concorrenti, io e gli altri partecipanti, abbiamo un'ora di tempo per scrivere una poesia. La si deve leggere in diretta, davanti le telecamere. Mi ricordo che l'ho riletta non so quante volte, stando seduto sul muretto di fronte al campo di tennis del Villa Costa. L'avevo scritta lì sul tavolino, sotto lo sguardo benevolo del vecchio 'Scintilla' Costa, che ogni tanto interrompeva le sue liti con il figlio. Sono 'ceti', ma a quell'epoca erano famosi e istituzioni di Celle Piani.
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E' sufficiente vedere il mio abbigliamento con i jeans larghi rivoltati, la maglietta da marinaio e il golf sulle spalle... per capire la moda trasgressiva (???) dei tempi.
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Vorrei sapere chi è quella bella ragazza a destra... spero proprio che sia viva. Questa era la gioventù di allora.
PS: Sono in cerca di aiuto per ulteriori notizie e precisazioni
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IL PIANTO E IL SORRISO DEI BENETTON.

23/2/2019

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Io non ce l'ho con la famiglia Benetton. Ci sono altri che fanno come loro. Anche peggio? Non lo so. So che quelli di Treviso fanno del loro meglio. E la mia causa contro di loro è sempre aperta.
Hanno un loro stile. Sempre nascosti dietro funzionari con i capelli bianchi e pronti a dimettersi.
Sempre silenti, salvo l'altro giorno quando Alessandro Benetton da un articolo sul Corriere avrebbe detto: "Abbiamo festeggiato a Cortina con la famiglia (mentre si allineavano i morti a ponte Morandi)... abbiamo sbagliato!". Così con poche parole ha 'sistemato' la sua coscienza, ma anche l'intelligenza degli italiani. E il Corriere ha dato spazio a questo pentimento senza un commento. "Ci sono voluti 6 mesi... per fare un esame di coscienza".
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Tre anni a Milano.

28/12/2018

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Proprio pochi giorni fa si è parlato di Milano come capitale della qualità della vita.
Mi scrive l'amica Sara, simpatica, bella, coinvolgente, concreta, fantasiosa. Con un cassetto pieno di progetti autentici, alla ricerca di sé stessa. Mi ha sorpreso con il fascino del suo entusiasmo.

Un bel ritratto della nostra Milano, ma anche di un certo approccio avventuroso verso la vita e il cambiamento che è sempre vincente, ovunque si vada. 
Certo, Milano offre tantissimo per chi parte con questa idea...Una vecchia banale lezione, che i 'forestieri' conoscono più dei cittadini, ma l'inedito è la 'violenza' di questa conoscenza. MiIano sembra allora diventare un'amante nuda descritta nelle caviglie, sotto le ascelle, nei capezzoli, negli altri 'angoli' dove dal corpo escono i profumi più nascosti di questa città che hai 'denudato'. Come chi trova un'amante sempre attesa, e finalmente conquistata, in perfetta armonia con le mie Città umanizzate.
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Guglielmo Spotorno "Regata sui navigli (sognando l'Expò)", 2014 cm. 100x100

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L'ITALIA DEI BENETTON... DI SALVINI E DI MAIO.

1/11/2018

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In Italia ci sono persone disponibili ad essere attori comici e tragici. E il Corriere della Sera di martedì 30 a pagina 29 prende Giovanni Castellucci, amministratore delegato portaborse (???) dei Benetton, e lo butta a centro pagina come nuovo eroe dell'imprenditoria Italiana. Mi domando: "Siamo tutti cretini o siamo tutti complici?"
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Giovanni Castellucci, AD di Autostrade per l'Italia

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Perché non sono nato gatto?

17/7/2018

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Perché non sono nato gatto?
Questa domanda è logica alla fine di una sola giornata: oggi. Questa mattina mi sono svegliato male, come chi va a mangiare un piatto di ravioli freddi di frigor e riscaldati sulla Rowenta al massimo. Un gatto non sarà mai così cretino, ma lui mi capisce, e mentre io piango le lacrime di Giuda sale sul mio tavolo e si accoccola a cerchio davanti ai miei occhi.
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Henry Matisse, "Gatti e pesci rossi"

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    Guglielmo Spotorno

    Chiamato Gugi, è più cellese che milanese.
    ​Da bambino, da ragazzo, da grande. Qui ha incontrato Agata, che ha sposato, qui sono nati i primi disegni e da questa e dal suo vento sono nate le sue poesie, che lancia in aria come aquiloni. Anche colori e dipinti nascono da questo mare e da questo sole.

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